MotoGp Qatar 2024: l’approfondimento sul Gran Premio
MotoGP Qatar 2024 È iniziata sul circuito di Lusail la nuova avventura della classe regina del campionato del mondo di moto.
Se già le precedenti sessioni di test ci avevano anticipato una folta bagarre, il primo appuntamento stagionale non ha deluso le aspettative. Un altro elemento evidente, emerso nella prima tappa e che potrebbe andare a riconfermarsi e consolidarsi nelle successive, è la grande differenza di approccio e strategia tra la Sprint Race e la gara effettiva della domenica.
In virtù di queste considerazioni, nelle prossime righe non andremo ad assegnare le solite classiche pagelle con voto, bensì ci “limiteremo” a rivolgere un consiglio personalizzato ad ogni singolo pilota.
BAGNAIA: il titolo è abbastanza esaustivo, ma credo sia giusto andarne ad approfondire i meriti. Pecco ha rimediato un quinto posto in qualifica, ha accusato parzialmente le dinamiche della Sprint Race ed ha rialzato la testa domenica con una lucidità e un controllo che lasciano evidente stupore. Ora resta da capire se il piemontese sia estremamente abile a gestire le forti emozioni o semplicemente la ripresa del mondiale è stata percepita da lui come un classico “rientro al lavoro dopo le ferie” per chiunque di noi. Nell’attesa di scoprire cosa passa nella testa di Francesco, l’augurio è quello di continuare a fidarsi del proprio istinto nella gestione delle strategie e nell’amministrazione dei problemi tecnici, in particolar modo del chattering che spesso si presenta in maniera poco comprensibile agli occhi del pilota.
BINDER: secondo gradino del podio per il sudafricano che si piazza con determinazione e un pochino di sorpresa in mezzo al solito filotto Ducati. La KTM ci aveva già fatto capire di essere in costate evoluzione, ma da qui ad affermare che in apertura di mondiale avremmo visto in pista una moto cosi solida e disciplinata ce ne passa. Meriti anche a Brad ovviamente che si è astenuto dal semplice compitino cercando, laddove possibile, di sferrare l’attacco sul lanciatissimo Bagnaia. Per lui il consiglio è quello di lavorare a testa bassa che le soddisfazioni tanto attese sembrano proprio essere dietro l’angolo.
MARTIN: micidiale come sempre in Sprint Race e terzo in gara. I numeri però mi portano a dire che per un punto Martin perse la cappa. È ovviamente un gioco di parole che fotografa in maniera circoscritta la situazione attuale in classifica, ma che potrebbe stimolare lo spagnolo ad affrontare sin da subito la stagione tenendo bene a mente gli episodi dello scorso anno. Abbiamo infatti già matematicamente appurato che senza clamorose debacle dell’avversario di turno, vincere le sole Sprint lesinando sui punti in gara non paga. A questo punto il consiglio migliore potrebbe essere quello di sfruttare un pochino di più la matematica, senza per questo snaturare l’approccio verace che Jorge ci ha mostrato fino ad oggi.
M. MARQUEZ: quinto in Sprint, quarto in gara. Si riesce praticamente a sentire il rumore dei passi di un campione che ha fame e voglia di tornare a stare nella parte di classifica che gli compete. Il sorriso soddisfatto di Marc ci ha trasmesso questo e ritrovarlo con lo stesso entusiasmo con cui lo avevamo lasciato dopo l’autografo decisivo in Ducati ci lascia ben sperare in ottica bagarre. Con lui l’unico consiglio che ci sentiamo di avanzare è di non lasciarsi prendere dalla foga perché il progetto di rinascita ha bisogno di fondamenta solide per durare nel tempo.
BASTIANINI: Enea infila un sesto sabato e quinto posto domenica. Lui è indubbiamente uno dei grandi attesi di questa stagione: quella passata a causa dei problemi fisici è scivolata via senza troppe recriminazioni per ovvie ragioni. Adesso pero è il momento del banco di prova, della cartina tornasole, del lascia o raddoppia. Insomma a prescindere dalle parole con cui la si voglia dire, Bastianini è tra i piloti con maggior pressione addosso e qui il consiglio diventa obbligato: non farti prendere dall’ansia di dover mostrare tutto subito per recuperare perché questa è una nuova stagione e si parte da una sorta di anno zero.
A. MARQUEZ: come suo fratello e svariati suoi colleghi anche Alex rosicchia una posizione dal sabato alla domenica. Più che alla pista però il rischio è che molta della concentrazione possa essere destinata a gestire la competizione con Marc, del resto ora sedere sopra la stessa sella diventa impegnativo (come se già non lo fosse abbastanza disputare la stessa competizione). Il consiglio? Come cantava Luca Dirisio, calma e sangue freddo.
DI GIANNANTONIO: nel finale della passata stagione Diggia ha dato il meglio di sé, più che per risultati direi per voglia di fare. Probabilmente è stata proprio questa vena propositiva che lo ha portato sulla sella del TeamVR46. Adesso tocca ripartire con la stessa marcia andando a sfruttare il nuovo potenziale e l’esperienza che gli verranno messi a disposizione. Qui oltre al consiglio di divertirsi e provarle tutte c’è l’invito ad assorbire tutta l’esperienza che può offrire il “proprietario” (un po’ come ha fatto il Maro).
ACOSTA: Pedro è stato la dinamite dell’intero weekend. Spigliato nelle interviste con quel fare che ricorda la Romagna del Bez, giovane e fresco come chi può prendersi i suoi tempi, ma lanciato come il pilota che vuole subito dimostrarsi all’altezza. Probabilmente in questo turbinio di emozioni Acosta avrà già imparato qualcosa. Alle prime impressioni si aggiungono le analisi dei risultati a moto ferme. In questo caso possiamo solo suggerire allo spagnolo di raccogliere elementi preziosi da ogni gara, solo cosi le KTM in grado di guastare la festa alla rossa saranno due.
Fuori dalla top ten si trovano svariati nomi che non ti aspetti: dal veterano Zarco alla mina vagante Miller. Dalla coppia di italiani Bezzecchi – Marini che se pur con due moto diverse, non hanno saputo trovare la via giusta per spuntarla. O ancora un Quartararo che mostrava cenni di ripresa, purtroppo finiti in un nulla di fatto. Altrettanto inspiegabile, ma purtroppo in trend con quanto visto la scorsa stagione, ci sono le enormi difficoltà evidenziate da Morbidelli Mir e Rins. Per tutto questo gruppo di piloti il consiglio è probabilmente banale, ma la sola chiave per uscirne è non smettere mai di lavorare a testa bassa in attesa di tempi (in tutti i sensi) migliori.