L’Inter vola in finale di Coppa Italia 2032 eliminando la Juve, 1-0 a San Siro la decide Dimarco
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ToggleC’è gente che finalmente s’è svegliata, – quotidiani sportivi in primis – s’è svegliata dall’ipnosi di Max, e lo ha fatto ieri (meglio tardi che mai), quando ha visto la Juventus essere eliminata da un’Inter che ha offerto una prestazione da ordinaria amministrazione – e mi rendo conto, quanto questa cosa sia forte da dire. Un’Inter mai parsa seriamente in difficoltà, se non forse, nell’assedio finale degli ultimi cinque minuti più recupero, ma anche lì, pericoli veri non se ne sono praticamente visti, anche perché non ha giocato tra i pali il tizio con il potere della parata laser, e se non fosse stato squalificato – ringraziamo Davide Massa in maniera assolutamente non ironica per questo regalo – sono sicuro che Inzaghi non avrebbe resistito al suo fetish per l’alternanza dei portieri. Mentre ieri fortunatamente tra i pali c’era Onana, che dopo le uniche due parate serie: una su Kostic e l’altra su De Sciglio, penso abbaia fatto in tempo a finirsi un pacchetto di sigarette e fare le parole crociate.
Ordinaria amministrazione per l’Inter
Come detto prima, l’Inter non si è dovuta nemmeno impegnare granché per tenere testa a questa Juventus – ammesso che questa Juventus abbia ancora una testa ed una coda – una prestazione ordinaria, anche troppo, per una partita come il derby d’Italia. Vi giuro che ieri sera – tralasciando il fatto che personalmente, queste partite le viva sempre in uno stato di massima tensione, e questa è una cosa che non cambierà mai -, non ho mai avuto il sentore che i bianconeri ci potessero fare davvero male, mai. Ed in questa ordinaria amministrazione, a rompere l’equilibrio al quarto d’ora è Federico Dimarco, che si trova anche in maniera fortunosa sulla traiettoria di una palla indirizzata verso Edin Dzeko e di punta, mette alle spalle di Perin – il migliore in campo per la Juve.
Inzaghi l’Ammazza-Juve
Tra Lazio e Inter, Simone Inzaghi si dimostra la bestia nera della Juventus, poiché la sconfigge per la quinta volta consecutiva, considerando Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Sì, è lo stesso Simone Inzaghi che nell’estate 2021, interisti – anche di un certo rilievo – avevano già dato per spacciato e si stracciavano le vesti proprio perché Mago Max – dopo aver rifiutato il Real Madrid, bravi credeteci -, aveva scelto di tornare a Torino per una questione di cuore, dopo una cena con Marotta, in cui si dava già per tutto fatto, circa il suo approdo al club di Via della Liberazione 16/18. Ancora oggi ringrazio il Signore che non sia successo.
Juventus: il Mago Max Allegri
Ieri si è mostrato in tutta la sua magia, già dalla formazione: Chiesa centravanti, De Sciglio e Bonucci titolari tirati fuori dal deposito degli attrezzi da campo dello Stadium, Pogba con appena un’ora di gioco in stagione, messo negli ultimi dieci minuti, entrato talmente di fretta che portava ancora il braccialetto del JMedical, per non parlare poi della suprema: la sostituzione Milik per Kostic, il crossatore per il centravanti di ruolo che dovrebbe prenderla di testa. Magia pura, un vero spasso. Mi chiedo quante spiagge abbia ancora a disposizione dopo ieri, per me può restare a vita lì eh, dieci anni di contratto a Max, non uno, fosse per me dieci e stiamo tutti tranquilli.
Inter: un altro messaggio agli InzaghiOut
Questa gente molto probabilmente, negli ultimi 11/12 anni ha guardato il cricket. Un allenatore che già dal giorno zero della sua esperienza all’Inter non godeva del sostegno dei tifosi, già divisivo, poi riesce con il suo lavoro in due anni a portarti 3 trofei, l’approdo ad una semifinale di Champions – con un girone che ad agosto nessuno si sognava di passare – ed un’altra finale di Coppa Italia, come lo critichiamo? Certo, lo si può fare per delle decisioni prese in un momento specifico della partita che magari poi si rivela errata, ma più di questo, a mio parere chi continua questa inutile e tossica crociata, si meriterebbe in panchina il trittico: Stramaccioni-De Boer-Orrico,
Sulla sbroccata di Max, venuta fuori nel dopopartita, facciamoci due risate e lasciamo correre, perché sì, noi potremmo anche arrivare quinti o sesti, ma mi dicono dalla regia che Ceferin sia un tipo rancoroso.
Giuseppe Martera