Juan Jesus denuncia e la Roma daspa un tifoso a vita. Per lo meno un qualcosa contro il razzismo, si muove.
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ToggleAncora un altro caso di razzismo nel calcio. Ormai i casi purtroppo, son sempre più frequenti. Questa volta, chi è stato preso di mira, è stato il nostro Juan Jesus. Il brasiliano, è notoriamente una persona che è spesso presente nei social e ha anche molti followers perché è veramente simpatico e piace a tanti tifosi.
Però non tutti la pensano alla stessa maniera e magari “qualche triste mela marcia”, ogni tanto la si incrocia per strada.
E non deve succedere!
Juan Jesus qualche giorno fa, ha denunciato l’accaduto su Instagram, dove ha pubblicato lo screenshot dei messaggi ricevuti. “Stai meglio al giardino zoologico li mortacci tua“, “Maledetto scimmione” e “Negro” sono gli insulti regalati senza motivo al nostro giocatore.
Roba da matti!
La notizia poi è rimbombata sui social e sui media di tutta Italia (ed estero) e oltre alla solidarietà manifestata da tutte le persone con un minimo di buon senso e umanità, la stessa società As Roma si è attivata per bloccare lo pseudo tifoso con un daspo a vita.
Cos’è il DASPO?
Ricordiamo il significato della parola DASPO.
D.A.SPO., acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive.
Per cui questo insultatore da quattro soldi, dovrà salutare l’odore dello stadio quando gioca la Roma e vederla sempre da casa. La presa di posizione della società, deve essere presa da esempio da tutti gli altri club. Bisogna arginare questa feccia che inquina il mondo del calcio e non solo. Il razzismo bisogna combatterlo a 360° e debellarlo.
Il brasiliano quando ha denunciato l’accaduto, lo ha accompagnato anche con il messaggio hashtag ‘Notoracism‘. No al razzismo. E il comunicato ufficiale tramite twitter da parte della As Roma è stata: “Il gestore di questo account Instagram ha inviato insulti razzisti disgustosi a Juan Jesus, attraverso un messaggio diretto.
Abbiamo segnalato l’account alla polizia e a Instagram. La persona responsabile sarà daspata a vita dalle partite dell’#As Roma”
#NoToRacism “
Ottima presa di posizione. Speriamo non succedano più casi del genere perché son veramente tristi!
E ricordiamo che anche noi tempo fa ci siamo post nettamente contro questi episodi!
Il razzismo nel calcio italiano: un po’ di storia
Ma purtroppo il problema del razzismo nel calcio italiano ha radici da lungo tempo.
Ci sono stati casi di discriminazione razziale sin dai primi anni 90′.
Ricordo l’arrivo dell’olandese Aaron Winter, fortissimo centrocampista che andò alla Lazio, fu insultato sui muri a Roma con frasi xenofobe e slogan antisemiti.
Poi ci sono stati i casi di Rosenthal, israeliano che doveva andare all’Udinese, ma per causa di minacce la società decise di non tesserarlo…
Ci fu addirittura la pagliacciata di appendere un manichino nero con la maglia del Verona, per indicare Ferrier, il primo giocatore di colore della storia dei gialloblù. In curva misero anche lo striscione «Il negro ve lo hanno regalato, fategli pulire lo stadio»
Come se non bastasse, i casi di razzismo si son rivisti a Perugia con Coly e potremmo continuare ancora con i casi di Omolade del Treviso, Zoro del Messina, Boateng, Constant e De Jong del Milan. Nella storia più recente, ricordiamo i buuuuu a Muntari, a Koulibaly, a Kean a Lukaku e a Kessié.
Da tempo si denunciano i fatti, ma non si attuano mai provvedimenti. Ma d’altra parte, ricordiamo anche la becera frase dell’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio quando fece l’esempio di un ipotetico ” «Opti Pobà che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio…”. Anche se poi si è scusato nel lontano 2014 e ha detto che si riferiva al curriculum, non ad altro.
In fondo, come si dice? Il pesce puzza sempre dalla testa.
Ed allora, ben venga il primo passo fatto dalla As Roma nel daspare l’insultatore.
E mi auguro che se dovessero succedere altri casi, che altri club facciano lo stesso passo!