Motogp Brno 2019: Marquez dopo un week end di prove impeccabili e di lezioni di pittur… pardon di guida su olio, si porta a casa anche il primo gradino del podio. Alle sue spalle Andrea Dovizioso seguito da Jack Miller
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ToggleI momenti più emozionanti di questa gara credo siano stati quelli di attesa che si asciugasse la pista. Lo spettacolo a Brno non ha fatto certo da protagonista.
Tutte le aspettative sono state confermate, ma adiamo con ordine ad analizzarle una ad una:
Marc 50 di questi giorni
Si nel senso che 50 le ha già vinte e mi sento di affermare alcune di esse anche con una certa facilità. In cronaca durante la gara è stato detto che lo spagnolo è un indiscusso campione e che anche ai non simpatizzanti non può che apparire come tale. Ecco io mi metto ovviamente in quel folto gruppo e devo riconoscere che l’estremo controllo della moto in diverse, se non addirittura avverse, condizioni di grip è sintomo di talento.
In ottica mondiale, però, bisogna ammettere che i tanti aspiranti rivali si pestano spesso i pedi tra di loro, agevolando il compito del Cabroncito e la sua inevitabile corsa all’ennesimo titolo mondiale. Sempre di più vicino all’elitario gruppetto dei piloti che hanno scritto la storia.
Dovizioso senza grinta
A proposito di rivali il primo che mi viene in mente, il più accreditato non solo per ovvie ragioni di classifica e motore, è il nostro Andrea Dovizioso. Il romagnolo come la volti la volti non sembra mai riuscire a sferrare il colpaccio. Che abbia la tuta troppo stretta e non ci stanno assi nella manica?!? O forse, viste le immagini della gomma a fine gara, la massima attenzione era tutta rivolta ad amministrare l’usura dei pneumatici?! Insomma tutto questo per dir che pur arrivando secondo e facendo una gara pulita mi è sembrato mancare di grinta. Mi rendo conto che in gioco ci fossero più variabili del solito, ma è proprio allora che si può osare, puntare anche solo ad indurre l’avversario in errore se necessario. 63 punti sono tanti e 9 gare sono poche per poterli recuperare.
Rossi test Brno: in gara la Yamaha c’era
L’ha confermato pochi giorni fa e l’ha fatto capire anche ieri: lui per il 2020 ci sarà e lo farà con la sua Yamaha 2020. Oggi nei test del dopo gara è andata infatti più che bene. “C’è da migliorare qualcosina”, ha ammesso VR46, che ha girato con una carena in carbonio nuova nuovo motore e telaio.
Nella gara 2019 il pesarese, con il suo sesto posto, è infatti il primo pilota della scuderia nipponica. Forse il modo migliore per rispondere alle affermazioni rilasciate nel mondo Yamaha. Che si voglia dare la colpa ai giornalisti per aver esasperato la vicenda poco importa, il sottotraccia della questione resta lapalissiano. E’ normale in un team alla ricerca di un pilota per il futuro essere più attenti allo sviluppo in quella direzione, ma allo stesso tempo non dovrebbero essere ignorati i risultati (presenti e passati) e l’esperienza.
Analizzando nel dettaglio la gara di Vale, dopo una buona partenza in grado di permettergli di organizzare le proprie mosse per una volta senza provenire da una “remuntada“, abbiamo notato come la moto abbia iniziato ad essere davvero veloce soltanto a fine gara. Che siano le gomme consumate e la moto più leggera la spiegazione?! O forse sono da rivedere l’assetto e l’elettronica?!?
Non pervenuti Petrucci e Vinals
Tra i piloti rimasti nell’ombra della Repubblica Ceca troviamo Petrucci che ha collezionato soltanto un ottavo posto e lo spagnolo Vinals che è riuscito a fare peggio con una decima posizione.
Motogp Brno 2019: tiriamo le somme!
Inizio davvero a pensare che l’unico modo per avere una stagione interessante il prossimo anno possa davvero essere uno scontro tra fratelli. Se non fosse chiaro sto parlando del Cabroncito Junior che se volesse potrebbe lanciare il guanto di sfida proprio al fratellone. Del resto un posto sembra in procinto di liberarsi al 99%… (a buon intenditor)
Non si escludono anche un po’ di mischioni in generale.
Ai piani “bassi” (parliamo di classifica ovviamente) il malcontento di Pol Espargaro che ha apertamente dichiarato di non aver scelto Ktm, bensì di non aver semplicemente trovato alternative, potrebbe portare ad un possibile cambio di programmi per il futuro. Suzuki e Ktm sembrano voler crescere ed entrare a pieno titolo tra le possibili scelte dei Big. Per fare un esempio frutto d molta moltissima fantasia, ve lo immaginate un Valentino di fine carriera che armato di tutto punto in sella alla sua Ktm rompe le uova nel paniere ai primi della classifica?!?!