Inter-PSV 1-1: Icardi non basta, agli ottavi va il Tottenham. Delusione e tristezza
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ToggleDelusione. Tristezza. Rabbia. Dispiacere. Il gol di Icardi non basta e l’inter getta alle ortiche la qualificazioni agli ottavi di Champions nel modo peggiore possibile. Perché se al momento del sorteggio, la caduta in Europa League era un evento più o meno preventivabile nella mente del tifoso nerazzurro, adesso sa di beffa.
Le due vittorie in avvio avevano lasciato ben sperare per il proseguo del nostro cammino nella competizione europea più prestigiosa, un ottimismo che neanche lo stop contro il Barcellona, abbastanza prevedibile a dire il vero, aveva potuto scalfire. Del resto a quella sconfitta era seguito il pareggio di rabbia e di voglia al Meazza contro i blaugrana e a quel punto la classifica sembrava perfetta: ci sarebbe bastato un pareggio a Londra per avere la certezza del passaggio del turno.
Sappiamo come è andata a Londra, ma nonostante questo gli ottavi erano ancora lì, a portata di mano per i nostri ragazzi e soprattutto per noi, che ogni domenica affolliamo gli spalti di San Siro o non ci perdiamo un attimo delle partite dai divani delle nostre case.
Inter-PSV: 1-1 sintesi
Ci bastava fare meglio del Tottenham, atteso in casa del Barcellona. Catalani che dopo una manciata di minuti dal fischio di inizio si erano già portati in vantaggio sui londinesi. E noi? Noi abbiamo preso un palo al pronti via e ci siamo disposti a schiacciare il Psv nella propria metà campo alla ricerca del vantaggio. Al quarto d’ora Asamoah ha perso una palla sanguinosa, e gli olandesi sono passati in vantaggio.
Nessuna capacità di gestione del match, frenetici e poco altro.
Da quel momento nelle menti dei nostri giocatori deve essersi aperto lo spettro della voragine nella quale potevano cadere e invece di mettersi di nuovo a macinare gioco con ordine si sono fatti prendere dalla frenesia di recuperare il risultato, ottenendo solo di portare attacchi continui in maniera quasi improvvisata. Perdendo spesso ingenuamente il pallone ed esponendosi al contropiede degli avversari che non ha avuto successo sia per qualche intervento di Handanovic, sia per la buona guardia fatta dai centrali Skriniar e De Vrji.
Nel secondo tempo abbiamo trovato il pari, ma non le forze per il sorpasso.
Nel secondo tempo la musica non è cambiata, fino a che Politano, anche ieri uno dei migliori, ha trovato il cross perfetto per Icardi che è riuscito a battere Zoet per il pareggio che sembrava portarci dritti dritti nel calcio dei grandi. A quel punto si può registrare il secondo errore della conduzione di gara interista: dopo la troppa frenesia, la troppa calma. Abbiamo dato l’idea di volerla gestire per non rischiare, forse per fatica, quasi speculando che da Barcellona non giungessero brutte notizie. E invece il Barcellona si era fatto raggiungere pochi minuti dopo il gol di Icardi.
E neppure la consapevolezza che il pareggio non ci bastava più, ci ha fatto trovare le forze per trovare il solo gol che ci avrebbe garantito la qualificazione. Impressa negli occhi, l’incornata di Lautaro, finita alta sopra la traversa, a spezzare i nostri sogni di gloria.
Fatti dei passi avanti, dobbiamo ancora crescere tanto…
Quello che ci resta è l’impressione di una squadra che ha cercato di ottenere quello che tutti noi volevamo, ma che non ci è riuscita perché ancora non è pronta. Non sa concretizzare ogni occasione che le capiti, non sa salvaguardarsi nei momenti topici (anche ieri sera, come contro la Juventus o la Roma, alla disattenzione è seguito un gol) e non sa ragionare nel momento in cui sarebbe più importante farlo.
Non sappiamo gestire le partite quando la pressione aumenta, non perché i nostri non abbiano voglia, o non siano in grado in assoluto, ma perché non siamo ancora abbastanza maturi per farlo. Ci manca l’impronta della grande squadra, stiamo studiando per diventarlo e spero con tutto il cuore che batoste come quelle di ieri siano tappe di un processo di crescita che ci possa portare a tornare quello che eravamo, e non viatico di un paio di mesi sulla scia dell’inverno dello scorso anno.
Inter-PSV: le note positive
L’aver giocato queste sei partite però ci lascia anche la sensazione di ave qualcosa di solido da cui ripartire: la coppia di centrali difensivi prima di tutto. Skriniar e De Vrji si sono dimostrati anche nel confronto con alcuni degli attaccanti più forti d’Europa, come Suarez e Kane, delle dighe difficilmente superabili. Brozovic ha confermato di essere ormai un giocatore imprescindibile per il centrocampo nerazzurro e tra i migliori nel suo ruolo. Politano si è confermato l’acquisto più azzeccato della stagione e anche ieri con la sua uscita si è spenta la luce.
Icardi: l’uomo che non manca
Per non parlare di Icardi. Su di lui si è detto di tutto.
Era quello che segnava solo inutili goal, il paracarro, quello che non sa fare la differenza e lo si aspettava al varco in Champions per poter dire che Mauro Icardi non segna nell’Europa che conta. Bene, Icardi con quello di ieri ha marcato 4 dei 6 gol nerazzurri in Champions, non male per un lampione. Ieri mi è piaciuta anche la sua abnegazione e il tentare di variare il suo gioco svariando per tutto il campo nel tentativo di far salire la squadra, oltre a un paio di assist che avrebbero meritato maggiore fortuna. È di Icardi infatti l’assist per il palo di Perisic, così come quell’appoggio indietro per Brozovic che il croato ha poi sparacchiato alto. In più se guardiamo il tabellino, il solo nome che ci leggiamo è sempre il suo.
E forse anche questo, da punto di forza finisce per trasformarsi in limite per questa Inter, che nel momento del bisogno invece di ragionare cerca sempre Icardi come fosse la sua sola ancora di salvezza, forzando a volte la giocata come se solo l’argentino potesse risolvere la situazione, senza guardare se ci siano compagni in posizione migliore o scelte più oculate da fare.
Resta il rammarico di non aver mai visto giocare fin qui al meglio della condizione Nainngolan, magari con lui e i suoi inserimenti in area, le soluzioni offensive sarebbero state maggiori.
Straordinario D’Ambrosio
Una menzione dopo la partita di ieri la merita anche chi è al fischio finale ha nascosto la sua delusione sotto la maglietta: Danilo D’Ambrosio. Il numero 33 spesso da noi bistrattato ha fatto una signora partita ieri, coprendo e proponendosi in più occasioni in coppia con Politano.
Adesso ci aspetta l’Europa League, che spero onoreremo in maniera diversa da quanto fatto nelle ultime nostre apparizioni. Potrebbe essere comunque un bel banco di prova, oltre che un trofeo europeo per cui competere. A Spalletti il compito di gestire le risorse mentali e fisiche di questo gruppo, magari con qualche autocritica in più ché nessuno di noi è perfetto.