Un viaggio di piacere
Cosa mai può raccontare, per i nostri colori, una partita come quella di ieri? Assolutamente nulla a parte lo sfoggio delle nuove divise che, dal prossimo anno, saranno quelle ufficiali. Sarò retrogrado e tradizionalista ma sono legato alle strette strisce bianconere e la nuova maglia, che pur non mi dispiace, mi ricorda più quella dell’Udinese di Zico che la nostra classica. Ma tant’è, mai come oggi, pecunia non olet; le leggi del marketing sono spietate per cui, per sfondare anche nel mercato nord americano, abbiamo dovuto effettuare questa variazione.
Turismo calcistico
La partita di per sè ha raccontato un match nostro molto buono, soprattutto un gran bel primo tempo come non si vedeva da tempo. Spensierato e sbarazzino, se fosse terminato sullo 0 a 2 per noi, nessuno avrebbe potuto fiatare. Possesso palla del 64% e pallino sempre in mano nostra. Non era così scontato anche perché abbiamo vinto il campionato da tempo immemore per cui stiamo girando l’Italia, mi auguro, almeno per vedere e godere dei monumenti. Mi immagino le grandi motivazioni che ci stanno spingendo. Come no?
La partita dice poco
Il valore del match di ieri era incalcolabile per i giallorossi che ci hanno messo l’anima per provarci e ci sono riusciti grazie a degli svarioni nostri ai limiti dell’assurdo. Sintomo di mancanza di concentrazione dovuta, appunto, a quanto scritto in precedenza. Mettiamoci, inoltre, il carico da 90 ovvero la dicotomia Allegri resta/Allegri va ed il gioco è fatto. Oggi come oggi, tira più il futuro del mister più odiato della storia juventina che una partita del campionato. Sono/siamo tutti attaccati al detto, al non detto, agli sguardi, ai gesti, ai rumors, ai like, insomma, ad ogni più piccolo particolare che possa dare libero sfogo alla fantasia. La realtà dei fatti, però, dice che Allegri è e resta il nostro mister fino a prova contraria e nessuna notizia può ancora essere fondata. Diciamo che, la cosa che sembra abbastanza sicura, è quella delle due fronde interne, ovvero Nedved e Paratici pro cambio ed Agnelli, invece, restio nonostante tutto.
Chi vivrà, vedrà (per usare le sagge parole del buon Pavel)
Trionfo giallorosso
Alla fine, comunque e nonostante anche un goal annullato a CR7 per un fuorigioco millimetrico, la Roma porta a casa il bottino pieno e rimpingua le speranze di Champions League nonostante le vittorie di tutte le avversarie. Prima con Florenzi, aiutato da uno sciagurato Chiellini e poi con Dzeko, ha assaporato la gloria per una vittoria, comunque, prestigiosa e ha dato un po’ di lustro a quel grandissimo gentiluomo di Claudio Ranieri che si rivela essere un professionista coi fiocchi, il che non è una grande novità.
Fino alla fine
Per quanto ci riguarda, tiriamo avanti. Domenica dobbiamo festeggiare come si deve e a casa nostra la vittoria dell’ottavo campionato di fila: questa è storia, ragazzi e c’è poco da dire. Inoltre, dobbiamo salutare in grande stile il nostro mitico Andrea Barzaglione, un condottiero che ci ha supportato in mille battaglie e che si è rivelato essere un grandissimo. Siano benedetti quei 500.000 euro che la Juve pagò al Wolfsburg e sia benedetto il Capitano Alex che lo suggerì a Marotta il quale era in cerca di un difensore a prezzo di saldo. A pensarci bene, siamo stati davvero fortunati. Si spera sempre che le bandiere restino in società con un qualche ruolo di rilievo ma se così non fosse, auguriamo ad Andrea tutto il bene possibile.