Il centrocampo: nodo strategico della nuova Juve di Andrea Pirlo
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ToggleI calendari sono stati diramati la Juve giocherà la prima in casa con la Sampdoria, che segnerà il debutto di Andrea Pirlo in una panchina di Serie A. Ma la squadra che verrà affidata al maestro, come tutte le compagini in questo insolito mercato di settembre è ancora largamente incompleta. Se la difesa per sommi capi verrà riconfermata la stessa dello scorso anno, con l’aggiunta di un terzino destro e per l’attacco si cerca una prima punta da inserire tra Ronaldo e Dybala, con Higuain che ha già le valigie pronte. Il reparto che preoccupa di più è il centrocampo.
Chi va e chi resta
Zona nevralgica ha visto le partenze di Matuidi al Miami e Pjanic verso Barcellona. Sami Khedira, out da dicembre per due infortuni consecutivi, ha espresso la volontà di continuare la sua avventura in bianconero, suscitando reazioni contrastanti tra i tifosi. La sensazione è che la decisione sulla cessione del tedesco sia ormai presa: non sarebbe in dubbio il suo addio, ma soltanto come e quando lascerà i bianconeri. Per lui possibile una soluzione come il suo compagno ex Chelsea con la risoluzione consensuale del contratto, per facilitare l’ingaggio da parte di una nuova squadra. Sicuri della riconferma Betancourt tra le poche note liete della breve era Sarri e Rabiot, dopo un inizio con più ombre che luci, nella seconda parte del campionato si è conquistato una maglia da titolare a forza di buone prestazioni. Incerta è la posizione di Ramsey. Tra la Juve e il gallese la scintilla non è mai scoccata, per via anche dei continui infortuni del numero 8, che ormai minano la sua carriera fin dai tempi del Arsenal. È un giocatore duttile, abile in zona goal con i suoi inserimenti. Arrivato in estate a parametro zero a fronte di un buona offerta o scambio che possa garantire una discreta plusvalenza verrà sicuramente ceduto.
Gli arrivi
Nel frattempo sono arrivati Arthur dal Barcellona, McKennie dallo Schalke 04 e Kulusevski dal Parma. L’ex blaugrana è il classico motorino di centrocampo dotato di tecnica e buona visione di gioco, almeno quello visto in Brasile. Nelle due stagioni in Spagna acquistato per 31 milioni di euro più 9 di bonus, ha collezionato 48 presenze di cui 33 da titolare, appena 4 concluse completamente a fronte dei 103 match disputate dalla squadra e condite da sole 3 reti. Si tratta di un acquisto volto più a far quadrare il bilancio nel solito escamotage di plusvalenze, che un innesto funzionale al nuovo progetto di gioco. In sostanza penso che nello scambio l’ago della bilancia penda dalla parte dei catalani. Nonostante la differenza di età 24 contro i 30 del bosniaco, credo che Pjanić sia un giocatore unico nel suo ruolo che abbia ancora tanto da dare e la società di Vinovo si sia fatta ingannare dalla difficile annata appena conclusasi per via sopratutto del difficile rapporto avuto con il tecnico partenopeo. Mentre l’ex Gremio nonostante i due anni passati in Catalogna non si è ancora ambientato al calcio europeo come succede spesso a molti brasiliani che soffrono di saudade e il carattere un po’ sbarazzino, non ultimo risultato positivo all’alcol test dopo un incidente con la sua Ferrari, fanno il resto. Lo statunitense McKennie 21 anni è stato invece una delle poche certezze dello Schalke 04 nell’ultima Bundesliga. Un centrocampista tutta grinta e polmoni, che conta molto sul forte atletismo. Nonostante la sua duttilità , preferisce partire davanti alla difesa, dove corre e smista palloni non disdegnando talvolta qualche l’azione offensiva (vanta 75 presenze e 4 reti in Germania). Alla lunga si potrebbe rivelare un vero crack di mercato. Kulusevski è considerato un centrocampista, ma in Emilia ha giocato da ala destra offensiva sfruttando le sue accelerazioni che hanno fatto la fortuna della squadra di D’Aversa con 10 goal. Pertanto penso che venga preso in considerazione più per il reparto avanzato che come interno nella mediana, ruolo che ha già ricoperto con ottimi risultati nelle giovanili dal Atalanta ai suoi esordi.
Il punto della situazione
Allo stato attuale delle cose senza troppi giri di parole ai bianconeri manca un play maker, per dirla tutta il Pirlo della situazione. Ecco perché la cessione di Pjanic non è stata una buona mossa in seno al tatticismo del rettangolo verde. Ad oggi il centrocampo titolare nel 4-3-3 disegnato dal tecnico dovrebbe essere composto in grosse linee da McKennie-Betancourt-Arthur o in alternativa Betancourt-Arthur-Rabiot. Una mediana di scarsa qualità dove manca un cervello che con le sue giocate imposti la manovra per Cr7 e compagni. Se le cose dovrebbero rimanere così sarebbe più opportuno passare ad una linea a cinque. In un 3-5-2 che vedrebbe Cuadrado, Alex Sandro sulle fasce, provando a rivitalizzare in questo ruolo anche un Bernardeschi sempre più corpo estraneo al progetto bianconero, sfruttando al massimo la loro velocità e inventiva in fase offensiva, con Bentancur e Kulusevski a fare da interni ai lati del Brasiliano, liberi di inserirsi in area avversaria. Ma il maestro in panchina sembra avere in mente però altri progetti e per Pratici sono ore frenetiche queste cercando di accontentarlo nelle scelte, con la sua figura tornata in forte discussione nella stanza dei bottoni bianconera.
Obiettivo qualità
L’obiettivo numero uno su precisa richiesta del nuovo allenatore è Isco da sette anni al Real Madrid. Visione di gioco e precisione nei passaggi può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo nonché quello di trequartista. Trattativa non facile, il cartellino è valutato intorno ai 60 milioni con un ingaggio di 7, naufragato sul nascere lo scambio con Dybala considerato fondamentale per il nuovo corso della Vecchia Signora. A fronte di una buona offerta i madrileni però lo lascerebbero partire, dove Zidane non sembra ritenerlo un perno fondamentale per il suo gioco, relegandolo più di una volta a partire dalla panchina nella stagione passata. Ma il numero 22 ha giurato fedeltà alla camiseta Blanca e vuole dimostrare ancora di meritarsi quella maglia. Più facile arrivare a Houssem Aouar stellina ventunenne cresciuta nel vivaio del Olimpique Lione. Centrocampista universale, scatto fulminante, fantasia e ottima visione di gioco sono le sue carte vincenti. Su di lui ci sono anche Manchester City e Arsenal ed è già partita un asta su base di 50 milioni. Raffreddatasi la pista Pogba, gli inglesi chiedono uno scambio con la Joya ma da Torino provano ad inserire Douglas Costa. Il brasiliano non è da scartare perché congeniale al modulo di Solskjær, ma l’affare per andare in porto ha bisogno di un notevole sforzo economico per un giocatore che comunque sembra aver perso lo smalto che aveva qualche anno fa. Thomas Partey del Atletico Madrid, invece non ha quelle caratteristiche richieste, dopo gli ultimi arrivi risulterebbe un doppione sebbene abbia più esperienza e garantisca maggiore sicurezza di un Arthur o McKennie. Si scandaglia anche il mercato italiano. Con il cambio di proprietà giallorosso, Zaniolo sembra destinato a rimanere all’ombra del cupolone, mentre i 40 milioni chiesti per Rodrigo De Paul dal Udinese, vengono giudicati eccessivi e nel frattempo si è fatto prepotente sul giocatore l’interesse del Leeds neo promosso in Premier. Perso Tonalidirezione Milan, Thomas Locatelli del Sassuolo arriverà solo in caso vada viaRamsey.
In definitiva partito Pjanic è arrivato Arthur; partito Matuidi è arrivato Kulusevski; è arrivato McKennie e partirà in qualche modo Khedira. Si è un chiuso un ciclo, ma è sotto gli occhi di tutti che il nuovo ricambio generazionale non sia la stessa cosa. Ci si è indirizzanti troppo sulla via della scommessa per una squadra che deve per forza di cose vincere. Rimboccate le maniche Pratici lavora per portare al Allianz Stadium quel uomo di qualità già pronto e di sicura affidabilità, che riesca a ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, trequartista compreso, per un 4-3-1-2 da non scartare. Quello che appare è che la Juve al momento non abbia, non voglia o meglio non può disporre di quella forza economica per strappare un top player alle altre big. Ma si sa la Vecchia Signora è sempre pronta a calare l’asso nella manica. Ronaldo docet!