La corsa per quei terzo e quarto posto ormai impazza. Ma chi è il favorito?
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ToggleÈ corsa a quattro per un posto in Champions: Milan, Lazio, Roma e Atalanta. E tutte o quasi sono una vicina all’altra: un solo punto. Ma siamo sicuri che le altre sono fuori o che l’Inter non corra il rischio di non esserci dentro?
Milan: quel punto in più
I rossoneri dopo la traversata d’alta marea fra la tempesta Higuain e le steccate contro Frosinone, Torino e Bologna conservano un vantaggio minimo. Anche se gli analisti lo danno a 2.50, resta il fatto che la prova scialba contro la Roma e la vicina trasferta bergamasca potrebbero togliere ai ragazzi di Gattuso molte certezze. Costringendo loro così a pensare nuovamente a un’Europa meno fruttuosa. Ci sono alcune garanzie che potrebbero protendere per i rossoneri favoriti, ma altre altrettanto di segno opposto.
Le certezze Milan: gruppo, difesa e Piatek
La difesa è migliorata moltissimo rispetto alle sbandate dello scorso anno. Sia grazie alle prestazioni dei singoli, sia grazie al lavoro tattico e di copertura operato da Gattuso. Donnarumma, per ora, sembra essersi lasciato alle spalle la nociva gestione Mirabelli-Raiola e aver ritrovato lo smalto di parate fenomenali. L’avvento o l’arrivo di Piatek dà fiducia all’mbiente milanista, perché il polacco finora s’è mostrato un cecchino infallibile, in grado di capitalizzare tutto ciò che passa dalle sue parti. Certo bisognerà vederlo al cospetto di partite da dentro o fuori per capire s le doti realizzative si confermeranno o se soffrirà la pressione del mancato risultato.
Le incertezze Milan: la mini crisi Calhanoglu e Suso e la rosa corta
Ma non tutto ciò che luccica è oro. Se Calhanoglu e Suso continueranno così, il Milan a Piatek rischia di offrire poche palle giocabili. I due esterni soffrono tantissimo la pressione alta delle squadre avversarie e il turco, forse, anche la sua non connotazione naturale. Per adesso si può tranquillamente dire che questa sia la peggio stagione di Hakan in Europa. Poco preciso, poco propositivo e poco uomo-goal. Il fantasista, adattato a esterno alto per esigenze, non rende come dovrebbe. Di lui per ora si apprezza solo corsa e copertura.
Lo stesso Diavolo, inoltre, si trova con la coperta piuttosto corta per riuscire a raggiungere la posizione prefissata. I ritorni graduali di Biglia, Conti, Strinic e Zapata non garantiscono sulla continuità della rosa e quindi i risultati. Kessié e Bakayoko giocano ininterrottamente ormai da quasi tre mesi. Riusciranno a reggere il ritmo ancora tanto? A sinistra poi il solo Rodriguez non solo pecca di imprecisione e imprevedibilità, ma, anche lui, prima o poi necessiterà di un cambio. Strinic è tornato da poco ad allenarsi e quindi non è pronto; Calabria a sinistra non convince Gattuso e Laxalt nemmeno. Davanti la staffetta Cutrone-Piatek può davvero rappresentare un reparto completo o forse prima o poi (in caso di squalifiche o infortuni) ci si troverà con poco a disposizione? La rosa del Milan non attrezzata per una corsa Champions e quindi la quota a lui favorevole è tutta da valutare.
Roma: un risultato che fa morale
La Roma è considerata l’avversaria diretta dei rossoneri. E dopo domenica, si potrebbe dire, anche l’avversaria più temibile. Se non c’è stato il sorpasso è stato soltanto per sfortuna, imprecisione e onnipotenza del portiere avversario. Certo la partita di domenica ci restituisce un’idea chiara: la Roma c’è. Le 7 sberle di Firenze non si sono sentite.
Le certezze Roma: la qualità tecnica e l’esperienza
I giallorossi hanno dalla loro due varianti che agevolano la loro impresa. Da una parte parliamo di gente come Dzeko, Zaniolo, Under, El Shaarawy, Perotti, Nzonzi, Kolarov e Pellegrini. Signori che al pallone danno del TU e sono abituai a volte a essere sin troppo sontuosi. Fra potenze, altezza, velocità, tecnica ed esperienza, questi giocatori sanno come sa fa a segnare e come si fa a imballare un avversario. Da un po’ di anni a questa parte, poi, la squadra della capitale è abituata a giocarsi derby, scontri diretti e partite con poste in palio alte. Indimenticabile, per esempio, la cavalcata Champions dello scorso anno. Con tanto di 3-0 ribaltato al Barcellona.
Le incertezze della Roma: difesa e Champions League
Ma proprio la coppa europea a stelle potrebbe rappresentare un peso grave. Le due partite con il Porto faranno sentire sui giallorossi stanchezza fisica e morale. Certo Di Francesco può disporre di un adeguato turnover, ma, come già visto, le sfide di coppa influenzano tantissimo poi le prestazioni in campionato. Anche contro squadre di caratura inferiore. Così è facile che la squadra capitolina possa lasciare punti per strada nel suo cammino.
Sopratutto se fino a oggi la difesa non sembra così granitica come l’anno scorso. Nonostante gli interpreti siano quasi sempre gli stessi, i meccanismi difensivi (specie senza De Rossi) sono imballati e traballanti. La Roma spesso concede all’avversario più di uno spiraglio per venir trafitta. Così la pari quota con il Milan è giustificata, ma anche qui pende molta incertezza.
Lazio: una squadra che si sta ritrovando
I laziali sono rientrati nel canale Champions a suon di buone prestazioni. Nulla di eccelso, a livello di numeri, ma al rallentamento delle altre, ne ha favorito il ritorno. La squadra di Inzaghi ancora non è quella dell’anno scorso, ma è facile che si stia ricompattando.
Le certezze Lazio: tecnica, carattere e Immobile
La squadra biancoceleste ha certamente fra i suoi ranghi giocatori tecnici di rara utilità e bellezza. Solo che quest’anno ancora non si sono espressi sui livelli a loro consoni. Due nomi su tutti: Milinkovic Savice e Luis Alberto. Quest’anno meno presenti in zona goal, meno offensivi, meno decisi e meno incisivi. La strada è lunga e può essere che dopo aver smaltito i carichi invernali i due fantasisti offensivi ritornino. Ecco che allora con il loro apporto sportivo, la Lazio di scuola Inzaghi potrebbe ritornare a farsi strada per la corsa Champions. Dalla sua infatti ci sono ancora a disposizione tre scontri diretti fondamentali e un solo punto per giungere all’obiettivo.
La squadra laziale, inoltre, è fatta di catalizzatori di goal straordinari come Immobile (solito trascinatore), Caicedo (ha una media goal di buona sostanza), e Correa che spesso sa colpire anche da lontano. Gli uomini di Inzaghi sono poi fatti di grinta da vendere e non molleranno l’osso fino all’ultimo.
Le incertezze Lazio: discontinuità e rosa difensiva
Certo non si può dire che la Lazio quest’anno brilli per gioco e per continuità. Anzi spesso la discontinuità l’hanno allontanata perfino dalla qualificazione in Europalegue. Bisogna vedere, se questa squadra, che sembra meno convinta e lucida dello scorso anno saprà proprio ritrovare lo smalto dei suoi giorni migliori. In caso di risposta negativo, ai biancocelesti non resterebbe che un ballatotio fra quinto e sesto posto. Senza contare che l’impegno prossimo in Europaleague condizionerà, inevitabilmente, la rincorsa Champions.
Altro dilemma è la difesa. Non Strakosha che per ora non dà mai segni di cedimento, ma i suoi compagni di reparto. Senza Acerbi (assente per squalifica o infortunio) la Lazio perde sicurezze e prestazioni in zona-goal. I vari Wallace, Bastos, Radu e Luiz Felipe non danno garanzie assolute. Spesso vittime di svarioni, errori tecnici e tattici gravi! Rispetto alla Lazio di De Vrij, questa squadra è nettamente peggiorata e la mancanza di una difesa solida e impenetrabile, potrebbe essere un deterrente non da poco.
La grande Dea: la grande sorpresa
Se fino a due anni fa l’EuroAtalanta era quella in lotta per l’Europa League, quest’anno la squadra bergamasca sembra puntare verso un livello più alto. Così la Dea, demoralizzata dopo un inizio di stagione avvilente, s’è ritrovata a eliminare la Juve dalla Coppa Italia e a puntare verso la Grande Europa. Per loro il fattore sorpresa ed entusiasmo potrebbe incidere.
Le certezze atalantine: gioco, Zapata e interpreti
Le certezze dell’Atalanta (posta a quota 3.50, quindi con un punto di differenza rispetto alle dirette pretendenti) sono tante e poche contemporaneamente. Da una parte il Gasp infatti ha creato un gruppo omogeneo, giovane e dinamico che sa giocare un calcio squisito e vincente. La differenza tecnica dei vari Gomez, Ilicic, Zapata è stata messa al servizio di una squadra vincente. L’Atalanta aggredisce l’avversario, lo tiene sulla sua metà campo, ampia il gioco, chiude gli spazi, fa girare la palle e al momento buono colpisce. Se poi, riesce a trovare i pertugi e le verticali giuste, andando spesso sulle seconde palle prima degli altri, è in grado di aumentare il proprio bottino.
Il finalizzatore base è quel ritrovato Duvan Zapata, che da giocatore discontinuo s’è trasformato in lottatore, pressatore e pericolosissimo attaccante. Arriva da uno score realizzativo che fa impressione e sa giocare per sè e per la squadra.
Gli interpreti, poi, dei dettami tattici di Gasperini sono ragazzi che si applicano e che sanno lasciare da parte i propri egoismi. Pochi dribbling, molti passaggi e tanta corsa/volontà. Ogni giocatore che entra in campo lo fa con la giusta concentrazione e voglia. I ricambi delle fasce o quelli delle parti mediane non sono mai inferiori o incapaci rispetto ai titolari. Per questo motivo, qualora, dopo il pareggio contro la Roma, dovesse spuntarla contro il Milan, la Dea orobica si troverebbe piuttosto favorita.
Le incertezze Atalanta: inesperienza e rosa corta
Belli, ammirevoli e giovani (quasi tutti) i ragazzi del Gasp potrebbero pagare la poca esperienza nell’affrontare determinate partite in stadi particolarmente caldi e avversi. Poi, potrebbero bastare un paio di sconfitte, per creare quella spirale di incertezze e scialbe prestazioni tali da allontanare i nerazzurri dal quarto posto. Sicuramente la giovane età di parte del collettivo è un vantaggio sì, ma anche uno svantaggio. Così, bisogna vedere fino a che punto resisterà con continuità la dinamicità ed efficienza del gioco bergamasco.
Anche la rosa, poi, non appare proprio ben fornita. Finora Gasp ha ruotato quasi sempre i laterali e i centrali di difesa con ottimi risultati. Ma dovesse mancare Zapata, chi lo sostituirà? Non sembra esserci un 9 di quella forza fisica, potenza e possanza. Il gioco atalantino spesso va a cercare gli spazi che proprio Zapata sa creare. Ma se lui no ci fosse, a chi sarebbe dato quel ruolo maschio e centrale? Nella cerniera di centrocampo, poi, a parte De Roon che corre e verticalizza molto bene, non c’è un altro costruttore di gioco. Freuler è impegnato di più a ricucire o proporsi nella corsa. Pessina è un talento evidente, ma è giovane. Pasalic, ora in buono stato, sa concludere e sa districarsi con i dribbling, ma non ha la ponderatezza nè i tempi del mediano classico.
Quindi anche la Dea, che fra le tre proposte probabilmente esprime il calcio più convincente, potrebbe trovarsi alle prese con difficoltà non da poco. Giusto, quindi, tutto sommato, relegarla a quarta possibile qualificata.
Ma restano ancora dei dubbi: l’inter saprà conservare la propria posizione? E Samp e Fiorentina sono proprio senza speranze?
Ve lo diciamo al prossimo speciale qualificazione Champions!
Ravvicinatissime anche le previsioni dei bookmakers su chi arriverà tra le prime quattro: il Milan, forte del vantaggio in classifica, gode di una preferenza in più. Infatti gli analisti lo danno a 2.50. Quota condivisa con la Roma, con cui i rossoneri hanno pareggiato domenica sera.
Nonostante la Lazio arrivi dal successo frusinate, resta stabile a 3.00, mentre su’Atalanta si punta a 3.75.
Nessun dubbio, invece, per l’altra squadra di Milano. La sconfitta contro il Bologna e il +4 sulle inseguitrici non influenza i numeri. Quota sicura a 1.33.
La classifica lascerebbe spazio anche alle speranze di Sampdoria e Fiorentina, che seguono a 33 e 31 punti, ma secondo gli analisti è difficilissimo che blucerchiati, dati a 28,00, e viola, dati a 25,00, riescano a rimontare.
Fonte contenuti in collaborazione con AG/Agipro