È un Parma caparbio quello che domenica sera ha rifilato una manita al Genoa
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ToggleQuesto Parma c’è o ci fa?
Questo, con ogni probabilità, si saranno domandati i tifosi più equilibrati della squadra ducale. E come dar torto loro. Il Parma alterna prestazioni come quella che ha portato a segnare 5 reti (manita) al Genoa, a quelle con Spal e Lazio.
Allora pare normale interrogarsi su quale sia la vera dimensione di questa squadra. Per farlo però dobbiamo fare due passi indietro e analizzare la prestazione con la squadra di Andrezzoli (che probabilmente verrà esonerato).
Parma – Genoa: la partita
Il primo tempo vede i crociati perdere per infortunio Inglese, punta della freccia che D’Aversa aveva scelto di scagliare verso il Grifone. Al suo posto entra Cornelius, che si dimostrerà fondamentale per il risultato finale.
La partita è equilibrata e priva di grosse emozioni fino alla mezz’ora, quando Kulusevski, imbeccato da un contropiede iniziato da Gervinho, serve Kucka a centro area che in spaccata non sbaglia. Poco dopo (al 42’) Cornelius insacca un preciso fendente di Scozzarella e sempre il danese duplica un minuto più tardi girando in rete un cross proveniente dalla sinistra.
Il secondo tempo inizia come era finito il primo, ovvero con Cornelius che sigla la tripletta con assist di Kulusevski. Proprio lo svedese, dopo che Pinamonti aveva accorciato le distanze, segna il definitivo 5-1 complice il clamoroso errore di Ankersen.
Parma: Top & Flop
Certamente sale ancora una volta Cornelius che, a causa del grave infortunio accorso a Inglese, guiderà l’attacco crociato per un po’ di tempo. Insieme al danese, cogliamo l’ennesima dimostrazione di talento di Kulusevski che con 2 assist e 1 gol è stato certamente tra i migliori nella manita del Parma. Il terzo posto se lo aggiudica Dermaku, che all’esordio in serie A si prende una semi standing-ovation all’uscita dal campo. Roccioso e pulito non ha fatto rimpiangere Bruno Alves.
Purtroppo dobbiamo sottolineare ancora una volta il periodo no di Gagliolo. Del difensore italo-svedese è da sottolineare, come sempre, la dedizione e lo spirito, ma certamente le amnesie difensive e le lacune tecniche sono da migliorare.
Gervinho è ancora una volta non pervenuto. Non fraintendiamoci, la sufficienza è pienamente raggiunta, ma quando in un 5-1 il faro crociato non salta mai l’uomo, qualche interrogativo sembra giusto porselo.
Cosa manca a questa squadra per confermare le prestazioni con Torino e Genoa in pianta stabile?
La squadra crociata, ad oggi, ha vinto quattro partite e ne ha perse altrettante, lasciando la porta inviolata sono in occasione del derby vinto 1-0 con il Sassuolo.
La voce “pareggi” è ancora a secco e dimostra come la squadra di D’Aversa sia un tutto o niente. Mi viene da pensare che con il Cagliari siano stati 2/3 punti buttati e che lo stesso si possa dire della partita con la Spal.
I crociati hanno da lavorare sul piano mentale e cercare di fare un salto caratteriale per dimostrarsi all’altezza di tutte le partite. Ben vengano le dimostrazioni di presenza di chi, ad oggi, ha giocato meno come Dermaku o chi come Scozzarella quando viene chiamato in causa è quasi sempre preciso e ordinato.
Sabato si va a Milano con l’Inter di Antonio Conte, con la speranza che la manita del Parma con il Genoa, sia stata fortificante per il carattere dei giocatori. I nerazzurri impegnati in Champions League Mercoledì saranno certamente più pieni mentalmente e fisicamente, speriamo di fargli uno sgarbo come lo scorso anno. Che goduria che fu l’eurogol di Dimarco!