Inter-Icardi, è rottura!
Due premesse sono doverose prima di iniziare questo mio commento.
- Nessuno sta dalla parte di nessuno! Se vi aspettate di leggere accuse contro “qualcuno” allora potete tranquillamente evitare di andare a fondo con la lettura.
Non si cercano “colpevoli”. Non si chiede la testa di nessuno.
Si cercherà, semplicemente, di delineare un quadro poco chiaro, attraverso un pensiero certamente opinabile e più o meno condivisibile.
- Vi invito a commentare senza offendere nessuno. La situazione è già abbastanza grottesca e tesa.
So che può sembrare una richiesta alquanto “strana”, ma non permettiamo a certi “personaggi” di usarci come “strumento di rottura”.
Evitiamo i classici sfoghi social pieni di rabbia e malumore, con in mezzo tante tante offese. Sappiamo tutti, più o meno, come si stanno svolgendo i fatti. Di chi può essere la colpa, ma…
L’EPILOGO GIA’ SCRITTO – Riavvolgiamo il nastro e torniamo alla partita con il Parma. Il nostro numero 9 cicca delle clamorose occasioni. Tutti, sicuramente, abbiamo pensato alla stessa cosa: “non è da lui”.
Mauro ha le polveri bagnate da un bel po’. L’ultimo gol in campionato risale alla sfida con l’Udinese, dagli undici metri. Poi il nulla cosmico, fino alla sfida di Coppa Italia con la Lazio. Quell’altro rigore all’ultimo secondo del secondo tempo supplementare. Anche in quell’occasione molti di noi pensarono la stessa cosa: “’sto ragazzo ha le palle quadrate. Non è da tutti realizzare con quella freddezza un rigore a pochi secondi dal triplice fischio e poi… quell’altro rigore dopo? Il cucchiaio? Roba da matti!”. Eravamo tutti felici del nostro capitano, mentre spumavamo di rabbia nei confronti di Radja e Lautaro Martinez. Eravamo fuori dalla Coppa Italia per “colpa” loro. Poi torna il campionato ed ecco un’altra sconfitta e tante altre occasioni da gol bruciate, gettate al vento insieme ai tre punti…
In mezzo a questo casino, per “stemperare gli animi” arriva puntuale il messaggio del nostro capitano sul suo profilo instagram indirizzato ai tifosi. “Se non la ami quando perde, non amarla quando vince”. Una frase che ha fatto parecchio discutere e che ovviamente ha scatenato la reazione di noi tifosi.
In molti hanno commentato: “lui che fa la predica a noi?” e qualche altro genio invece lo avrebbe “invitato” ad amare l’Inter “anche a 7 milioni all’anno”.
Già caro Mauro. Troppo facile per te parlare di amore verso l’Inter: sei il nostro bomber, uno dei pochissimi top player e addirittura il nostro capitano.
Chi più di te potrebbe essere preso come esempio per affermare quanto detto, peccato però che la realtà sia ben diversa.
Ti abbiamo sempre sostenuto. Abbiamo sempre pensato che fossi uno dei pochi da trattenere a tutti i costi, da accontentare a suon di milioni di euro. Un cannibale dentro l’area di rigore. Uno di quei pochi giocatori capace di trasformare in gol quei pochissimi palloni che potevano capitarti in una partita. Per noi eri un idolo, anche quando in tanti ti fischiavano, ti chiamavano mercenario, non ti hanno mai “riconosciuto come capitano dell’Inter”.
Però caro Mauro permettimi di ricordarti una cosa. Noi tifosi siamo quelli che maciniamo chilometri su chilometri solo per vedervi giocare quei novanta minuti. Siete voi che alimentate la nostra Passione e siamo noi a rendervi “protagonisti” dentro e fuori il rettangolo di gioco.
Mauro, ma tu cosa fai per amare questa società? Questi colori? Cosa è per te l’Inter? Cosa vuol dire giocare con quella maglia e indossare quella fascia al braccio?
Mi piacerebbe ricevere una risposta, ma so tanto che sarebbero parole piene di retorica, di belle affermazioni che poi, difficilmente, ritrovano riscontro nella realtà.
Sai perché Mauro? Perché tra te e Noi c’è una bella differenza.
NOI SEGUIAMO LA SQUADRA E TUTTI VOI PER AMORE – Quell’Amore indissolubile che lega un genitore ad un figlio. Noi siamo parte di questa società al pari tuo e dei tuoi compagni, ma siamo solo meno “fortunati”.
Noi siamo “figli di una società” che ci ha visto nascere in ogni angolo d’Italia, d’Europa e anche del Mondo.
Siamo milioni di fratelli, pur non conoscendoci l’uno con l’altro. Siamo una famiglia unita nella gioia e nel dolore. Nelle risate e nello sconforto.
Noi c’eravamo ieri e ci saremo pure domani, come prima di noi hanno fatto i nostri padri, nonni… o fratelli nerazzurri di altri tempi.
Quei colori non si discutono. La fede non si mette mai in dubbio.
Noi amiamo la maglia più di voi. Di te sicuramente.
Voi avete avuto più fortuna. La vita vi ha riservato di essere i protagonisti del nostro sogno: coloro che scendono in campo per fomentare il nostro Amore.
Perché sai, caro Mauro, è facile parlare quando hai la vita comoda, guadagni tanti milioni e risulti essere un idolo per la folla. È facile dire agli altri cosa devono o non devono fare e soprattutto QUANDO.
Allora Mauro una domanda io per te ce l’ho.
Perché in queste settimane ti sei trincerato nel silenzio? Perché hai permesso ad altre persone (che ti rappresentano!) di parlare apertamente in televisione? Perché, come hai fatto con noi, non hai detto anche a questa persona di tacere per il bene tuo e degli stessi colori che ci hai chiesto di amare nella sconfitta?
Eh, Mauro? Perché?
Troppo facile così. Tutto troppo facile.
A me non interessa sapere di chi sia la colpa, ma non venire ad insegnare come e quando tifare per l’Inter a Noi. Per favore.
La decisione presa dalla società è la giusta conseguenza di ciò che è stato detto da Parma in poi. Checche ne dica tua moglie nei salotti televisivi.
Mauro, ti sei messo contro la tua società. Contro i tuoi tifosi. Contro quei colori che tu stesso chiedevi di amare.
E tutto questo perché? Perché nessuno ha voluto accontentarti. Perché dopo l’ultimo ritocchino il giochino delle parti visto e rivisto non ha più funzionato? Perché adesso in società c’è gente che vuol far rispettare le regole a tutti, capitano compreso?
Caro Mauro, il vento è cambiato. Cosa ti aspettavi? Dimmi… cosa ti aspettavi che succedesse? Cos’hai tu di diverso dai vari Perisic, Nainggolan e compagnia cantante? Perché la società Inter doveva cedere alle pressioni tue e della tua procuratrice?
Caro Mauro, per anni abbiamo invocato una società seria e solida e ora che l’abbiamo che fai?
Il primo a “saltare” sei tu?
Beh, allora comincio a pensare che tu non sia innamorato tanto di quei colori, piuttosto al colore dei soldi.
Sai cosa ti dico?
Noi anche col conto in rosso la Nostra Inter l’amiamo sempre, sia nelle vittorie che nelle sconfitte.
Pur facendo mille peripezie allo stadio siamo presenti, sempre. Più di ogni altro luogo o realtà calcistica.
San Siro è puntualmente stracolmo e noi siamo umili “protagonisti” di una storia in cui non abbiamo voce in capitolo, in cui siamo solo una semplice cornice, ma che senza di Noi sarebbe finita da un pezzo.
Mauro, non so cosa stia accadendo e cosa accadrà. Non so che fine farai. Non so niente. Come me altri milioni di tifosi sono in attesa di capire il perché di questo motivo.
Intanto domani non sarai in campo. Escluso dalla lista di Europa League. Un brutto, bruttissimo segnale.
Non so cosa succederà domani, ma so cosa dovrebbe fare un capitano. Un vero capitano è colui che oltre a suggerire ai tifosi di amare SEMPRE la propria squadra ci mette SEMPRE la faccia, in ogni momento e ogni situazione e difende SEMPRE la sua squadra, sia dentro che fuori dal campo.
Devi tutelare l’immagine della tua squadra e dei tuoi tifosi in tutte le sedi e non puoi permettere che tua moglie/procuratrice vada in televisione a dire ciò che le passa per testa.
Ricorda Mauro, siamo i più bersagliati, i media amano sguazzare nelle nostre difficoltà e dobbiamo “difenderci” da soli.
Permettere a chi ti è più vicino di “ridicolizzarti/ci” in diretta televisiva è una cosa che un capitano come te non poteva e doveva permettere.
Magari stai pagando per colpe non tue. Magari è solo uno strappo ricucibile in poco tempo. Magari dimenticheremo tutto grazie ai tuoi gol e altrettanto farai tu grazie ad nuovo stipendio. Magari andrai via… non so!
L’unica cosa che so e che ho imparato in questi anni da tifoso dell’Inter è che c’è niente più grande dell’Inter. Ma ad uno che fino a poche ore fa era il nostro capitano non devo di certo spiegarlo io, l’ultimo degli ultimi, non è vero Mauro?