La Casertana riparte dai giovani per sognare la B
Indice dei contenuti
Toggle- La Casertana riparte dai giovani per sognare la B
- Storia della Casertana: dalle origini alla squalifica del ’45
- Casertana: la rivolta del pallone
- L’arrivo in B negli anni Novanta
- Crisi dei primi del Duemila
- La Casertana oggi
- Quali sono i colori sociali della Casertana?
- La storia dello stemma della Casertana
Ripartire dai giovani, in particolare dai talenti delle Under 14, 15 e 17 per tornare a quei livelli degli anni Settanta e Novanta, quando la Casertana riuscì ad arrivare in B.
Gli Under 17 si trovano oggi a metà classifica, con 12 punti 19 goal fatti e 17 subiti.
Ma quel che conta è che la società campana sta investendo molto sui giovani. Non a caso dal 2017 il centro d’allenamento è il “Benedetta Ferone” che sarà il primo centro di allenamento dentro la città. Ad esso collegato c’è la nuova Scuola Calcio Casertana F.C. a Casolla.
Storia della Casertana: dalle origini alla squalifica del ’45
La Casertana è una società calcistica italiana con sede nella città di Caserta. Nasce con il nome di Robur Caserta nel 1908. I colori sociali sono il bianco e il nero. Quindi siamo davanti a una delle società di più antica fondazione (più di un secolo) della Campania. Il possibile fondatore potrebbe essere un cameriere del Circolo Nazionale di Caserta dal nome di Mimì Bluette. Il primo campo da gioco ufficiale è la Reggia di Caserta. Sin dalla sua genesi presto il nome cambia: prima Unione Sportiva Volturno (1912), poi Associazione Sportiva Ausonia. Come accaduto per altre squadre che hanno militato fra serie D e Lega Pro in Italia, anche la Casertana presto si trova la concorrenza di altri nomi e altre fondazioni. Ad esempio la Pro Caserta che prese parte al campionato di Prima Categoria un secolo fa. A seguire Il 7 agosto 1924 risulta esser nata una società campana con il nome di Unione Sportiva Casertana e i cui colori sociali erano rossoblù. Quest’ultima, invece, partecipa sin da subito al campionato di Prima Divisione e arrivò terza.
Nel 1926/27 la Carta di Viareggio modifica la Prima Divisione e poi la squadra campana vien esclusa dalla seconda serie nazionale per gli scontri fra i sostenitori rossoblù e quelli del Roman. Il Direttorio Divisioni Superiore, tuttavia, revoca la decisione e la Casertana termina il campionato al quarto posto. Poi la squadra non è in grado di iscriversi per problemi economici. Infatti nella Casertana si registrano anche quattro anni di inattività professionistica nel periodo fascista ’32-’36.
Nel frattempo nel 1935 viene costruito lo stadio “Alberto Pinto”per volontà del podestà casertano gen. cavaliere avvocato Ricciardelli. Negli anni quaranta la Casertana passa in Lega Pro subentrando alla Gladiator di Santa Maria Capua Vetere.
Nel 1945 in serie C del campionato campano si verifica un altro episodio gravoso. Un giocatore, Mario Fusco, durante il derby contro la Salernitana, schiaffeggia il direttore di gara e invita all’invasione di campo. Il giocatore è stato squalificato e la società riesce con un reclamo minuzioso a farsi ridurre la squalifica.
Casertana: la rivolta del pallone
Negli anni Cinquanta la squadra di Caserta riparte dalla serie D (allora la Promozione) e arriva prima con l’Avellino. Nello spareggio vince e accede alla fase finale di promozione in serie C. Ma nei sorteggi finali non viene sorteggiata e resta in D.
Dopo anni di militanza in serie C nel 1969 i rossoblù vincono il campionato, ma a causa di una combine rintracciata dal Taranto. Ma a questo punto si alza un polverone popolare. Il Comune stesso invita i cittadini a protestare nei confronti del provvedimento. La situazione degenera e inizia quella che è stata definita “la rivolta del pallone”. Si registrano incidenti anche violenti in quella frazione dell’anno. Il 19 settembre ’69 il CAF non cambia la decisione e la Casertana è condannata a restare in C. Tutto rimandato, ma solo di un anno. L’anno successivo infatti la Casertana per meriti sportivi va in B. L’anno dopo retrocede subito. Negli anni Ottanta l’unico successo dei falchetti è la vincita del campionato di C2 nel 1980-81.
L’arrivo in B negli anni Novanta
La serie cadetta sarà giocata dalla squadra di Caserta solo negli anni Novanta. Prima la vincita di serie C2 nel 1990-91 e nel 1991 la squadra del presidente Cuccaro arriva in B. E’ l’allenatore Adriano Lombardi a guidare la squadra in B. L’anno dopo gli succede Giuseppe Materazzi, ma nei play-off o meglio spareggi contro il Taranto la squadra casertana perde e retrocede.
Dal 1993 al 1996 la Casertana si ritrova in serie D. Vince il campionato nel 1995. E resta in questa categoria fino al 1996/97 e poi torna in C2.
Crisi dei primi del Duemila
Ma i primi anni Duemila non migliorano le cose. Perché nel 2004/05 i giocatori non vengono pagati, non scendono in campo per quattro partite e vengono esclusi dal campionato.
Così nel 2005 il titolo sportivo di Eccellenza viene trasferita al Real Aversa e nasce una nuova società: “Rinascita Falchi Rossoblù”. Anche questa nuova squadra calcistica rischia il collasso e allora l’ex portiere Pascarella la riacquista e la nomina nuovamente Caserta Calcio.
Nel 2007 la squadra vince la Coppa Italia regionale di Eccellenza contro il Gragnano per 3-0 e il 22 aprile 2007 la Casertana torna in D. Ma resta per un anno, perché viene retrocessa la stagione stessa dopo il play-out perso contro il Castrovillari. L’anno stesso, cioè 2008, la Casertana riprende il proprio nome di fondazione: Unione Sportiva Casertana.
Nel 2008-09 la squadra campana torna in Eccellenza e l’anno dopo di nuovo in serie D. Vince anche il Trofeo d’Eccellenza. E’ il terzo titolo dopo quello del 1954 contro la Torrese Annunziata e poi nel 2007 contro il Cilento di Vallo della Lucania.
Dal 2009 al 2013 la squadra dei piccoli falchi partecipa al campionato di D e nel 2011/12 anche alla Coppa Italia di categoria. Il 5 agosto 2013 la Casertana viene ripescata in Lega Pro Seconda Divisione. Ma retrocessione dopo retrocessione la squadra arriva alla Terza Divisione da anni. Oggi il presidente è l’imprenditore Giuseppe D’Agostino dal 29 ottobre 2016.
La Casertana oggi
La squadra gioca nel campionato di Lega Pro o serie C. Ed è allenata da Ciro Ginestra, ex calciatore ed ex tecnico del Bisceglie. Per lui un contratto biennale più un terzo anno opzionabile.
Quali sono i colori sociali della Casertana?
I colori sociali sono oggi il rosso e il blu ripresi dallo stemma della città. Il simbolo è il falco. Ma originariamente i colori non erano quelli. La prima squadra del 1908 giocava con la maglia bianca e i pantaloncini neri. La seconda squadra del Volturno Football Club invece indossava una divisa nero-verde con scudetto rossoblù. Nel 1928 la Pro Caserta adottò il verde crociato.
La storia dello stemma della Casertana
Dal 1912 il gagliardetto della Casertana è uno scudo rosso e blu, ripreso dalla nascita della Volturno Football Club.
L’icona del falco invece appare nel 1954. Tutto inizia quando su iniziativa del quotidiano “Il Giornale” viene indetto un concorso per scegliere il simbolo della squadra.
Lo stemma odierno è composto da uno scudo con bordino dorato, così suddiviso: la parte superiore rettangolare e piccola con la scritta CASERTANA F.C. in blu su sfondo aureo; poi quella inferiore, più larga, divisa in una metà sinistra rossa e una destra blu, con un pallone d’epoca e l’anno di fondazione.
Il falco del 1954 è riproposto nello scudo.
Dopo il 2018 venne migliorato con una corona di alloro ai lati del pallone e dell’anno 2018.