Argentina-Brasile 0-0: l’Albiceleste si qualifica al Mondiale del 2022
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ToggleNella notte tra il 16 e 17 novembre a San Juan, al ‘Bicentenario‘, si è finalmente giocata questa benedetta partita ed è finita in parità, risultato che è bastato alla Celeste y Blanca per raggiungere la qualificazione ai prossimi mondiali in Qatar. I ragazzi di Lionel Scaloni arriveranno dietro alla Verdeoro di Tite nel girone, ma da campioni del Sudamerica in carica, che non è una brutta cosa e con il fregio non da poco, di essere stata l’ultima nazionale ad aver alzato un trofeo al Maracanà battendo proprio il Brasile, non male vero?
Lionel el Caballo Scaloni e i suoi meriti
Dopo l’era di Jorge Sampaoli e la disastrosa campagna dei mondiali di Russia 2018 – terminata agli ottavi per mano degli attuali campioni in carica della Francia, ma che poteva finire addirittura ai gironi se non fosse arrivato un risultato positivo con la Nigeria – di comune accordo la AFA e il tecnico bielsista decidono di dividere le loro strade. Come spesso accade in queste occasioni la squadra è affidata provvisoriamente ad una persona interna al club/federazione, il cosiddetto traghettatore, e fu così che Claudio el Chiqui Tapia o chi per lui, ha deciso di promuovere l’allora tecnico della sub-20, è iniziata l’era del Caballo Scaloni.
Si pensava ad una guida provvisoria, che avrebbe portato poi ad un nome più altisonante, più nobile, insomma un top allenatore, ma chi lo ha detto? Beh, tutta la stampa locale, nessuno ci puntava un peso, un po’ come noi contavamo per gli avversari – e per qualche nostro stesso connazionale – agli Europei, poi però la Selecciòn è scesa in campo.
La rivoluzione generazionale
Aiutato da due che sul campo ne sanno qualcosina – Walter Samuel e Pablo El Payaso Aimar – ha assemblato e consolidato un gruppo di ragazzi non male tecnicamente. Cuti Romero in difesa – e lo conosciamo per quanto fatto di buono all’Atalanta – , Giovani Lo Celso, convocato per la prima volta da Sampaoli nel 2016 ma che non lo ha portato al mondiale di Russia e quindi riconvocato solo nel settembre 2018, Lautaro Martinez – che non devo spiegarvi chi è – , Exequiel Palacios, centrocampista di scuola River attualmente al Bayer Leverkusen e poi la scoperta più incredibile: Emiliano Dibu Martìnez.
Alle porte dell’ultima Copa America, il portiere titolare della Selecciòn: Franco Armani risulta positivo al Covid-19, di conseguenza bisognava sapersi adattare, è qui che entra in gioco il portiere dell’Aston Villa cresciuto nel settore giovanile dell’Independiente. Una scommessa stravinta visti i risultati, tanto che adesso il posto tra i pali è il suo – soprattutto per la prestazione nella semifinale contro la Colombia – quando durante i tiri dal dischetto si è imposto per ben tre volte contro: Yerri Mina, Davinson Sanchez ed Edwin Cardona.
Grazie a Emiliano Martìnez, ora Scaloni non è più considerato un traghettatore, sebbene qualcuno farebbe carte false per cambiare el Caballo con un nome di lusso.
“Se devo pensare con il cuore: voglio vincere la Copa América con Messi come condottiero, se penso con la testa: No. Preferisco fare le cose meglio, poi accada quel che deve accadere” si esprimeva così una settimana prima della finale col Brasile, il conduttore del programma F90 in onda su ESPN all’ora di punta – per il fuso argentino. Sorvolando sulla tristezza dell’affermazione, riflettiamo un attimo sulla figura dell’altro Lionel, quello in campo. Ecco lui è l’esempio di quanto possa davvero pesare rappresentare il proprio Paese, di quanto quella 10 sia importante e personalmente devo dire che…a Messi andrà sempre di due misure più larga.
Quindi un traghettatore il posto può guadagnarselo, non disperate e abbiate pazienza – soprattutto nel calcio – alla fine, pagherà sempre.
Photocredit: AFA