Bologna-Parma: ai ducali finora era andata troppo bene…
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ToggleIacoponi, Gazzola, Siligardi, Ceravolo, diciamocelo: rimangono in serie A, perché il girone d’andata gli è andato bene, molto bene, oltremodo bene…
E lunedì, giustamente, sono stati divorati.
Bologna: un impeto di 26 punti
L’altalena d’isteria “oddio la Sampdoria” piuttosto che ” a noi non ha regalato niente nessuno” è finita come fosse ovvio finisse.
Questa squadra impone gioco da 15 partite, ha segnato in quel periodo 26 gol che hanno portato, ironia, 26 punti. 26 punti divertenti, fatto tutt’altro che scontato. Si, perché tolte le prime 10 di Donadoni, subentrante a “Delio Bollito Rossi”, da quattro anni a questa parte erano più emozionanti le repliche di Happy Day”s che una qualsiasi partita del Bologna. Ed era ovvio, sia per valori tecnici che per struttura di gioco, che non dovessimo essere noi a retrocedere.
Questo è un Bologna solido!
Il Bologna prima di Sinisa
Non quello di inizio stagione. Quello non aveva Lyanco. Aveva in Danilo la speranza di poter compattare un reparto composto di giocatori poco più o poco meno mediocri.
E se Danilo è impegnato a fare la mamma di Gonzales e compagnia cantante, tanto da non potersi permettere mai, nemmeno un minuto, di distrarsi, sia mai che rimangano uno contro uno; a quel punto come può il reparto essere diverso da quel tremore mandato in scena fino alla partita numero 21?
Quello di inizio stagione non aveva nemmeno Soriano che cuce e ricuce che sembra un sarto, togliendo compiti particolarmente geometrici ai due in mezzo che, guarda caso, da Roberto in avanti diventano utili, bravi, presenti e cazzuti.
E nemmeno Sansone, che forse ha reso a partite alterne, ma aggiunge un tasso di pericolosità decisamente diverso.
I meriti di Sinisa
In tutto questo aggiungiamo un allenatore nettamente inesperto e mal supportato che si e letteralmente perso; a tal punto da non capire chi e cosa fosse Dijks, tanto da non capire dove, come e quando dovesse giocare Orsolini, che da bruco è lentamente diventato farfalla grazie al serbo, capace di avere una visione d’insieme, portando grande serietà, portando tutto il suo percorso di allenatore a disposizione e che, prendendo a mano una gatta terribile, ha chiesto solo due prestiti.
Sinisa ha avuto il merito di cambiare il metodo di allenamento, capendo che con dei mezzofondisti non si va da nessuna parte. Ha preteso dei 400 metristi capaci di resistere a tutti gli urti delle partite, dal minuto 1 al minuto 96.
Si, ha anche rischiato di romperne qualcuno in allenamento, ma il suo merito è stato quello di accettare anche questo rischio. E una volta che il motore ha iniziato a muoversi a giri diversi, non gli è stato difficile capire che giocatori aveva a disposizione e farli rendere non come singoli, ma come squadra.
Siamo una squadra ora!
Ecco che allora, un modesto giocatore come Krejci può tenere, non bene, molto bene il campo, e che lo Mbaye di turno diventi inamovibile.
Ora si è creata un’alchimia strana: giocatori, allenatore, pubblico, tutto sembra perfettamente funzionante e adesso chi se la prende la responsabilità di rompere questo divertimento?
Se la prende Saputo, non riscattando quelli che andrebbero riscattati?
Se la prende Sinisa, abbandonandoci per la prima Lazio che passa? ( Noooooooo, Sinisa stai qui!!!!)
Se la prendono i giocatori, scappando?
Facciano come vogliono ma sappiamo anche loro che a volte per andare è necessario fare un passo indietro e magari, quel passo indietro, potrebbe chiamarsi proprio Bologna. Che abbiamo fatto un gruppo bellissimo, che non è mica scontato…