Milan-Manchester pagelle: tiriamo le somme dell’amichevole di ieri. Un buon 50′ minuti di gioco, poi la sfortuna ai rigori
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ToggleMilan-Manchester 2019: sarà una di quelle amichevoli che ci resteranno in mente, non perché il Milan ha incantato il mondo intero, ma perché con la magra di questa stagione non europea non godremo più di queste partite. Intanto i segnali positivi ci sono, e forse così non se lo aspettavano nemmeno i milanisti. Certo sognare d’estate fa male, perché po arrivano le mazzate sui denti dell’inverno. Specie se si tiene conto che le squadre di Giampaolo tendono ad avere un calo a metà campionato. Ma, ci sono state cose belle, e altrettante più negative. andiamo per gradi.
Giampaolo: giochiamo con fede
Lui, Marco Giampolo, visibilmente soddisfatto, lo dice: “Giochiamo con fede”. Palese che indichi la fede calcistica, di un credo collettivo e di idea di non aver paura anche di fronte al Manchester. E questa forse è la cosa più importante di questa estate milanista. Non l’altisonanza di nomi eclatanti (Modric?), ma piccoli passi alla volta. O come ama dire il mister: per step! Il primo è quello di far capire che si gioca a calcio collettivamente e che ci si muove collettivamente. Questo è segno che i 20 ragazzi finora in rosa hanno percepito e di questo è contento papà Giampaolo. E d’altronde non capitava spesso di questi tempi di vedere il Milan alto almeno 20 metri e giocare nella metà campo dell’avversario.
Milan Manchester 2019 highlights
Primo tempo
Ai Reds mancava Pogba orma in fase di partenza, direzione Madrid, così sembra. Non c’era il tanto desiderato Lukaku e fra i titolari comparivano Rashford e Mata. L’inizio del Milan, che prosegue con il 4-3-1-2, con Suso fantasista e Castillejo ad accompagnare Piatek, è da far tremare le gambe. Gli inglesi sono più avanti di condizione e si vede. Il Milan è un po’ distratto e subisce la pressione sulla prima palla degli attaccanti e di centrocampisti come Matic e Mata, non proprio due pivelli. Così al quarto d’ora, proprio Rashford si incunea, con troppa facilità, dalla sinistra verso il centro e fa partire il destro. Dormita di terzini e difensori e shock psicologico.
Ma il Milan, con Biglia playmaker basso e ancora le due mezzali Calhanoglu e Borini, improvvisata e geniale invenzione di Giampaolo, reagisce. Si installa nella metà campo, con pressing degli attaccanti sui portatori di palla, terzini che avanzano e spingono, e le due mezzali libere di toccare il pallone e cercare la giocata rettilinea. Scambi di uno-due, pressione alta e buon controllo del palleggio fanno sì che i Reds non ricompaiano più da Donnarumma e che il Milan trovi il pareggio. Scambio a limite dell’area e Suso, in una condizione magic, infila il suo sinistro là dove sa. Piatek lanciato verso rete e costretto a defilarsi, prova il colpo a giro, ma De Gea è strepitoso. Suso pennella un tocco a giro e ancora il polacco la tocca o non tocca, ma costringe a un altro colpo di reni il portiere degli inglesi. A fine primo tempo, il Manchester si rivede, ma solo con le azioni veloci di Rashford.
Secondo tempo
Nella ripresa Giampaolo non fa cambi fino al 20′. I rossoneri non spingono a manetta, ma controllano. Fino all’ennesima intuizione di Suso, che ancora registra con cross pennellato e Castillejo tocca e costringe all’autorete l’avversario. Risultato ribaltato, a suon di tocchi d’orchestra e convinzione in campo. Arriva il momento di Andrè Silva. Il portoghese, quasi un ex, è un po’ impacciato e ci mette volontà. Cala il ritmo del Milan, e alla fine da un’azione con marcatura errata Borini- Musacchio, nasce il goal di Lingard. Poi a rotazione entrano Krunic, Daniel Maldini, Brescianini e dulcis in fundo Bonaventura. Il ritorno di Jack è la nota più romantica di questa buona prova.
I rigori
E poi con la sfortuna che accompagna un po’ queste amichevoli internazionali finisce male ai rigori. E’ il figlio d’arte Daniel Maldini a sbagliare il rigore decisivo. Dopo che Bonaventura aveva realizzato il suo rigore personale. Per il giovane Daniel, rivelazione della ICC, ha ragione Giampaolo: “Sono errori che fanno crescere”.
Un Milan che cresce: i più e i meno
I promossi
Come il Milan che a piccoli passi cresce. Scambi di uno-due, dialogo sia fra le fasce che fra i piedi fatati della trequarti. Suso, un mese fa uomo mercato e ora faro dell’attacco. Un giocatore irriconoscibile rispetto a prima. Sembra che Giampaolo abbia trovato la sua collocazione tattica. In grado suggerire le palle per le punte e di spaziare con pericolosità sulla sua fascia preferita o di accentrarsi e provare il tiro. A momenti immarcabile per gli inglesi. E’ lui il migliore in campo e su questo non ci sono dubbi.
Seconda nota positiva è Calhanoglu, altro esubero di lusso. Lui, che dopo quel magico periodo con Gattuso, sembrava essersi perso. Ora sta tornando, abbinando pressing e qualità tecnica, a rendersi utile. Sa crearsi lo spazio e sa cosa deve fare in campo. Sempre tenendo conto del tiro micidiale che può sempre far male. Una mezzala, titolare o non, potrà che essere oro colato.
Terzo promosso è Fabio Borini. Quel pallino di Mirabelli forse si sta rivelando fra le idee più azzeccate. Ragazzo di spirito e sacrificio. Uno che da seconda punta ha fatto pure il terzino e che ora, inventato mezzala da Giampaolo, sembra ancora più utile: tutto peperoncino e applicazione dei compiti. Uno che corre fino allo sfinimento e che si prodiga nel pressing, cercando di essere sempre valida alternativa e spina nel fianco. Per ora ci stupisce vedere un Borini così.
I bocciati
Ma, come detto, non tutto è luca negli occhi. Ci sono zone ombrose da illuminare il prima possibile. Lo dimostrano i goal dei Reds e il secondo parziale finale del seconda frazione, quando il Milan ha arrancato e s’è sfilacciato per la stanchezza e le sostituzioni.
Il primo bocciato è l’asse di destra del Milan. Calabria sa spingere, correre e proporsi tanto, ma a livello difensivo il suo apporto non è granitico. Quando la volontà e il fiato calano il giovane terzino va in panne. Bisogna lavorare su questo assetto. Anche perché Conti, complice quel maledetto infortunio, non gira più come prima. Non sale con continuità e anche lui in difesa sbava. C’è da capire, se qui, è il caso di guardare al mercato o semplicemente lavorare sui due giocatori.
Il secondo bocciato è Musacchio. Per quanto difensore non così inutile e scarso, Matteo Musacchio soffre troppo Rashford e concede troppo spazio a chi penetra dalla fascia. Bene in fase di impostazione e di marcatura, male in fase di allineamento e controllo dell’avversario. I goal di Rashford e Lingard, complici gli errori di chi doveva fare le diagonali, vedono sempre lui come protagonista. Vedremo se Duarte, nuovo arrivato, gli prenderà il posto subito o lo aiuterà, come concorrente, a migliorarsi.
Terzo boggiato è Samuel Castilejo. Ma non per il rendimento, un goal propiziato da un buon posizionamento. La colpa di questa bocciatura non è sua, ma del suo temporaneo ruolo. Samu non è seconda punta e si vede. Manca in fase di inserimento dopo la trequarti, non ha l’accortezza e la fantasia per cercare il dialogo con Piatek e non è adatto nemmeno per concludere con decisione le palle che gli arrivano. Piatek, per lui è strano non fare goal, per ora è a secco, ma sembra più per condizione fisica e un pizzico di sfortuna. Non sembra ancora il momento di bocciarlo.
Milan-Manchester Bonaventura: bentornato Jack
E infine fra i promossi, degni di una copertina, il ritorno in campo, in netto anticipo, di Jack Bonaventura. Il ragazzo che dopo l’infortunio pesante ha bruciato le tappe e ieri è tornato in campo. Si vede che la condizione fisica è provvisoria, ma quella mentale no. Jack ha giocato la palla, nel suo ruolo di mezzala, ha corso e ha cercato il contrasto senza paura. Lui, che garantisce la superiorità i certi momenti e che riesce a impallare gli avversari, è la notizia di mercato più bella di questo nuovo Milan 2019/20.