Qualche giorno fa ha festeggiato le 55 primavere e in occasione di questo evento mi pare opportuno rendere omaggio al condottiero gialloblu Mimmo Di Carlo.
Che macigno che s’è preso
Nei mesi che hanno preceduto il ri-approdo di Di Carlo alla corte di Campedelli è successo di tutto in casa Chievo.
Le vicende sono ben note a tutti ed è inutile star qui a parlarne ancora, ma sta di fatto che la squadra aveva smarrito la propria identità, si era trovata senza punti di riferimento.
La dignità sembrava ormai persa, ma l’arrivo di un uomo che il mondo clivense lo conosce abbastanza bene ha decisamente rivitalizzato un ambiente alla deriva.
Di Carlo ha riportato tra le mura di Veronello un’ondata di speranza e positività, che anche tra i tifosi si è sentita fortemente.
Non sarebbe stato da tutti accettare una situazione simile, probabilmente una delle peggiori di tutti i tempi per il massimo campionato italiano, ma per Mimmo nulla è già scritto.
Rigenera un “emarginato” Pellissier, dà nuova linfa a Meggiorini&Co e soprattutto crede nelle potenzialità dei propri uomini, perché come ripete spesso lui: “Dalle negatività bisogna trarre delle opportunità”.
Mission impossible
Pronti, via. L’esordio vede uno scontro che ritenere proibitivo sarebbe riduttivo: a Napoli contro la squadra di Ancelotti.
Chievo a 0 punti in classifica, Napoli in piena lotta per lo scudetto, risultato finale: 0 a 0 e la compagine gialloblu blocca i partenopei nel proprio tempio, senza nemmeno subire una rete.
A questa impresa fanno seguito i pareggi con Lazio, Parma, Spal e Inter, per poi perdere a Genova e trovare la prima vittoria in casa contro il Frosinone.
Un bottino che nessuno avrebbe previsto.
Poi il declino, i torti arbitrali, la sfortuna, gli errori sotto porta e quello che va dietro a tutti questi fattori.
A dieci giornate dal termine i ragazzi di Di Carlo si ritrovano in fondo alla graduatoria a soli 11 punti e a ben 14 lunghezze dall’Empoli quart’ultimo.
Insomma, per salvarsi bisognerebbe vincerle praticamente tutte, ma Mimmo non molla e sa che i suoi ragazzi sono sulla stessa linea d’onda.
La matematica non ha ancora condannato, quindi perché smettere di crederci?
Comunque vada a finire, al mister ciociaro vanno i più calorosi applausi per aver saputo trasmettere dei valori, che erano latenti da troppo tempo.
Grazie Mimmo, noi ci crediamo!