Intervista a Marta Elena Casanova, tifosa della Samp e autrice del libro “Tifose” che ci ha raccontato il tifo femminile in un’intervista dove i diritti per le donne non siano dimenticati
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ToggleMarta, come giudichi la prova dell’Italia nella prima parte del Campionato di Calcio Femminile? L’Italia può vincere il Mondiale?
La squadra sta dimostrando grande tenacia. Ci sono formazioni più forti della nostra, ma le ragazze di Milena Bertolini sono ben disposte in campo, sono brave e hanno una marcia in più: l’affiatamento. L’armonia dello spogliatoio è fondamentale in un gioco di squadra. Non so se possano vincere il Mondiale, ma senza dubbio possono andare avanti senza alcun timore, giocandosela sempre a testa alta.
Nel tuo libro racconti le tifose di tutte le Nazioni. Quale episodio che hai raccontato ti ha colpito di più?
Senza ombra di dubbio mi colpiscono paesi come l’Iran, dove le donne hanno problemi non solo a tifare, ma ad entrare negli stadi, o l’Arabia Saudita, dove solo ora si inizia a dar spazio alle donne, per quanto con molte restrizioni. E’ qui che il calcio non può essere visto “solo” come uno sport, ma come una questione sociale e politica.
Cosa si può fare per un calcio più equo in cui ci sia più eguaglianza anche salariale tra donne e uomini?
Prima di parlare di salario bisogna affrontare molti altri problemi che riguardano le tutele e i diritti delle donne nello sport. Il fatto stesso che le calciatrici non siano considerate professioniste ma dilettanti, anche con impegno uguale ai loro colleghi uomini, è un problema di peso. In Italia si sta pensando di passare al semiprofessionismo, e già questo sarebbe un buon traguardo. La parità salariale in alcuni paesi è stata raggiunta per quanto riguarda i giocatori e le giocatrici della Nazionale, anche questo è positivo. Per quanto riguarda i campionati nazionali la strada è ancora lunga e bisogna tener conto dell’interesse e degli introiti che genera il calcio maschile, altissimi, e perciò difficili da pareggiare, certamente nel breve termine.
Marta Elena Casanova intervista: da sempre tifo Sampdoria
La tua Genova e la Sampdoria. Raccontaci un tuo ricordo di un derby indimenticabile. Può Genova superare le difficoltà vissute nel 2018?
Difficile. Nel senso che gli ultimi derby che ho visto sono stati quelli della stagione 2002/2003, quando la Samp ne ha vinti tre su tre ( uno di Coppa Italia). Bei ricordi, anche perché per la Sampdoria quell’anno ha significato il ritorno in Serie A. Ma da quel momento non ho più assistito ad un derby allo stadio. Troppa sofferenza, non riesco a viverla serenamente, non mi diverto nemmeno. Perciò soffro a casa, con un occhio aperto e uno chiuso sul risultato. Lo so, è un po’ estremo, ma sono fatta così.
Donne, tifose, arbitre. Quale è il ruolo delle donne nel calcio? In tribuna, in campo, come dirigenti? Vedi un tuo ruolo nel calcio nel futuro?
Le donne possono fare tutto nel calcio, lo hanno dimostrato in passato, lo stanno dimostrando ora. Il problema è che devono lavorare il doppio degli uomini per far capire la loro bravura, la loro competenza. Non so se vedo un mio ruolo nel calcio in futuro, certamente mi divertirebbe. Ricordo che bambina mi sarebbe piaciuto diventare Osservatore. Non è andata così, ma non si sa mai nella vita!
Il libro Tifose: un gran successo
Il tuo libro “Tifose” è stato un grande successo, presentato anche al Milano Latin Festival nel 2018. Dove vorresti presentarlo? A quale pubblico vorresti parlare?
Credo che Tifose abbia fatto i suoi giri, quelli giusti, quelli che doveva fare. Mi piacerebbe però continuare a parlarne approfondendo il discorso di etica sportiva, degli obiettivi che bisogna raggiungere, che è giusto raggiungere, per le donne nel mondo dello sport, non solo del calcio.
I gruppi di tifose organizzate fatti di amiche, sostenitrici della maglia, al di là di ogni difficoltà e contro ogni pregiudizio. Per quale gruppo simpatizzi in particolare?
Devo dire che mi sono affezionata alle donne del Milan Club Stella di Saronno, le prime che ho incontrato per scrivere il mio libro. Donne simpatiche, vulcaniche, fonte inesauribile di storie e aneddoti. Mi sono divertita molto a parlare con loro. Anche le Galline padovane sono eccezionali.
Quale è il Paese di riferimento per l’Italia? Gli Stati Uniti? Il Canada? Quale esempio vedi per il calcio italiano per avvicinare le donne ancora di più al calcio.
Gli Stati Uniti sono avanti anni luce nel mondo del calcio femminile. Non solo rispetto all’Italia. Il paese che attualmente si sta muovendo di più e più velocemente è la Spagna. Il Real Madrid sta correndo ai ripari per mettersi in pari con le altre Società che hanno squadre femminili forti e competitive a livello nazionale ed internazionale. Ecco, magari bisognerebbe seguire la Spagna.
Fabio Quagliarella, un grande campione per la Sampdoria. Rimarrà a Genova anche nel 2020? E cosa pensi di Mister Giampaolo che ha appena firmato per il Milan?
Per quanto mi riguarda Quagliarella dovrebbe terminare la sua carriera sul campo a Genova. Ma questa non è un’opinione, è cuore. Se il nostro 27 vorrà andare via, per esempio a Napoli, saremo comunque contenti per lui. E’ un grande professionista, serio, un grande uomo. Uno che ha passato una brutta storia personale e che nonostante tutto non si è mai tirato indietro, ci ha sempre messo l’anima e il fisico. E una volta risolto tutto è rinato, più forte di prima. I suoi record lo dimostrano. E sono certa che finché si divertirà sul campo andrà così. ovunque si troverà. Credo che molti giovani calciatori dovrebbero guardarlo come modello da seguire.
Per quanto riguarda Giampaolo, credo che il Milan per lui rappresenti una grande sfida, ovviamente dipenderà anche dalle operazioni di mercato che la Società potrà fare per dargli una buona squadra. Ho sempre apprezzato il gioco di Giampaolo. Come per ogni Mister ho avuto anche molte critiche per lui, ma si sa che siamo tutti allenatori! Scherzi a parte, per la Sampdoria ha fatto tanto, è un ottimo allenatore.
Marta Elena Casanova giornalista. Ti va di dare un consiglio ai ragazzi e alle ragazze che vogliono intraprendere questa professione?
La professione del giornalismo oggi è complessa, si sa, è inutile girarci intorno. Bisogna avere passione e tenacia, e un po’, più di un po’ in realtà, di sfrontatezza. Non avere paura di provare, mai.
Grazie Marta, buona fortuna per tutto e continua questa bella battaglia a favore di una maggiore uguaglianza nel calcio e di un ruolo più attivo per le donne che superi gli stereotipi.