Dall’esaltazione della vittoria dell’andata, alla paura di buttare tutto nel ritorno. Abbiamo sofferto molto. Ma questo non è niente in confronto a ciò che ci aspetterà a breve: il Manchester United.
Da romanista ormai sono abituato alle sofferenze e all’imprevedibilità che ha la Roma già da qualche anno. Mi sto così abituando al non esaltarmi troppo oppure al non demoralizzarmi troppo, che praticamente sono al livello ” assuefazione da estremismi emotivi”.
Perché quando gioca la Roma, è come salire sulla navicella delle montagne russe. Sali, scendi in picchiata, sembra di cadere di sotto, ma poi curvi, chiudi gli occhi, trattieni il respiro, ti sale il cuore in gola e poi plani tranquillo.
Ieri è stata di scena l’Ajax. Sappiamo che non era la stessa Ajax di qualche anno fa, ma resta sempre un club blasonato, prestigioso, di altissima caratura internazionale e affascinante da sempre. Queste sono società che hanno fatto la Storia del Calcio e quando le incroci, hai sempre una sorta di rispetto, stima e timore di non farcela.
COME L’HO VISSUTA IO:
Ma siamo in ballo e quindi balliamo no? Della gara di giovedì, non farò la disamina tecnica perché essendo un tifoso, cerco solo di commentare a freddo e di trasmettere (nonché sfogare) emozioni. Oggi è giornata di scarico per tutti i tifosi romanisti che ieri “hanno strippato” come me.
Poi mettici che non possiamo andare allo stadio, non possiamo uscire in giro e commentare con gli amici per strada o davanti ad una birra; fatto sta che ormai da un po’, queste partite si vivono in isolamento, interagendo sui social e su whatsapp per cercare di stare uniti almeno in versione… “smart-tifo”, ma onestamente, detto tra noi, mi piace di più parlare da vicino che scrivere sullo smartphone.
ROMA – AJAX IN BREVE:
Giovedì ho avuto un ora e mezza di tremarella. Perché io con la Roma, non sarei stato tranquillo neanche se avesse vinto 0-3 ad Amsterdam. Ormai conosco bene la mia squadra e sò che può fare tutto e il contrario di tutto.
Per noi, la cosa più importante, non è stato vincere la partita all’andata, ma è stato realizzare un paio di gol fuori casa. Però proprio il vincere, ha messo la Roma in condizione di favorita per il passaggio turno e in pratica l’ha caricata di pressione e di responsabilità nel non buttare tutto “nel cesso” come può fare quando le va in tilt la capoccia.
Diciamo che in pratica stava succedendo quello che ogni tifoso della Roma stava temendo, cioè buttare la qualificazione. Però poi il VAR che ha annullato il gol di Tadic, ha di fatto, cambiato la storia della partita come all’andata quando lo stesso Tadic sbagliò il calcio di rigore. E alla fine è andata come prevedevo da buon ottimista. Cioè passare il turno ma soffrendo maledettamente in un modo che dalla parte della squadra, si potrebbe facilmente evitare.
La Roma a mio parere, giochicchia troppo col pallone nelle retrovie. E facendo così, a forza di fare questi fraseggi ravvicinati e centrali, fatti da giocatori (tipo Pau Lopez) che non sono mai tranquilli quando li fanno, gira che ti rigira, prima o poi regala palla all’avversario che sarà pericoloso e se magari segnerà, sarà sempre per nostra gentile concessione…
MA NON FINISCE QUA:
La sofferenza è appena iniziata. La Roma ci ha abituati bene in questa Europa League, vincendo o quasi sempre e perdendo solo a Sofia ma a qualificazione ottenuta.
Adesso però, ci toccherà un ostacolo durissimo. Il Manchester United. Top club europeo che conosciamo fin troppo bene per dei disastrosi trascorsi di quasi 15 anni fa.
Ma d’altronde, se si va in semifinale di coppa europea, le squadre da incontrare sono tutte fortissime. E come dico sempre io quando si incontrano i top club…” O si esce con onore, o si passa alla grande.” Se devo essere eliminato, meglio che succeda con un Manchester United che con un Ludogorets o Salisburgo come successe a certe squadre…
ED ORA IL GRAN FINALE?
A questo punto che dire? In questa competizione abbiamo buttato fuori svizzeri, bulgari, rumeni, portoghesi, ucraini e olandesi. Son rimasti i più forti. Cioè gli inglesi ed in caso, anche gli spagnoli.
Io non dico nulla, non faccio pronostici, anzi vivrò queste due partite gustandomi l’emozione che si prova giocando all’Old Trafford a questi livelli in semifinale. Starò in religioso silenzio sognando di giocarmela il più a lungo possibile. Sò già che soffrirò il triplo di quello che ho sofferto contro l’Ajax. E’ giusto così. Queste son occasioni per sognare in grande e azzardare l’impossibile impresa. Se vuoi vincere devi comunque farti coraggio e battere i più forti. Altrimenti combatti lo stesso e anche se uscirai, non avrai rimpianti perché sai di aver dato il massimo.
Ma non voglio pensarci troppo anche perché domenica già si tornerà a soffrire nella gara di campionato contro il Torino.
Per ora concentriamoci su queste gare per non perdere il treno con la zona europea e poi si penserà al Manchester.
Una cosa posso dirla.
Che non saremo favoriti. Ma che saremo ORGOGLIOSAMENTE presenti.
Fino alla fine. Forza Roma.