In queste prime settimane dell’anno, a maggior ragione con la pausa del campionato, il pensiero di tutte le squadre di Serie A è sul mercato invernale. Ma per il Chievo sarà mercato di riparazione?
Pochi nomi sul taccuino
I rinforzi servono come il pane, ma per ora nella mente di Romairone non girano molti nomi.
Tra i pochi usciti in questi giorni, il più chiacchierato è quello di Dell’Orco, giovanissimo terzino di proprietà del Sassuolo.
Ma con l’ascesa di Depaoli e le buone prestazioni di Barba e Jarosziyinski siamo sicuri possa essere un’acquisto utile alla causa?
Poi si vocifera di due ritorni di fiamma: Paloschi, chiuso da Petagna e Antenucci a Ferrara, e Thereau, ai margini della squadra di Pioli a Firenza.
Due elementi che a Verona sono esplosi, ma che probabilmente al momento non sono al top della forma fisica.
Sempre per la zona offensiva si parla del Toro Bergessio, ex Catania, ora svincolat0, e della bella speranza Kean, che però la Juventus pare voler blindare.
Discorso diverso per le uscite
La fumata bianca è imminente: Birsa sarà un nuovo rinforzo per Maran a Cagliari.
Un cessione che sta facendo discutere, visto le qualità dello sloveno, che vengono gentilmente concesse alle grinfie di una diretta concorrente.
Certo, da circa un anno e mezzo il trequartista è in piena involuzione e forse i due milioni e mezzo che il Cagliari sborserà potranno tornare utili, ma…
sarà una scelta saggia privarsi di uno dei giocatori più tecnici della rosa?
Nel frattempo il Napoli ha messo gli occhi su Kiyine (ma con la partenza di Birsa, sarebbe autolesionismo vendere l’emergente fantasista sempre in questa finestra).
E intanto Bani, Stepinski e Hetemaj (altri tre pilastri) sono stati sondati rispettivamente da Empoli, SPAL e Brescia.
Valutazioni accorte, direttore
Con il terzo grado della sentenza che alita sul collo, sul mercato sembrano esserci finiti parecchi titolari, o almeno cos’ pare.
Il mister ha fatto sapere che per salvarsi c’è bisogno di ogni singolo membro del gruppo, e in particolare di Birsa e Giaccherini.
Il primo ha le valige pronte, il che fa pensare che l’affermazione del ds Romairone “chi non ci crede scenda pure dalla barca” abbia prevalso su quella di Di Carlo.
Direttore, non faccia scherzi, servirà un’impresa e per compierla c’è bisogno di operare razionalmente.