Milan escluso dalle coppe: così ha deciso il Tas e così sia. Dopo essere rientrati in questi due anni, adesso i rossoneri dovranno riconquistarsi la reputazione perduta
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ToggleNon si può dire mai così in basso, perché siamo stati in B e per ben due volte. Ci sono anni nei quali non abbiamo giocato le coppe e annate finite a ridosso della zona salvezza. Poi del resto è sempre stata un po’ la nostra storia: alti, super picchi e tremendi bassi.
Certo che se ripensiamo ai primi anni Duemila, qualche lacrimuccia un po’ ci viene. Cos’hanno combinato al povero Milan? Sarebbe inutile ripercorrere le tappe di un retrogredire clamoroso, condito con slanci trionfalistici falsi e altrettanto farseschi presidenti stranieri. In fondo, in fondo, forse Ringhio lo sapeva. Chissà!
Una stagione intera a barcamenarsi con la speranza Champions e ora un’altra annata, l’ennesima di ricostruzione, di fallaci speranze e di orientamenti sempre più provinciali. Eh sì, perché a questo punto, siamo una provinciale. Esattamente siamo una vecchio potentato che non conta nulla. Tradotto: abbiamo perso la reputazione.
Un’esclusione che fa male al cuore del tifoso
E per quanto, come diremo fra poco, sarà una boccata d’ossigeno. Nei fatti è una pugnalata al cuore dei tifosi. Quelli stessi che, notizia di ieri, erano a Casa Milan a fare l’ennesimo abbonamento annuale. Quel che più brucia in questa storia non sono i milioni che sono andati persi fra un closing enigmatico e vergognoso, quanto nella post gestione berlusconiana. Come se il presidente più vincente della storia, già l’avesse previsto, quel debito. E a pagare una condanna socio-economica come questa sono i supporters. Quelli che ancora spenderanno la solita cifra, pur sapendo che l’ambizione del prossimo anno sarà pari o inferiore a quella del Sassuolo o della Fiorentina. La sensazione è di un profondo amaro in bocca. La squadra, che, per anni, ha rappresentato l’identikit perfetto del gioco italiano vincente in Europa, ora viene sbattuta a calci, fuori. Il Milan escluso dalle coppe è quasi il titolo di un libro. Un romanzo, che inizia gradualmente stadio dopo stadio, coppa dopo coppa (Mondiale o Intercontinentale, Champions e Supercoppe) e dopo l’apice della storia, crolla. Il Milan oggi è crollato! La sua reputazione è per sempre, o quasi, compromessa. Chissà, non vogliamo nemmeno pensarlo, quanti sfotto, meme, hashtag si stanno triplicando sui social. Noi che sbeffeggiavamo ieri, di contro oggi siamo sbeffeggiati. Com’era: luglio, agosto l’interista sogna sotto l’ombrellone…
Ora, pensate, cosa potranno mai scriverci da oggi: manco a luglio milanista, puoi sognare sotto l’ombrellone…
Milan escluso dalle coppe: è il calcio moderno delle aziende e dei bilanci
E che d’altronde l’era Cragnotti, Tanzi, Della Valle, Ferlaino, Moratti, Agnelli fosse finita, lo sapevamo da un pezzo. Oggi il calcio è come un’azienda: non produci, non fatturi, tac (direbbe il povero nostro depresso Milanese Imbruttito), collassi. Eccolo, il collasso: Milan escluso dalle coppe. Una squadra che le coppe le ha regnate, sbattuta fuori, così, come se fosse un Piacenza qualsiasi (con tutto il rispetto). Ma questo calcio è così. Non puoi permetterti spese folli, se non rientri delle stesse, se non pianifichi, e se non vinci. E il duo Mirabelli- Fassone, diciamolo pure, ha esagerato un po’ troppo. Ora, in informatica, si direbbe: reset.
Si riparte da poche cose e pochi obiettivi. In primis, e qui, c’è il lato positivo della sentenza Tas, senza più questo enorme macigno sulla schiena. Se riusciremo, per l’appunto, a fatturare, potremo comprare e produrre. Vivere con il mercato bloccato, non si può proprio. Secondo, speriamo che la lezione sia servita, ai dirigenti attuali e a quelli che verranno. In quest’epoca calcistica non si scherza più. Altro che settlement agreement, gentlemen o che dir si voglia. Meglio, non sgarrare. Far quel che si può. Filosofia di Gazidis, e filosofia, che (seconda pugnalata al cuore) ci farà sempre più Udinese-Arsenal e sempre meno Milan.
Milan escluso dalle coppe: il mercato che verrà
Sempre più un’Udinese, una Sampdoria, una sorpresa di A. Ti fai i talenti a poco, in casa, e al massimo del potenziale, li vendi. Tradotto: o trovi un’annata buona o non vinci mai niente. E l’esclusione comporta interrogativi non da poco. Chi ci resta ora a Milanello?
Donnarumma è già con le valigie, pronte; Suso ha offerte ovunque e non crediamo farà un altro anno senza coppe; Kessié è richiesto da più parti; Piatek accetterà di restare per il solo campionato; a Cutrone non converrà andare al Torino? Qui si rischia una debacle, un fuggi-fuggi pesante. E d’altronde, al giorno d’oggi, che ambizione può mai offrire una squadra come il Milan?
Ecco un Milan escluso dalle coppe è un Milan che ha abdicato alla propria reputazione. Per colpa di chi? come? cosa? Non importa, ma è così !