Cos’è accaduto mercoledì sera dopo Fiorentina-Atalanta. Le versioni sono nettamente contrastanti fra le due parti: polizia e ultras. Intanto ci possiamo chiedere cosa non si può più accettare nel nuovo millenio. O meglio cosa non è più accettabile nel calcio dei diritti TV e del VAR.
Tifosi Atalanta aggrediti: prove e controprove
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ToggleSiamo ormai alla fine del secondo decennio. Oggi dominano streaming, diritti TV e VAR. Oggi il mercato si fa fra twitter, instagram e facebook. Solo i soldi restano tangibili. Eppure del secolo scorso qualche abitudine il calcio se la porta addietro. L’eterno odio fra polizia e ultrà, per esempio. E così, a quanto pare, non basta nemmeno il DASPO a risolvere controversie e contatti fisici.
Fiorentina-Atalanta 3-3 e il raccordo sulla FIrenze Sud
Esempio palese è quello che è accaduto mercoledì scorso sulla Firenze Sud, all’altezza del ponte del Varlungo. La polizia stava scortando i numerosi pullman contenenti i tifosi bergamaschi a ritorno verso Bergamo. E poi cosa accade a un tratto?
E’ quel misto di comunicati ufficiali, relazioni, video amatoriali e testimonanzie audio a non far capire più nulla a nessuno. Quel che si vede da youtube è che alcuni poliziotti si accostano a uno dei pullman e poi prende avvio un parapiglia pazzesco. C’è chi ne esce con le ossa rotte, chi in pantaloncini, chi insanguinato. Mille foto, il web che fa da docu-sfondo a una faccenda che somiglia, per tante, cose a vicende del passato novecentesco. Diciamo che la rete ha sol reso più istantaneo quel che prima passava per passaparola.
La versione della polizia: attacco premeditato
La polizia asserisce che due utobus potrebbero aver iniziato a rallentare e a staccarsi dagli altri. Una pattuglia avrebbe affiancato loro, poi i poliziotti avrebbero chiesto di riaccordarsi al gruppo e che fossero stati ignorati. Poco dopo i passeggeri del primo autobus avrabbero obbligato l’autista a fermare l’andatura (nella circostanza avrebbero anche rotto il freno a mano). Sarebbe poi giunto il secondo pullman, quindi il capo della polizia sarebbe salito sul mezzo, avrebe trovato gli ultrà davanti a sè che gli avrebbero chiuso il portellone alle spalle, mentre altri sarebbero poi sopraggiunti per malmenarlo. La relazione delle forze dell’ordine riferisci di ragazzi con bottiglie di vetro, cinte con fibie metalliche e martelletti. A questo punto sarebbero arrivati i colleghi poliziotti in tenuta antisommossa e avrebbero effettuato una carica nei confronti dei tifosi. Questa è la parte che si vede in rete.
Poi dopo gli scontri almeno sei poliziotti sarebbero stati feriti e uno riportando una frattura del naso e del labbro superiore.
E poi dopo momenti di tensione, si sarebbe proceduti all’identificazione dei passeggeri che avrebbero preso parte agli scontri.
La versione della Curva Nord: tifosi Atalanta aggrediti
Il problema è che questa relazione così puntuale viene smentita dai tifosi atalantini e dalle dichiarazioni alla trasmissione “La zanzara” dell’autista del pullman.
La Curva Nord su Facebook ha spiegato così l’accaduto di quella sera: Sulla strada del ritorno, scortata in superstrada, la carovana dei quasi 20 bus viene separata e divisa dalle forze dell’ordine per, così riferiscono, “controllare un pullman che si stava staccando”. È qui che il reparto celere fa accostare il primo pullman, facendo aprire le porte e salendo a bordo (già in assetto antisommossa), colpendo e ferendo indistintamente tutti gli occupanti e rompendo i finestrini dopo aver divelto la porta anteriore. (…)
VOGLIAMO LA VERITÀ su quanto accaduto ieri in quella superstrada, i tifosi atalantini non avevano nessun motivo per creare casini quindi molto probabilmente qualcosa nella gestione dell’ordine pubblico non ha funzionato. Chiediamo a chiunque abbia foto, video o semplicemente testimonianze dirette di scrivere a sostienilacurva@tim.it
L’autista di uno dei due pullman ha poi in una trasmissione radio confermato l’attacco violento delle forze dell’ordine contro dei ragazzi che, a suo dire, non avrebbero fatto nulla per aizzare tale uso di manganelli e altro e che non erano scesi ad affrontare nessuno.
Da che parte guardarla questa storia?
E da qualche giorno ovviamente son partite le accuse reciproche delle parti. Il sindacato della polizia, che già venerdì, così si è espresso: L’aggressione da parte dei tifosi dell’Atalanta contro la polizia avvenuta a Firenze è un fatto di estrema gravità – dice il sindacato con Valter Mazzetti, segretario generale -. Fermare una colonna di autobus in transito, scendere armati e travisati e aggredire le Forze dell’ordine è inammissibile, è la prova ulteriore, che certo non serviva, di come la violenza in queste occasioni sia preordinata, cieca, spudorata, praticata nell’arrogante convinzione di non subire conseguenze degne di preoccupazione.
Maggiori contromisure pesanti
Questo è un fatto ormai innegabile, eppure non vediamo alcuna seria contromisura a tanta inciviltà criminale, mentre per i poliziotti andare a volgere questi servizi d’ordine equivale ad andare in guerra, nel senso dell’assoluta certezza di trovarsi di fronte chi ha giurato loro odio eterno e voluta e convinta volontà di fargli del male. Ci auguriamo che i responsabili vengano perseguiti e puniti senza sconti, con pene detentive che possano scontare fino in fondo. Un Daspo non rappresenta alcun serio limite a chi con allarmante disinvoltura infierisce contro un poliziotto con un bastone, sarebbe ora di cominciare a capirlo e comportarsi di conseguenza.
Tifosi Atalanta: Ora Basta!!!
Mentre domenica pomeriggio, prima di Atalanta-Fiorentina, la Curva nerazzura è partita dal Baretto con un corteo pacifico in cui si chiede solo Verità e Giustizia. Infatti il tifos della stessa è arrivato allo stadio a partita inoltrata.
A chi credere?
Schierarsi da una parte o dall’altra è un gran bel dilemma. Chiedersi, piuttosto, perché questo calcio delle star social, della VAR, dei superstipendiati, delle mille e ottocento telecamere, del calendari spezzatino non riesca a risolvere questo annoso problema, ecco questa è la cosa giusta.
Sarebbe l’ora che sia la celere sia i tifosi (qui non si parla per forza degli atalanti; vedi per esempio cos’è accaduto giovedì sera a Roma nel pre derby) si svincolino da pregiudizi vicendevoli e da atteggiamenti aggressivi. Tutti quelli che sono stati allo stadio, hanno sentito i soliti cori contro l’attività della polizia. Quindi nessuno di noi è fondamentalmente innocente. La simpatia che non c’è fra forze dell’ordine e tifosi non è una novità.
Ed è proprio questa antipatia che vede da un lato un ipotetico abuso di potere e dell’altro un controscatto di irosa violenza non può più essere parte dello sport più internazionale al mondo. Non si può pensare nel 2019 di vivere le sassaiole e gli scontri degli anni ’80. A cos’è servito farne dei film (vedi uncapolavoro da questo lato come “Ultrà” di Ricky Tognazzi) o dei documentari, se ancora oggi tre generazioni credono solo in ciò che si tramanda?
La rete che amplifica tutto
Solo che adesso c’è la rete, la verità si amplifica, si prolunga e si amplia. Quello che una volta si sapeva o immaginava, oggi si vede e magari vive. E cosa vogliamo insegnare alle generazioni future che usano quella rete per trarne anche valori educativi e disciplinanti? Un mondo di odio e violeza in ragione di una partita? Oppure stiamo chiudendo tutti gli occhi davanti a una crisi sociale senza precedenti?
La verità sta nel mezzo ed è perciò doveroso utilizzare il condizonale per non certificare ciò che non c’è. Persino la società Atalanta ha chiesto chiarimenti ai reparti di polizia sull’accaduto.
Lo sport è divertimento, è un party, competizione e sfottò. Lo è in molti paesi europei e transoceanici, ma qui da noi è sempre una questione di duello: IO contro di TE.
E perché solo nel calcio? Da altre parti oltre l’ironia e la goliardia non si va, infatti. Perché ogniqualvolta si rende necessario spostare orari di partite per evitare tafferugli e casini?
La Curva atalantina, come altre celebri curve di tifosi, si sono impegnate negli anni a cercare di acquietare le parti più rissose dei frequentatori della curva. E’ uno sforzo importante ed esemplare. Ma, non tanto l’episodio di mercoledì scorso, quanto quello che ancora si verifica in giro per l’Italia ci dice che ancora la strada è lunga! E come abbiamo già detto più volte sono le società di calcio che devono contribuire a migliorare il proprio tifo organizzato e sostenitore.
Verità e giustizia, collaborazione e rispetto
Come si risolverà la situazione di Varlungo per ora non si sa.
Ma ciò che ci auguriamo è certamente che emergano verità e giustizia, ma anche una nuova idea di collaborazione e rispetto fra le parti che cancelli con il tempo ciò che in passato e ancora oggi accade.