Trovare tifosi italiani del Liverpool nel nostro Bel Paese, dove il calcio di Serie A la fa da padrone non è per nulla semplice. Ecco perché, quando ne incroci uno per strada o in rete, diventa un tesoro prezioso da non perdere, anzi da estrarne più informazioni possibili. Sarebbe, forse meglio dire, emozioni, perché come dice Lui il Liverpool è un popolo unico! Il Liverpool è la gente! Il Liverpool è il popolo della città omonima.
Stefano Ravaglia, ragazzo di Ravenna, ma con il cuore verso i Reds, non ci ha voluto solo descrivere le emozioni e le sensazioni di uno scudetto vinto meritatamente, ma ci ha tenuto a spiegarci cosa sia il mondo del calcio inglese. In particolare non solo vivere la Premier, ma assaporare l’English Football, quello genuino.
Chi è Stefano Ravaglia?
Indice dei contenuti
Toggle- Chi è Stefano Ravaglia?
- La storia del Liverpool Italian Branch
- Calcio inglese: quanto costano i biglietti per una partita e quanto costa un abbonamento?
- Quanto guadagna Klopp all’anno con il Liverpool?
- Liverpool campione: festa per il titolo delle Premier
- I giocatori più giovani e interessanti del Liverpool: ecco quali sono
Stefano Ravaglia è un giornalista pubblicista e scrittore. Scrive e collabora con La notizia Sportiva, UnfoldingRoma Art Magazine e Cuori Rossoblu.
Non vive solo di calcio, e nella sua vita sportiva, segue anche altri sport di minor spicco nazionale, ma altrettanto avvincenti: il basket e in particolare la Fortitudo Bologna; o ancora il mondo sempre dinamico della Formula 1 e non a caso è gestore della testata F1world.it.
Ma la sua eclettica attività spazia anche nella scrittura. Ciò che vive da “calciofilo” e tifoso lo sa trasmettere nei suoi libri. Nonostante la giovane età, ha già pubblicato 4 volte:
- “Il pallone con i pentagoni” – Urbone Publishing (2016)
- “Chiaroscuri d’amore” – Editore Project (2017)
- “Dietro la porta” – Urbone Publishing (2018)
- “Lettere da Liverpool” – Battaglia Edizioni (2020)
E nella sua ultima fatica letteraria “Lettere da Liverpool” argomenta e racconta la gioia dei tifosi dei Reds per lo scudetto atteso da 30 anni. D’altronde lui è socio del club Liverpool Italian Branch, un famoso fan club della squadra inglese. E allora partiamo proprio da qui…
- Ciao Ste, domanda a bruciapelo: perché tifi Liverpool?
“Un episodio specifico non c’è. Fra Milan (sono tifoso rossonero) e Liverpool c’è sempre stato un sodalizio amichevole. La tragedia di Hillsborough del 15 aprile 1989 allacciò ancor di più i rapporti fra i due club. Fu in quel giorno o pochi giorni dopo che a San Siro si cantò “You’ll never walk alone” e le canzoni cantate quel giorno furono incise in un CD, che la Curva rossonera decise di produrre per solidarietà. Da quel momento ho iniziato a interessarmi al calcio d’Oltremanica e in particolare al Liverpool. D’altronde è difficile spiegare il legame che si sancisce fra i Reds e i propri tifosi. Oggi per me il Liverpool è un segno dell’Inghilterra“.
La storia del Liverpool Italian Branch
- Ci parli ora della storia del tuo Liverpool fan club?
“Il Liverpool Italian Branch è nato per la volontà del suo fondatore Nunzio Esposito nel 1999 e del co-fondatore Filippo Rossi. A quel tempo il calcio inglese lo seguivi sul Guerin Sportivo (non c’erano né i siti web e nemmeno le APP o i canali pay-TV) e si sapeva poco di Premier e Championship. Oggi il club ha più di 300 soci, ma a quel tempo erano davvero pochi i soci fondatori. Attualmente il fan club si trova in Italia in varie parti: Bergamo, Brescia, Torino, Modena e tante altre zone della penisola.
Il Liverpool Italian Branch si occupa di fornire tesseramenti, biglietti per la partita, organizza trasferte per Anfield e tantissime altre cose. In particolare il fan club è molto attivo per fornire informazioni e attivarsi per le singole membership“.
Calcio inglese: quanto costano i biglietti per una partita e quanto costa un abbonamento?
- Diventa interessante sapere un po’ come funziona il sistema di abbonamenti e biglietteria inglese. Vogliamo un po’ sfatare questo luogo comune degli stadi costosissimi?
“Assolutamente sì. Non è per nulla vero che i biglietti sono più onerosi che in Italia. Ti faccio un esempio: lo scorso anno ero a vedere una partita di Premier Watford – Manchester United e ho speso in tutto 45 euro, e mi trovavo a pochi metri dall’assistente arbitrale. Le partite di coppa costano al massimo 50/70 euro a testa. Se pensiamo che nell’ultimo derby di Milano i prezzi erano intorno ai 90/100 euro, possiamo ben vedere che la differenza non è poi così elevata. E se ci riferiamo agli abbonamenti, siamo intorno ai 600/700 euro a testa, per cui, anche qui la differenza non è così netta.
Fra le altre cose alcuni stadi inglesi sono ricordi del primo football che è stato giocato. Quello del Brentford (questa è la storia dello storico club britannico), per esempio, è stupendo e quasi rustico: fra tipiche case britanniche sorge lo stadio; è un po’ come giocare in uno stadio antico e autentico”. Non dimentichiamo che l’organizzazione inglese è più che efficiente e i biglietti sono al portatore (per cui qualcuno può comprarli e cederli anche a qualcun’altro). Il calcio inglese di fondo è più accessibile“.
- Ma il Liverpool in Italia secondo te è ben considerato?
“È chiaro che dopo la faccenda triste della strage dell’Heysel il Liverpool ha perso appeal nella nostra nazione. Dipende, ecco…Una parte simpatizza e una parte non lo ama troppo“.
- Bene, passiamo ora alle individualità che hanno contribuito a portare a casa il titolo inglese. Che mi dici di Salah e Alisson Becker? Sono gli stessi che abbiamo lasciato in Italia?
“Il loro valore era già grande, ma Klopp ha migliorato di gran lunga le loro prestazioni. La grande capacità che va riconosciuta a Klopp è di saper esaltare le qualità dei singoli. Su Salah, in particolare, ha ancora il vizio di estraniarsi talvolta dal gioco, ma quando riappare è decisivo“.
- Senti fuori dall’Inghilterra ha colpito la figura di Sadio Mané per le sue dichiarazioni molto generose nei confronti delle persone meno abbienti, cosa ne pensi?
“Ma sai Sadio Mané (ecco la sua carriera completa) è un giocatore molto generoso, ma anche Alexander – Arnold ha una storia particolare. Ci sono tanti giocatori che fanno beneficenza. Il senegalese ha giovato a Klopp, poiché è funzionale al suo gioco: corsa, sacrificio e verticalizzazione“.
Quanto guadagna Klopp all’anno con il Liverpool?
Jurgen Klopp, che nella sua carriera si è seduto in panchina 840 volte, ottenendo 447 vittorie, 201 sconfitte e 192 X, guadagna al Liverpool 15 milioni di sterline all’anno! Un costo così esorbitante deve, però, avere delle motivazioni. Ecco quali…
- Cosa ha portato Klopp ai Reds in fatto di schemi e mentalità?
“Il tedesco ha portato due cose:
- Mentalità: è la prima persona dopo Bill Shankly (big manager del 1959) che ha saputo cambiare mentalità al Liverpool. Bill Shankly ha ricostruito lo stadio, ha ripreso il contatto con i tifosi e ha trovato anche mansioni lavorative ai calciatori del club. Ecco, Klopp con la sua barba da filosofo, con il suo modo e mondo pragmatico è stato in grado di scomodare una figura come Bill Shankly. Il tedesco è entrato in empatia con Anfield, con la città e con il popolo dei Reds. Jurgen Klopp ha ricreato una community che ha coinvolto tifosi e squadra.
- Il gioco: un palleggio funzionale al risultato efficace. I singoli sono stati esaltati dal gioco collettivo e anche la difesa guidata da maestri come Van Dijk ne ha beneficiato. La squadra è complessivamente migliorata nel difendere i propri 25 metri e si è creato un blocco unico difesa/ attacco”.
- Possiamo dire che Klopp ha aperto un ciclo?
“Sì, certo che un ciclo è stato aperto. Klopp dovrebbe restare al Liverpool fino al 2024. la squadra è giovane, e con un buon mercato si può continuare su questa scia. Le vittorie aiutano a vincere: vince la Champions, vinci poi la Premier League. Cresce la convinzione! La squadra, che nel passato mancava in certi momenti, ora si è sbloccata e non ha più paura.
Per esempio, nel 2019 intorno a gennaio/febbraio il Liverpool è crollato, mentre quest’anno ha saputo resistere con concentrazione alle difficoltà. I gregari poi sono stati molto decisivi!
Mi chiedi cosa vorrei dal mercato? Non lo seguo moltissimo, ma vorrei un buon centrocampista e un ricambio in difesa, zona centrale“.
Liverpool campione: festa per il titolo delle Premier
- 30 anni fa tu eri molto giovane e non so che effetto può averti fatto quello scudetto. Oggi che è effetto ti fa?Ma come dice Klopp la festa è solo rinviata
“Viverlo fra noi del club è stato bello. C’era anche la paura della non assegnazione, poiché molti campionati europei avevano deciso per il blocco o quasi, e quindi siamo contenti così.
Certo è stato spiacevole non poterlo festeggiare dal vivo. Io per sentirmi come la gente di Anfield ho imbandierato casa mia. Dopo il pullman scoperto, appena si potrà, verrà fatto qualcosa nello stadio. Siamo e sono ad ogni modo stato testimone di un evento!“.
- C’è stata una polemica nata per mancanza di rispetto nei confronti delle misure di sicurezza da parte dei Reds, lo consideri dopo 30 anni accettabile o forse si poteva agire in altro modo?
“Ma un po’ responsabilità deve prendersela pure il sindaco di Liverpool. Io non sono d’accordo con questo modo di festeggiamento, anche se la massa è difficile da controllare. Il punto è che o recinti e blocchi tutti o è inevitabile che accadano certe cose“.
I giocatori più giovani e interessanti del Liverpool: ecco quali sono
- Chiudiamo con uno sguardo al futuro. So che tu non segui tutto il mercato del Liverpool, ma un paio di nomi di ragazzi su cui scommettere?
“Allora ho sentito parlar bene di Harvey Elliot (classe ‘2003) e Neco Shay Williams (classe ‘2001). Nella vetrina di coppa hanno ben figurato“.
Come si può ben comprendere dall’intervista rilasciata da Stefano Ravaglia il Liverpool e il suo mondo rappresentano una community coriacea, fedele e indissolubile. Ecco perché quel famoso You’ll never walk alone non è solo un inno è un’unica anima che parla. Ed è forse questo che, a distanza di anni e anni (l’ultimo trionfo in Premier accadde proprio trent’anni fa) rende unica e inimitabile la gente di Anfield. Perché come ha detto Massimo Marianella di Sky la sera di Liverpool-Barcellona 4-0 certe cose accadono solo ad Anfield…