Fatica, sacrificio e rispetto: la vittoria di Gattuso
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ToggleLa Coppa Italia vinta dal Napoli ai calci di rigori contro la Juventus porta un nome e un cognome: Gennaro Gattuso. Il tecnico azzurro arriva a dicembre ereditando da Ancelotti (un padre calcistico come lui lo ha definito) una squadra senza identità tattica e con uno spogliatoio diviso in tante fazioni, causa ammutinamento.
La sua avventura napoletana non è iniziata nel migliore dei modi, con il rischio di diventare una semplice meteora destinata ad estinguersi a campionato concluso. Ringhio però non è uno che si lascia intimorire dai problemi e ha continuato a lavorare sia sulla testa dei giocatori che sul piano tattico restituendo un’anima che la squadra aveva smarrito. Ci ha messo la faccia davanti alle sconfitte prendendosi tutte le colpe degli errori della squadra.
Dopo la sconfitta contro la Fiorentina, Gattuso decise di fare scelte drastiche a partire dal mini ritiro fino ad arrivare all’allontanamento di Allan dall’allenamento per scarso impegno. Quella scelta ha fatto scoccare la scintilla in testa ai giocatori: da quel momento chi sgarra va fuori e i risultati si sono già visti in Coppa Italia contro la Lazio.
Da quel momento il Napoli ha iniziato ha risalire battendo in campionato la Juventus, dando il via alla risalita in campionato fino ad arrivare alla vittoria contro l’Inter in semifinale di Coppa Italia. Siamo arrivati alla ripartenza post lockdown del calcio italiano e il Napoli cerca di raccogliere le residue forze rimaste per lo stop forzando andando a conquistarsi una coppa che porta la firma di Rino che ha dato anima e ordine tattico alla squadra con un commovente discorso davanti al presidente per mettere definitivamente la parola fine alla querelle delle multe. Un uomo d’altri tempi, un uomo raro per il calcio italiano.
Gennaro Gattuso: la storia e carriera
Gattuso inizia a dare i primi calci al pallone nel Perugia del vulcanico Gaucci. La sua consacrazione arriva a Salerno, dopo un anno ai Rangers, nonostante la retrocessione in Serie B nel 1999 dei granata.
Da quel momento il Milan mette gli occhi su di lui: è l’inizio di una storia vincente che gli ha portato scudetti, Champions e scudetti vari. Nel centrocampo Ancelottiano composto con Pirlo e Seedorf, reggeva da solo il centrocampo correndo a recuperare palla ad ogni avversario.
Il punto più alto è stato raggiunto nel 2006 con la conquista del mondiale tedesco dando allegria ed energia ad uno spogliatoio composto da tanti campioni.
Appese le scarpette al chiodo inizia la carriera da allenatore. La sua prima squadra è il Palermo del mangia allenatori Zamparini. La sua esperienza durò poco. Un anno dopo ci ha riprovato con l’Ofi Creta in Grecia: durò poco anche questa esperienza per le difficoltà finanziare della squadra rassegnando le dimissioni.
La svolta però arriva da Pisa, dove Gennaro prende le redini della squadra nerazzurra portandola alla conquista dei play off nella finale incandescente contro il Foggia per la Serie B. L’anno dopo con la crisi societaria della squadra toscana nonostante un’ottima fase difensiva, retrocede di nuovo in Serie C.
Il Milan però fu colpito ancora una volta dal carisma di ringhio e lo richiama affidandogli prima la primavera e poi la prima squadra subentrando a Montella, conquistando un sesto posto e sfiorando la Champions l’anno dopo con una squadra tecnicamente inferiore alle big.
Il Napoli è la sua attuale squadra dove ha conquistato il primo trofeo da allenatore, la Coppa Italia.
Come gioca il Napoli di Gattuso
Il modulo principale di Gattuso è il 4-3-3. Nelle prime partite degli azzurri, Rino ha cercato di rispolverare alcuni dettami tattici visti all’epoca di Sarri come il palleggio, le triangolazioni e il pressing offensivo. Ma la squadra prendeva sistematicamente gol. Allora si è virato ad una cura maniacale della fase difensiva con Demme a dare da frangiflutti nella zona centrale.
Il Napoli visto contro la Juventus in campionato è una squadra compatta con i reparti raccolti in pochi metri di campo. Impedendo agli avversari di avere linee di passaggio e una buona copertura per i difensori. La manovra offensiva è strutturata con ripartenze e nella ricerca degli spazi con Insigne pronto ad innescare i suoi compagni di reparti con i suoi guizzi.
Per stessa ammisione di Gattuso, si sta lavorando per abituare la squadra a giocare più di palleggio e con un pressing offensivo, ma ci vorrà tempo e soprattutto altri innesti di mercato per mettere a frutto le idee.
Gennaro Gattuso: la scomparsa della sorella
Il tecnico azzurro due settimane fa ha avuto la triste notizia della scomparsa di sua sorella Francesca per una forma aggressiva di diabete. Un lutto che non è passato inosservato alla squadra che si è stretta subito intorno a lui nel dolore.
Una perdita del genere poteva abbattere qualsiasi persona, ma non Gattuso che ha continuato a lavorare con passione e carisma. Quel carisma che ha trasmesso anche alla squadra in Coppa Italia e ha superare i propri limiti per conquistarla. Una vittoria che Gattuso stesso dedica a lei che dal cielo gli ha dato la forza di andare avanti e di continuare magari a togliersi altre soddisfazioni.