Eriksen: non c’è niente da fare
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ToggleL’Inter in una settimana ritrova il sorriso: nove punti in sette giorni, secondo posto conquistato e discorso Champions riaperto.
Ieri sera il 3-1 sui felsinei non ammette repliche, con Sinisa Mihajlović più impegnato a scovare il talpone, che preoccuparsi della rosa a disposizione e un adeguato assetto tattico. Il solito Lukaku, tra i protagonisti assoluti del nostro campionato e Hakimi, partito tra luci e ombre deludendo un po’ l’attesa, ha dimostrando qualità da vendere, facendo capire ai tifosi di non trovarsi di fronte ad un nuovo Dalbert o Lazaro. Forse stimolato anche dalla concorrenza del buon Darmian. Dopo le parole in conferenza stampa del mister nerazzurro: che in settimana ha definito paradossalmente il terzino di Legnano una chioccia per far crescere e ambientare l’ex Dortmund.
Eriksen: non riesce a entrare nel gioco di Conte
L’unica nota stonata nella notte di luci a San Siro è il solito Christian Eriksen. Arrivato dal Tottenham durante la sessione del mercato di gennaio 2020, è stato pagato circa 27 milioni di euro. Un acquisto importante, unito ad un ingaggio pesante: lo stipendio si aggira sui 7,5 milioni di euro più 1,5 di bonus. La società di Zhang ha tentato il colpo cercando di mettere nelle mani di Conte, quel giocatore in grado con le sue qualità di far fare il definitivo salto alla squadra. Anche se per caratteristiche non sembrava proprio adatto a determinati schemi, un Modric sarebbe stato più idoneo. Qualità che comunque ancora manca, perché l’arrivo del cileno Vidal non è che poi abbia migliorato così tanto le cose. Il criticato Gagliardini è sempre lì con i suoi limiti tecnici, ma pronto a sbrogliare la matassa in ogni momento coadiuvato dagli altalenanti Brozovic o Barella. Tra il trequartista e il tecnico salentino la scintilla non è mai scoccata. L’allenatore ci ha provato abbandonando anche l’amato 3-5-2 e passando ad un 3-4-1-2 volto a favorire il numero 24 nerazzurro. Ma il danese tutte le volte che chiamato in causa è sempre stato un corpo estraneo, solo un lontano parente di quello che dominava con la maglia degli Spurs. A dir il vero anche a Londra era finito ai margini del progetto Mourinho e si pensava che il problema fosse il rapporto con lo special one ed invece la stella Eriksen pare essersi spenta per riaccendersi soltanto in nazionale, con buone prestazioni e la doppietta sul Islanda nelle ultime uscite.
Eriksene e Conte: l’umiliazione del danese
Ed è proprio nelle conferenze stampa in Danimarca il centrocampista lancia stoccate al veleno sul suo allenatore, che contraccambia con lunghe panchine e inserendolo soltanto nei minuti finali a giochi ormai fatti, un’umiliazione per un talento del suo calibro. Ormai fuori anche dallo spogliatoio, l’immagine che abbandona a testa bassa il campo, mentre i suoi compagni sono al centro a festeggiare la vittoria sul Bologna è una chiara immagine del malessere in seno al ragazzo.
Il rapporto tra l’Inter e il dieci danese è ormai giunto ai titoli di coda, inutile insistere la cessione rappresenta l’unica via d’uscita. Cosa non facile visto gli elevati costi, rappresenterebbe un operazione a perdere per la proprietà di Appiano Gentile e sopratutto visti i precedenti da non farlo in Italia, con Juve e Milan come avvoltoi alla finestra. Per non aggiungere oltre al danno la beffa!