Scopriamo il nuovo Everton di Carlo Ancelotti
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TogglePartenza a razzo in Premier per l’Everton di Carlo Ancelotti, con 9 punti in 3 partite. Senza contare le due vittorie di coppa che farebbero 5 su 5 in questo inizio di stagione. Otto goal fatti e tre subiti a farne la spese sono stati: il Tottenham dello Special One Mourinho, il 5-2 rifilato al West Bromwich e la vittoria a domicilio contro il Crystal Palace di Roy Hogdson. Un 4-3-3 che sembra essere disegnato alla perfezione dal tecnico di Reggiolo, grazie anche all’arrivo dei nuovi innesti funzionali al nuovo progetto tecnico.
Everton: dal 4-4-2 al nuovo modulo
La tattica è quella di cercare continuamente il controllo di possesso palla cercando di incrementare la combinazione di passaggi attraverso fraseggi corti e accurati a ritmi elevati, ma anche di sfruttare a pieno il posizionamento in campo di tutti i giocatori. In porta c’è Pickford portiere della nazionale inglese di sicuro affidamento, bravo nel giocare con i piedi. Caratteristica fondamentale perché permette la costruzione dal basso riuscendo a rivelarsi spesso una valida alternativa d’appoggio, fornendo passaggi semplici e immediati ai due difensori centrali o ai mediani. In più se di fronte si ha una squadra avversaria che pressa alta, attraverso suoi i lanci lunghi per il reparto avanzato, diventa anche un modo per attaccare direttamente l’avversario superando la prima linea di pressione. Le corsie sono occupate da Coleman a destra, giocatore solido e di buona corsa, mentre la mancina è terra di Digne. Il francese è cresciuto molto, tanto che nel ultima stagione è andato a segno 4 volte con altrettanti assist. In mezzo ci sono il colombiano Yerry Mina non sempre in perfette condizioni fisiche, numero 13 longilineo abile nel gioco aereo, così come il suo collega di reparto Keane più forte fisicamente e con un forte senso della posizione. A loro si alterna Holgate duttile difensore difficile da superare in marcatura.
Il centrocampo: Allan a guidare la manovra
Nello scacchiere del mister ex Napoli i due centrali vengono aiutati in fase difensiva dal nuovo arrivato Allan, brasiliano di qualità e dinamismo. Permettendo così ai due terzini di salire a centrocampo garantendo ampiezza del campo formando una sorta di mediana a 4 insieme a Gomes centrocampista box to box a cui viene affidata la regia del gioco e Doucouré arrivato dal Watford mediano di interdizione che funge da trait d’union tra difesa e centrocampo nonché un notevole senso del goal sia di testa che negli inserimenti. In panchina scalpitano l’islandese Sigurdsson centrocampista offensivo dalla tecnica sopraffina e Davies giocatore di polmoni che può svariare su tutta la linea di metà campo.
James Rodriguez: finalmente con Ancelottti
In possesso palla l’Everton tende a cercare un attacco diretto grazie ai due terzini che salgono, permettendo così alle ali offensive di verticalizzare. Richarlison sulla sinistra abile nell’uno contro uno riesce a penetrare con facilità nelle aree avversarie e James Rodríguez il fiore all’occhiello del ultima campagna acquisti. Pupillo di Ancelotti in queste prime uscite El Bandido sembra aver ritrovato lo smalto di un tempo che a Madrid in parte aveva perso. Padrone della corsia destra con licenza di accentrarsi disorientando con il suo alto ritmo di gioco l’avversario di turno. Due partner ideali per Calvert Lewin prima punta di movimento veloce e bravo nel giocare di sponda con un ottimo fiuto del goal. Come freccia nel arco pronto a subentrare a gara in corso il rapido e duttile Iwobi che può giocare su tutto il fronte d’attacco.
Questo è il nuovo Everton: pirotecnico e solido nello stesso tempo. Un bel mix di qualità e quantità in grado di poter dare finalmente ai tifosi quelle soddisfazioni che ormai mancano da troppo tempo.