Quarta doppietta consecutiva per la Mercedes in quattro gare. Record nella storia della F1. In Azerbaijan è Bottas a dominare il week end ed ora è leader in classifica.
Baku (AZ) – Sicuramente in Ferrari ci stanno mettendo parecchio del loro per rendere avvincente il Mondiale per i due alfieri Mercedes.
Sia chiaro, non mi riferisco all’errore di Leclerc sabato in qualifica, ma alle mille difficoltà di gestione della monoposto, compresa la power unit e alle strategie del muretto che, forse da profano, viste dall’esterno sembrano quasi mai azzeccate. Parere personale? Mondiale già andato e non certo per il mero andamento del gran premio azero. Nonostante l’euforia del Presidente Elkann per il giro veloce. Mah, contento lui…
Protagonista assoluto del week end: Valtteri Bottas.
Io non so quale cura psicologica (o psichiatrica?) abbia fatto il finlandese durante la pausa invernale, ma vorrei davvero farla provare a diversi piloti.
Uomo nuovo dentro e fuori dall’abitacolo: veloce, aggressivo, preciso, sicuro di sé sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Liberatosi della sudditanza di Hamilton, Bottas in questo inizio di campionato sembra la copia del Nico Rosberg 2016 edition, quello che riusciva a rispondere colpo su colpo alle magie dell’inglese, riuscendo a colpirlo nei punti deboli. Forse i fantasmi di quell’annata sono ancora vivi nella testa di “The Hammer” e Bottas farà sicuramente leva per riportarli ancora di più a galla.
Complimenti alla Mercedes intesa come squadra, quattro doppiette di fila ad inizio campionato non si conquistano per caso. Perfetta la gestione fin qui: velocità della vettura, velocità di entrambi i piloti, affidabilità, pressione elevatissima sugli avversari pur sapendo di essere superiori.
Un team perfetto sotto ogni punto di vista, con le persone giuste al posto giusto. Al momento, parlando di campionato, sono imbattibili per Ferrari. Non sarà un aggiornamento azzeccato dal team di Maranello o un ritiro delle Frecce d’Argento a ribaltare le carte in tavola.
Qui siamo di fronte all’eccellenza del motorsport da un lustro, eccellenza che non si crea dall’oggi al domani, servono anni di programmazione e progettazione. Il direttore tecnico fa il direttore tecnico, il direttore sportivo fa il direttore sportivo, lo stratega fa lo stratega. Ognuno è di ruolo e non c’è niente di improvvisato. Non c’è un ingegnere promosso da altri reparti a capo di tutta la baracca. Con tutto il rispetto e la stima per Mattia Binotto, che reputo uno tra i migliori ingegneri passati per Maranello negli ultimi 20 anni, mi chiedo cosa è passato per la testa di chi ha deciso di dargli un ruolo così delicato e lontano dalle sue corde.
E’ come assumere un pittore per gestire una ditta di imbianchini, può farlo certo, chiunque può farlo, ma non è assolutamente scontato il buon risultato.
Comunque non voglio farmi/farvi il sangue amaro più di quanto lo sia già. Prepariamoci per l’ennesimo ribaltone in casa Ferrari, ingegneri promossi a dirigere il team con spalle caricate di ogni responsabilità e aggiornamenti durante la stagione che funzioneranno ma mai abbastanza.
In tutto questo zibaldone speriamo di non perdere la passione ed il talento di Leclerc, perché ora come ora vedo questo giovane monegasco come l’unica luce di speranza per un futuro vincente della Scuderia. Tra quanti anni? E chi può saperlo…
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