Due sconfitte in pochi giorni. Due sconfitte così diverse tra loro, ma che bruciano allo stesso modo. Barcellona prima e Juventus dopo. Due sconfitte contro delle rivali dimostrate più cattive e “forti”.
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La sosta darà ad Antonio Conte la possibilità di lavorare con calma, dopo il tour de force di questi ultimi 20 giorni. Il tecnico leccese ha sì cercato di affidarsi anche alle seconde linee, ma nell’ultima settimana è successo davvero di tutto.
Si parte da Genova. L’Inter scende in campo con diverse novità. Pochi giorni dopo c’è la sfida delicatissima di Barcellona. Riposo precauzionale per Lukaku, dentro il duo Lautaro Martinez-Alexis Sanchez.
Il cileno si fa espellere all’inizio del secondo tempo. Decisione magari giusta, ma troppo fiscale (abbiamo visto anche scorsa giornata come gli arbitri non utilizzano tutti lo stesso metro di giudizio!).
La partita dell’Inter rischia di complicarsi, così serve uno sforzo maggiore per portare a casa una sfida che sembrava alla portata dei nerazzurri, senza alcuna difficoltà.
Conte ridisegna la squadra e manda in campo forze fresche. L’Inter porta a casa i tre punti, ma è costretta a spingere sull’acceleratore per tutto il secondo tempo. Che fatica!
I dolori di Champions…
Mercoledì, sfida intensissima in Catalogna. L’Inter parte benissimo e trova subito il gol. Lautaro non fa rimpiangere Lukaku, assente per un problema muscolare, e la formazione nerazzurra domina i blaugrana per sessanta minuti, sciorinando calcio in casa del Barca.
Sul finale arriva – complice il calo fisico, un arbitraggio un po’ “casalingo” e la forza dei singoli del Barca – la doccia fredda.
La situazione si ribalta e l’Inter subisce prima il pari e poi il gol del raddoppio (doppietta di Suarez!) che sanciscono la prima caduta nerazzurra.
Risultato bugiardo, perché avremmo potuto e dovuto meritare di più. Avremmo potuto lasciare il Camp Nou da imbattuti.
…e quelli di Campionato!
Nemmeno il tempo di ricucire la ferita che il calendario mette in scena un altro big match. Forse il più importante della stagione per noi tifosi. La partita che tutti aspettiamo e che quest’anno ha un valore in più.
A San Siro arriva la Vecchia Signora.
La prestazione di coppa fa ben sperare e tra i tifosi bianconeri serpeggia un po’ di timore. Questa Inter sarà un osso duro. Una formazione difficile da battere.
Al pronti via gli ospiti si rendono subito pericolosi e in pochi minuti trovano il gol con Paulo Dybala.
L’Inter fatica a reagire e si sveglia solo dopo la traversa colpita da Cristiano Ronaldo. Il pericolo scampato fa sì che i nerazzurri inizino a prendere, pian piano, il piglio del gioco, trovando addirittura il pari con il rigore realizzato da Lautaro.
La partita comincia a farsi bella, ma… Sensi si fa male e l’Inter perde il suo “costruttore di gioco”. Il suo faro, la sua luce in mezzo al campo. Per la formazione di casa è il buio più totale.
La Juventus comincia ad essere più pressante e domina nel gioco, noi fatichiamo a costruire azioni importanti e quando ci riusciamo sbagliamo sempre la misura dell’ultimo passaggio. Un casino!
Conte prova a correre ai ripari pescando ciò che può dalla panchina, ma gli uomini che decideranno l’inerzia del match li pesca Sarri dalla sua, dimostrando tutte le fragilità di questa rosa.
Gobbi nuovamente in vantaggio e mattatori a Milano. Che mazzata. Che doppia mazzata.
Cosa succederà?
La sosta farà bene ai nostri ragazzi. Per recuperare energie mentali e fisiche, ma soprattutto per permettere al tecnico di sviscerare le prestazioni contro Barca e gobbi e farli rivedere più e più volte al gruppo.
Abbiamo steccato le sfide più importanti della stagione. Ma non abbiamo demeritato. L’importante è che passi questo concetto.
Il calendario non è stato benevolo con noi, mettendoci la Juventus al termine di un ciclo di partite impressionante e subito dopo la trasferta di Champions in casa del Barca.
Siamo stati sfortunati, è vero. Siamo stati all’altezza delle sfide di cartello che avevamo in programma, ma… ci è mancato sempre qualcosa.
In casa del Barcellona non siamo stati cattivi quanto basta. Dovevamo chiuderla. Trovare il gol dello 0-2 e spegnere tutte le loro velleità. Siamo stati penalizzati da decisioni arbitrali piuttosto opinabili, ma siamo andati più e più volte dalle parti di Ter Stegen senza mai chiudere realmente la disputa.
Contro la Juve abbiamo pagato l’uscita di Sensi, la serata assolutamente no di Lukaku e lo “strapotere” di una squadra che può contare su una panchina di assoluta qualità.
Ripetiamolo tutti insieme: L’Inter non ha demeritato
Guai ad affermare il contrario. Si può dire di tutto. Parlare di tutto, ma non si potrà mai affermare che l’Inter sia uscita da questi due big matches con le ossa rotte.
Solo qualche lieve ferita o escoriazione, ma il “bello” deve ancora venire, perché bisogna vedere come questo gruppo reagirà a queste due sconfitte, che di fatto potrebbero segnare l’andamento della nostra stagione.
Alla ripresa del campionato questo gruppo dovrà dimostrare di aver fatto tesoro di queste sconfitte e di essere riuscito ad andare oltre, tornando a macinare gioco e punti.
Il salto di qualità, richiesto a questa squadra, passa tutto da qui. Da questi momenti. Come reagirà questo gruppo a questa doppia sconfitta? Con che morale ripartirà sia in campionato che in Champions?
Il calendario ci mette davanti delle sfide pienamente abbordabili in campionato, delicatissime invece in coppa.
Una dopo l’altra affronteremo le cosiddette piccole. Avremo la possibilità di riprendere ossigeno, ma la realtà può nascondere sempre qualche insidia.
L’Inter degli ultimi anni ci ha sempre dimostrato come sia difficile rialzarsi dopo una sconfitta, quanto sia difficile ritrovare la strada Maestra.
L’Inter degli ultimi anni ci ha sempre abituato a partite esaltanti con le grandi, e sfide da bollino rosso proprio con le piccole. In quelle occasioni in cui cala la concentrazione e “via col liscio”.
In coppa, invece, non sarà possibile registrare più alcun passo falso. La sfida col Borussia in casa diventa fondamentale.
L’Inter deve iniziare la propria rincorsa europea. Un punto dopo due turni è proprio un misero risultato e l’avversario non è dei più facili.
Il Borussia verrà a Milano da primo della classe. Nessuna paura!
Bisogna ripartire da tutto ciò che di buono abbiamo fatto vedere contro Barcellona e Juventus e tornare a lottare su ogni campo, contro ogni avversario e se dovesse servire anche contro “noi stessi”.
Questa Inter avrà di fronte a sé l’ennesimo bivio: sorprendere o fallire
Quest’anno sono fortemente sicuro che saprà fare la scelta giusta. Conte è uno che non molla facilmente. È uno che lotta fino alla fine.
Li abbiamo esaltati fino ad oggi, dobbiamo continuare a farlo anche in questi piccoli momenti di difficoltà.
Soprattutto la sfida con la Juventus ha evidenziato i limiti di una rosa che non può contare su dei veri e propri campioni. Nella sfida con il Barca abbiamo, invece, visto quanta differenza ci sia ancora tra il nostro gruppo e il loro, come un Campione può ribaltarti un risultato e risolvere a tuo favore una partita.
Abbiamo affrontato due Golia del calcio internazionale e da Davide, quale Noi siamo, abbiamo dimostrato tutto il nostro valore. Il valore di un gruppo di ragazzi straordinari che ha voglia di lottare, stupire e raggiungere gli obiettivi prefissati.
Abbiamo visto un Lautaro stratosferico e lottatore. Fare a sportellate con chiunque ed essere decisivo con i suoi gol. Abbiamo visto giganteggiare i nostri “nanetti” del centrocampo. Sensi e Barella veramente mostruosi. Sia al Camp Nou che in casa con i gobbi. Abbiamo visto un Bastoni entrare alla grande in partita domenica sera (e chi lo attacca per l’errore sul gol è solamente prevenuto!), senza dimenticare che parliamo di ragazzi di appena vent’anni. Il futuro è totalmente dalla nostra parte, ma il presente è già abbastanza positivo.
I risultati li otterremo solo con il lavoro, la dedizione e il sacrificio. Ad oggi questa ciurma di ragazzi fantastici sta dando più di quello che avrebbe potuto. L’asticella si è ampiamente alzata, ma occhio ed eventuali cadute. Potrebbero essere pericolose per i singoli o per il gruppo.
Voglio porre la mia fiducia nell’uomo che ci guida. Nella sua voglia. Nel suo carisma. Nell’ascendente che ha su ogni singolo giocatore.
Voglio credere che quest’anno tutto possa filare liscio. Che non ci siano cali di tensioni o momenti a vuoto.
Voglio pensare che nessuno staccherà la spina o si tirerà fuori da un progetto tanto grande, quanto ambizioso.
Il nostro obiettivo non deve essere lo scudetto, ma cercare di rimanere lì il più a lungo possibile e giocarci, domenica dopo domenica, le nostre chances.
Non possiamo e non dobbiamo mollare. Se succedesse non sarebbe mai cambiato nulla in questa società. Sarebbe tutto rimasto uguale allo scorso anno, all’anno prima, all’anno prima ancora… questa Inter ha fame e voglia e deve tornare in campo più affamata e più incazzata di prima.
Il nostro obiettivo è stupire. lo abbiamo già fatto. Adesso aggiungiamoci anche i risultati.