Taglio stipendi Roma: accordo trovato con giocatori e non solo
Indice dei contenuti
Toggle- Taglio stipendi Roma: accordo trovato con giocatori e non solo
- Lotito: per ora niente taglio stipendio
- AIC tuona: tagli così no! Accordo saltato, per ora
- AIC e Lega serie A: sì al taglio
- Tommasi: sì al taglio
- Tagli agli stipendi Juve: accordo trovato!
- Juventus: accordo trovato fra società, giocatori e allenatore per taglio degli stipendi
- Quanto è il taglio degli stipendi della Juve?
- Le strategie delle altre squadre: Milan, Inter, Napoli ecc…
- Napoli cassa integrazione
- Inter, Roma, Atalanta, Bologna, Verona, Lecce e Sassuolo: ok al taglio stipendi
- Fiorentina, Sampdoria, Genoa, Udinese, Parma e SPAL: accordo da trovare per taglio stipendi
- Quanto risparmierebbe il Milan dal taglio degli stipendi
- Quanto risparmierebbe con i tagli dei calciatori la serie A?
Mentre Lotito non sa se procedere con il taglio degli emolumenti per la stagione in corso, l’altra parte della città ha già trovato la quadra.
Dzeko, quale capitano, e compagni hanno presentato un’offerta di risparmio al club irrinunciabile. Un mese totalmente non pagato e gli altri tre spalmati sugli ingaggi della prossima stagione, se la stagione dovesse terminare (Come sembra probabile dalle ultime notizie della Lega di A). Qualora la stagione fosse dichiarata chiusa, i mesi non pagati sarebbero quattro in tutto. Per un risparmio complessivo di 50 milioni.
Lo stesso Fonseca ha accettato di appoggiare la proposta con il proprio staff. Anche la dirigenza, fra cui Fienga, rinuncerà a un mese di salario.
In più i giocatori si fanno carico del reintegro da cassa integrazione per i dipendenti che non perderanno i salari a causa della cassa integrazione. Attualmente con la procedura in atto i lavoratori (alcuni del settore giovanile) perderebbero circa il 30%.
Lotito: per ora niente taglio stipendio
Mentre si discute con toni sferzanti fra l’Associazione Italiana Calciatori e la Lega di A, c’è un presidente che pensa a riprendere a giocare e non a congelare gli stipendi.
E’ Claudio Lotito, presidente della Lazio (una delle migliori squadre italiane del 2020) che non sta pensando a controllare i costi e a cercare accordi con i giocatori. Infatti il presidente romano vorrebbe per ora evitare questo argomento. Ci sono intenti di obiettivi fra società e giocatori. Non ci sono urgenze di bilancio e non è escluso che non ci siano sacrifici richiesti ai giocatori.
Scopri, invece, che linea stanno seguendo gli altri club di A e le questioni polemiche fra i professionisti e la Lega Serie A.
AIC tuona: tagli così no! Accordo saltato, per ora
Lo dice Tommasi e lo conferma il vicepresidente Calcagno: l’accordo non c’è! L’assemblea in conference call fra il sindacato dei calciatori e la Lega Serie A s’è conclusa con un disaccordo più che un accordo. E la stessa AIC non usa mezzi termini e parla di provocazione. L’AIC era disposta, per voce dei propri associati, ad accettare il taglio egli emolumenti. Ma non a sottostare a una proposta così rigida: taglio di un terzo, se la stagione finisce. Nemmeno un sesto dello stipendio, se la stagione si conclude.
L’AIC parla di proposta o quasi obbligo non vincolante per gli associati. E che, di fondo, la realtà è che i presidenti non vogliano pagare.
Lo scoglio sembra essere la questione dei mese di marzo. Il mese è stato giocato o i giocatori hanno fornito prestazioni agli allenamenti. Inoltre le società controllano e stanno controllando i professionisti a distanza. Quindi, il mese di marzo andrebbe riconosciuto.
La Lega ha fatto capire che le società, causa del ribasso economico del paese, avranno difficoltà a sostenere ingenti spese. Ma per ora l’assenso di cui vi avevamo parlato non c’è stato.
Colpo di scena clamoroso che non ci aspettavamo e che cambia il rapporto fra calciatori e società.
Così, quel sì al taglio di cui avevamo tessuto le lodi, va a farsi benedire.
AIC e Lega serie A: sì al taglio
L’aveva anticipato Tommasi, ora è ufficiale. Lega Serie A e l’AIC dei calciatori hanno trovato l’accordo per il taglio stipendi.
Se la stagione finisse qui, l’ingaggio annuale si decurterebbe di 1/3 e quindi verrebbero non pagate le mensilità di un terzo, cioè le 4 mensilità medie onnicomprensive. Se la stagione terminerà a luglio o agosto (nulla ancora, come detto nel nostro calendario è chiaro), allora il taglio sarà di un sesto. In questo caso si tratterebbe di 2 mensilità. Ogni frazione ovviamente è intesa al lordo. Fa eccezione la Juventus che ha già trovato l’accordo.
Poi da qui ogni società, troverà direttamente l’accordo con i propri tesserati.
Sì al campionato, solo se le condizioni ci saranno
Ma, senza lucrare troppo, sulla giustezza o meno di un taglio piccolo (come quello di un sesto), resta fondamentale sottolineare una volontà comune e ineccepibile.
È stata confermata la volontà di portare a termine la stagione e di tornare a giocare, senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno.
E questo ci sembra il vero senso di presa di coscienza delle istituzioni calcistiche nostrane.
A tal proposito entro il fine settimana, con il contributo della Federazione Medico Sportiva Italiana, arriveranno per i calciatori le raccomandazioni sanitarie idonee.
Tommasi: sì al taglio
Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, oggi, prima dell’assemblea di Lega è stato chiaro: “L’accordo raggiunto chiude qui la stagione, rispetto a ciò che si deve percepire. Se anche si tornerà a giocare a giugno e oltre giugno, le spettanze rientreranno nel contratto successivo. È una pattuizione di massima, perché ci sono giocatori in scadenza, altri che stanno per rinnovare, altri in partenza sicura, altri ancora in trattativa. Ogni situazione individuale andrà adeguata. La nostra posizione è chiara: stabilire condizioni per il futuro, in assenza della certezza di ricominciare, è difficile“.
Come dire, a noi di quanto percepiremo quest’anno, poco importa. E la linea dei calciatori prosegue dunque sulla strada del buonismo sensato.
Piuttosto al rappresentante Tommasi preme un’altra questione: la sicurezza! Che i suoi assistiti possano giocare in tutta sicurezza sui campi. Che non ci siano più rischi di contagio. A tal scopo ricorda la famigerata Atalanta-Valencia, probabile bomba, che ha scatenato la strage in Spagna e nel Nord-Italia e qualora si tornasse a giocare a giugno, sarebbe già un sollievo. Inoltre anche il rinunciare alle ferie non sarebbe un problema.
Il vero problema è calendarizzare la ripresa in massima sicurezza per tutti!
E l’altro problema è la questione dei giocatori in scadenza a giugno e che si troverebbero a giocare oltre la fine del contratto. Su quello è possibile che si trovino accordo societari.
Oggi, dunque, la situazione sarà un po’ più chiara. Intanto, pur senza dati ufficiali, anche il Napoli è pronto a trovare l’accordo con i giocatori. All’estero s’è subito mosso il Barcellona.
Messi: taglio del 70% e non solo
Lo stesso capitano mister 6 Palloni d’oro Messi ha annunciato che ci sarà il taglio degli stipendi del 70% per tutti i giocatori blaugrana e in più la fornitura di alcuni contributi a favore dei dipendenti del club. In modo tale che questi possano recuperare il 100% del proprio stpendio.
Tagli agli stipendi Juve: accordo trovato!
Sono sincero quando ho letto ieri che i giocatori della Juve si sarebbe tagliati lo stipendio non volevo crederci. Non perché non abbia rispetto della squadra bianconera. Quanto piuttosto dei giocatori. Fenomeni o meno che siano, ben poche volte, si sono mostrati (tutti, attenzione!) poco propensi a perdere e smenarci!
Non sarà un caso che la professione del giocatore può tranquillamente essere vista come sinonimo di mercenario. Ai tempi nostri. Sono ormai pochissime le bandiere delle squadre di calcio. E quelle stesse lo sono, perché, spesso, ci sono lauti compensi da parte delle società a convincerli a restare. Possiamo prendere, senza andar lontano, nei tempi, il caso Donnarumma del Milan.
Invece, devo dire che di fronte a una crisi epocale, senza precedenti nel secolo attuale, i professionisti del pallone si stanno mostrando meno Dei di quel che pensavamo.
Juventus: accordo trovato fra società, giocatori e allenatore per taglio degli stipendi
E il primo esempio positivo in tal senso viene proprio dalla Vecchia Signora. La notizia è ormai ufficiale: accordo trovato fra la società e i suoi giocatore. Tutti da Sarri a Bonucci, passando per Buffon e Dybala e concludendo con niente “popo di meno” che mister CR7 hanno accettato il taglio degli stipendi di marzo, aprile, maggio e giugno. Pochi, certo, ma è un modo per mostrare che a volte, anche Lui, anche loro, i mister miliardari (super esosi) sanno capire le cose.
E già l’apertura di crowdfunding e donazioni dei calciatori sono un gesto di generosità a favore dell’Italia di cui i tifosi non si scorderanno.
Quanto è il taglio degli stipendi della Juve?
Da quel che si sa la Juve tagliando gli ingaggi dei propri tesserati risparmierà circa 90 milioni di euro. Una somma considerevole, che rimpinguerebbe le casse della squadra campionessa d’Italia dalle perdite di incassi dovute alla chiusura forzata dello stadio. E dalle trasferte nazionali e internazionali mancanti.
Le strategie delle altre squadre: Milan, Inter, Napoli ecc…
Ora tocca agli altri club trovare soluzioni adeguate per il taglio degli stipendi. D’altronde l’ipotesi di concludere il campionato a breve, non è così lontana. E’ quindi giusto che anche i calciatori come tutti gli altri mestieri comprendano che finora hanno fornito meno prestazioni. Per ora l’Associazione Italiana dei Calciatori non sembra contraria a nessun accordo. E meno male! Finalmente, anche nei ranghi più alti del calcio, il buon senso la fa da padrone.
E non è un porsi a favore dei club e delle loro strategie, ma è rispetto dei morti, dei malati e delle notizie funeste di cui siamo tutti (come ha detto il nostro Pontefice) compartecipi.
Infatti, da qualche settimana, i casi di positivi in serie A e nel mondo del calcio, ci sono. Condizioni di salute buone, ovviamente. Ma ci sono.
E’ pur vero che i club, soprattutto quelli con le finanze un po’ dissestate, sorridono sornioni. Già, perché, quanto ci guadagnano le società da questo caos.
Napoli cassa integrazione
Un esempio per esempio è dato da De Laurentiis che prende la decisione di cassintegrare i suoi 30 dipendenti del club partenopeo. Sfruttando anche le modalità smart-working del momento.
Mentre con i calciatori la situazione è in fase di stallo. Uno, perché l’assemblea recente non ha sciolto il nodo a livello regionale e poi perché c’è in sospeso la questione multe. Ci sono 2 milioni da saldare da quel famoso 5 novembre. Ricordate la questione blocco stipendi?
Per ora con i calciatori il patron punta a un congelo di due mensilità. Ma la situazione è ancora in bilico.
Inter, Roma, Atalanta, Bologna, Verona, Lecce e Sassuolo: ok al taglio stipendi
Oltre alla Juve i giocatori concordi con il taglio sono per certo quelli nerazzurri, anche se la società da fine marzo non mostra alcune fretta. Conte e giocatori, però, sono più che disponibili al taglio.
Anche dalle parti di Trigoria non c’è alcun diniego da parte dei giocatori. La base su cui sono concordi è il taglio dell’80% di marzo, mentre i mesi dopo saranno spalmati con accordi inter partes. I dipendenti non sportivi invece sono in cassa integrazione alternata.
L’Atalanta, la cui città ha sofferto forse le pene peggiori del Covid-19, è pienamente d’accordo a venire incontro alla società.
Il Bologna ha già imbastito un accordo di massima con i giocatori. Nello spogliatoio non ci sono disaccordi. Il taglio possibile è di una sola mensilità, mentre la società aspetta senza fretta.
Anche Verona e Sassuolo non hanno incontrato particolari resistenze da parte dei propri tesserati. I veneti apriranno un tavolo più avanti, mentre i neroverdi comunicano che bene o male l’intesa è possibile.
Sul piano dell’accordo giungono notizie positive da parte del Torino e del Lecce. A breve verranno prese delle decisioni.
Il Cagliari manifesta una volontà solidale da parte dei giocatori, ma altro ancora non c’è di preciso. Sulla stessa linea quelli del Parma.
Fiorentina, Sampdoria, Genoa, Udinese, Parma e SPAL: accordo da trovare per taglio stipendi
Accordo da trovare per Udinese, Parma, SPAL da cui non giungono prese ufficiali. Mentre Genoa e Sampdoria sono d’accordo come società, ma non si sanno ancora con precisioni le decisioni dei presidenti. In particolare la società genovese di Preziosi ha in essere moltissimi prestiti condivisi con altre squadre. Ecco perché, eventualmente, saranno i giocatori a dover accettare tagli delle proprie squadre di appartenenza, come è il caso Perin che si è adeguato al taglio Juve. Per ora non ci sono voci ufficiali di accordo fra società e giocatori.
In casa Samp, invece, l’intesa non c’è. Si sa che Ferrero vorrebbe proporre un livello pari ai mesi giocati. I giocatori hanno già ricevuto gennaio, febbraio e marzo. Mentre per i restanti tre mesi si pensa di chiedere la rinuncia dei tre mesi.
Tensione un po’ più alta in casa Viola dove l’accordo non c’è. I giocatori nello spogliatoio non sono tutti d’accordo e Commisso propende per, per la necessità del taglio. L’idea è taglio sulla mensilità di marzo e spalmatura dei mesi successivi.
Quanto risparmierebbe il Milan dal taglio degli stipendi
Nel caso del Milan, invece, la somma sarà sicuramente più cospicua. Il club meneghino ha infatti un tetto ingaggi già ribassato per volere di Gazidis e da qualche anno ridotto per problemi societari. Se le spese di quest’anno sono calcolabili intorno ai 48,5 milioni netti a stagione, tagliando un terzo degli ingaggi, la squadra di Elliot si ritroverebbe un positivo di 16 milioni netti, di cui, a bilancio, 31 milioni.
Ora bisogna vedere se si trova l’accordo con i tesserati, i procuratori e lo staff.
Speriamo che non ci siano opposizioni. L’esempio dei giocatori della Juve deve essere un modello per tutti i professionisti seri del calcio. In un momento così, anche loro, devono capire che il mondo sta cambiando.
Quanto risparmierebbe con i tagli dei calciatori la serie A?
L’ipotesi su cui s’è discusso in questi giorni con il presidente Gravina è di porre un taglio di 150 milioni di euro complessivi ai costi dei professionisti di A. Anche, se lo stesso sole 24 ore, ne ipotizzava anche una cifra doppia.
Per la stagione in corso la serie A spenderebbe una cifra pari a 1,5 miliardi di euro. Il taglio del 10% degli ingaggi porterebbe, quindi a circa 150 milioni. Ma se si dovesse aggiungere, il contributo di solidarietà, la cifra andrebbe al 20% e perciò il doppio.
Ora, se la Juve ha ottenuto l’Ok dall’AIC, la strada è tratteggiata. E che altri non si mettano a piagnucolare.
Perché quelli che stanno piangendo sono uomini e donne in terapia intensiva o in quarantena a casa. Il calcio, si dice da sempre, è un altro mondo.
Ma in questo momento NO! E’ giusto così!