3-1 a Reggio Emilia contro il Sassuolo: la Dea è ai gironi di Champions League per la prima volta nella sua storia!
Festa grande a Bergamo per tutta la notte. Ed è giusto che sia così. L’Atalanta è in Champions League, dopo essersi piazzata terza in campionato dopo uno splendido cammino. Un piazzamento che va ben oltre le aspettative di inizio stagione, che erano completamente diverse. Ad agosto, ci si aspettava il passaggio del preliminare di Europa League, disputare un Europa League dignitosa (come quella della stagione 2017/2018), un buon cammino in Coppa Italia e un campionato tranquillo, cercando magari di insidiare le big per confermare un posto in Europa. L’eliminazione ai preliminari contro il Copenaghen ha cambiato però tutto, completamente.
La batosta di Copenaghen non solo non ha permesso alla Dea di partecipare ad una competizione, ma a livello mentale e fisico è stato qualcosa di devastante. L’Atalanta ha iniziato ad inizio luglio la preparazione estiva, proprio per preparare il preliminare, venendo poi eliminata. E ci sta che, in autunno, fisicamente la squadra, dopo un lavoro così pesante, non stesse al meglio. E poi, appunto, il fattore psicologico. La batosta si è fatta sentire eccome. Pochi punti in campionato e tante sconfitte, un Zapata che sembrava un flop, pochi gol fatti e tanti subiti. Insomma, un avvio molto difficile.
Pian piano, però, le cose si sono sistemate. La condizione fisica migliorata, la botta dei preliminari superata, e, fondamentali, altre 2 cose, come ammesso da Giampiero Gasperini. La prima: il recupero di Ilicic, fermo ad inizio stagione per seri problemi di salute non legati all’attività calcistica. La seconda, in contemporanea con il rientro dello sloveno: l’arretramento sulla trequarti del Papu Gomez. Ci è voluto del tempo: Ilicic ci ha messo un po’ a rientrare in forma, e il Papu ci ha messo un po’ a capire come agire nel nuovo ruolo. Quando però entrambi hanno carburato, è cambiato tutto. La Dea ha iniziato a segnare a raffica, e ciò ha permesso a Zapata di realizzare 23 reti, un bottino enorme pensando a come era partito male.
Ecco, la fase offensiva. Questa è sicuramente la caratteristica che distingue il gruppo di Gasp. Quest’anno, probabilmente, ancor di più. Perché se bisogna trovare un neo a questa stagione dell’Atalanta, è la fase difensiva: pochissime reti inviolate e parecchi gol subiti, anche banali. Sicuramente ha pesato il non aver sostituito con un giocatore all’altezza Mattia Caldara, anche se bisogna dire che non era facile. Tuttavia, sarebbe banale e non corretto limitare le problematiche della fase difensiva a ciò. Lo scorso anno sulla trequarti spesso giocava Cristante, un giocatore che dava un apporto difensivo completamente diverso a quello che dà il Papu Gomez, che però dà molta più fantasia negli ultimi metri. Questa può essere la chiave principale per cui l’Atalanta ha subito qualche gol di troppo, ma ha realizzato 77 reti in campionato, più di tutti in campionato.
Vietato dimenticare, naturalmente, lo splendido cammino in Coppa Italia, culminato con la finale, purtroppo persa, del 15 maggio a Roma. Chi avrebbe mai pensato, poco più di 9 mesi fa, di arrivare terzi in campionato e in finale di Coppa Italia? Forse nessuno. Tutti ci avremmo messo la firma. E se fossimo passati a Copenaghen, molto difficilmente si sarebbero raggiunti questi risultati. Perciò siamo di fronte all’ennesima strepitosa stagione dell’Atalanta, una piccola realtà che ora non è più solo in Europa, ma nell’Europa dei grandi. L’accesso ai gironi di Champions è qualcosa di straordinario, un risultato fantastico che porta enormi benefici dal punto di vista economico ma forse ancor di più dal punto di vista del blasone. Chiaro, ora bisognerà alzare l’asticella, e fare un mercato veramente importante, ma già essere arrivati qui è storico.
Godiamoci il momento, godiamoci la Champions! Fino alla fine, forza Atalanta!
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