Il GP di Austin ha lasciato strascichi sulla dubbia regolarità della PU Ferrari. Siamo all’alba di un nuovo caso in F1?
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ToggleCiò che è successo dopo il GP del Texas è servito per alimentare i dubbi e dare voce a chi, come la Red Bull, non riteneva regolamentare la Power Unit Ferrari. La scuderia di Maranello è stata accusata di avere un motore che vada oltre il regolamento e che il suo vantaggio sia stimabile in circa un secondo su un rettilineo principale.
Facciamo un passo indietro e domandiamoci perché il GP di Austin abbia alimentato i dubbi.
Perché la Ferrari non ha dimostrato la solita supremazia motoristica, che ci aveva abituato dall’Ungheria. Ciò ha comportato una serie di dichiarazioni e di allusioni che si sono tramutate nella nascita di nuove visioni politiche e non per il futuro prossimo della F1.
Power Unit F1: l’alba di una nuova Spy Story?
Si vocifera di indiscrezioni clamorose nel paddock, tra Ferrari e Red Bull. Non sarebbe solo una “guerra” riguardo alle mere parole che Max Verstappen aveva avuto nei confronti della Ferrari: “Il calo delle Ferrari? Questo è ciò che accade quando smetti di barare. Ora sono stati esaminati molto attentamente questi aspetti, ma dobbiamo continuare a tenere d’occhio la situazione…”
Infatti, pare che Honda abbia portato il propulsore della RB15 nell’impianto AVL di Graz per migliorarne le prestazioni del V6 termico.
Nello stesso luogo erano già state le PU Ferrari e, a quanto pare, sembra che Honda abbia avuto accesso a molte informazioni sul fantastico motore prodotto dalla scuderia di Maranello.
Si parla quindi di un’altra possibile “Spy Story”, con ancora Ferrari a subirne un torto.
La vigilia del GP di Interlagos
Le due settimane intercorse tra il Gp di Austin e quello del Brasile hanno evidenziato come il tanto decantato flussometro, sul quale la Red Bull reclama, sarebbe stato assolutamente estraneo al calo di prestazione della Ferrari di Charles Leclerc nel GP di Austin. Ciò apre un caso in F1, poiché come analizzeremo in seguito, sembra che la Ferrari sia sul piede di guerra.
Ne parla analiticamente Nugnes su Motorsport.com. Non sarebbe quindi la benzina, bensì l’obsolescenza del Ferrari EVO2 della SF90 numero 16 la causa della scarsa prestazione: la tesi è avallata dalle rilevazioni fonometriche, che hanno registrato 982 cavalli rispetto ai 1000 soliti.
Infatti, è notizia di poche ore che Mattia Binotto abbia deciso di montare un sei cilindri nuovo di zecca. Esso dovrebbe anticipare alcune novità che debutteranno nella prossima stagione sulle monoposto di Vettel e Leclerc, la sostituzione (compiuta solo al n.16) costerà 10 posizioni al monegasco.
Questa decisione, da parte del team principal di Maranello, sembra essere stata mossa per far capire alle altre case chi comanda tra i motoristi. Binotto, padre di tutti gli ultimi motori Ferrari, sembra abbia decisamente il dente avvelenato.
Binotto vs Horner
Riguardo a ciò sbigottiscono le dichiarazioni di Yhacbec López alla stampa Messicana:
“La tensione tra Red Bull e Ferrari è alle stelle e al termine del GP degli Stati Uniti Mattia Binotto ha cercato Christian Horner. Ci sono state rivendicazioni e minacce. Dopo la gara i giornalisti inglesi stavano intervistando Christian e la tensione nell’aria si poteva tagliare con un coltello: ho visto Binotto passare di fronte al gruppo dei giornalisti e ad Horner, guardando cosa stesse accadendo. Io mi trovavo di fronte all’hospitality Red Bull. Binotto è poi tornato ai box Ferrari, salvo riapparire pochi minuti più tardi. Horner ha salutato i giornalisti e Binotto è entrato nell’hospitality a cercare il rivale. È iniziato immediatamente uno scambio di opinioni piuttosto chiaro e schietto. Mattia è andato a cercare Horner in territorio avversario e con molta personalità. Ha parlato in maniera molto ferma e decisa, e ci sono state delle lamentele. Ho potuto sentire un avvertimento su possibili azioni legali. Christian ha spiegato di avere solamente espresso un’opinione e Mattia ha replicato in tono rigoroso. Il livello della discussione è salito, Binotto ha annuito e ha abbandonato l’hospitality. La tensione era evidente, Horner si era fatto paonazzo…”
Tutto ciò apre nuovi scenari per il futuro e questo nuovo caso in F1 terrà banco anche a livello politico.
Il 2020 rischia di passare in secondo piano
Oggi la Red Bull ha confermato la line up di questo fine di stagione anche per la prossima, ma tutto ciò sembra passare in secondo piano, perché il futuro della F1 tiene banco in modo incessante.
Infatti, la Formula 1 ha annunciato in giornata odierna uno dei progetti più ambiziosi della sua storia: zero emissioni entro il 2030. Il piano avrà inizio immediatamente e il primo checkpoint è fissato per il 2025.
Gli ibridi, che dominano la scena dal 2014, sono già i più efficienti, tecnologicamente avanzati e costosi propulsori che siano mai stati creati. L’intenzione è quella, per il futuro, di sfruttare carburanti eco-sostenibili e avanzati sistemi di recupero dell’energia che, stando al progetto, creeranno una PU ad emissioni zero. Si sottolinea che nel comunicato, ad ora, non viene menzionata la parola “elettrico”. La sensazione è che si voglia lavorare per evitare in questi dieci anni (e nei prossimi a venire) di diventare una Formula E.
Per quella stagione (2030) gli eventi dovranno poi essere eco-sostenibili in toto. L’obiettivo primario che Liberty Media si pone è quello di eliminare totalmente l’uso della plastica e di fornire mezzi ecologici agli appassionati per raggiungere i circuiti. Ogni tipo di struttura, dalle fabbriche agli uffici, dovrà essere interamente alimentata da fonti energetiche 100% rinnovabili.
Il futuro della F1 è adesso.