Brothers Universally United: l’acronimo virale per combattere il razzismo
L’Inter si schiera apertamente contro il razzismo negli stadi e in generale lanciando l’hashtag #BUU, diventato virale in poche ore sui social e che sarà il vero protagonista di Inter-Sassuolo, di scena questa sera a San Siro.
I nerazzurri si portano dietro ancora gli strascichi del “boxing day”, quando andò in scena la vergognosa serata razzista nei confronti del napoletano Koulibaly, pagata a caro prezzo dai nerazzurri con una multa salata e con San Siro chiuso per due turni.
La società nerazzurra, da sempre attiva nel sociale, ha accolto in pieno la sanzione e ne ha approfittato compiendo un grande gesto per sensibilizzare tifosi nerazzurri e non su una piaga che non smette di assottigliarsi.
La campagna social anti-razzismo ha unito tutto il popolo nerazzurro, tra giocatori attuali (capitan Icardi su tutti) e leggende del passato come Javier Zanetti, Luis Figo e Samuel Eto’o e continuerà sul terreno di gioco di San Siro, con una patch applicata sulle maglie dei nerazzurri e con la presenza di 11000 bambini sugli spalti, pronti a lanciare un messaggio forte e chiaro contro il razzismo.
Un calcio all’inciviltà, appoggiato anche da altre compagini di Serie A, tra cui Milan e Fiorentina, anch’esse pronte a dire basta all’ignoranza ed all’inciviltà sugli spalti e sui social da parte di persone che non meritano l’appellativo di “tifoso”.
Gli unici colori che sui cui si dovrebbe fare distinzione, sono quelli delle bandiere sugli spalti e delle maglie dei 22 giocatori in campo.
Complimenti alla società nerazzurra, per questo grande gesto, su cui non avevamo dubbi visto lo slogan “Brothers of the World, che contraddistingue fin dalla propria nascita, il popolo interista.