Il 9 maggio 1978 il Nottingham Forest di Brian Clough trionfò in Inghilterra, aggiudicandosi il primo e unico campionato inglese. Quel titolo è ancora oggi considerato una delle imprese più clamorose della storia dello sport, perchè il Nottingham non era solo un outsider, ma anche una squadra neopromossa.
Nei top five campionati (Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Spagna), solo altre 8 volte si è verificato un evento simile. Nessuna però di queste squadre, dopo aver vinto il campionato ha poi trionfato in Coppa Campioni e, ovviamente, nessuno lo ha fatto per due volte consecutive. Non è un caso che ad oggi il Nottingham sia l’unica squadra europea a vantare in bacheca più Coppe Campioni che titoli nazionali. In questa stagione, che cade esattamente quarantacinque anni dopo quel trionfo, il Nottingham è nuovamente stato promosso in Premier League dopo un’assenza di ventitrè anni. La squadra attualmente è in piena lotta salvezza. Quei tempi sono lontani, ma l’impresa rimane e vale la pena di essere ricordata.
Il capolavoro di Brian Clough
Il 6 gennaio 1975, Brian Clough divenne l’allenatore del Nottingham Forest. La squadra in quel momento si trovava nei bassifondi della Championship, tanto che concluse quel campionato al sedicesimo posto. Clough si mise a lavorare con pazienza, costruendo pezzo dopo pezzo una rosa che sarebbe entrata nella leggenda. L’anno seguente la squadra si classificò ottava, confermando i progressi già manifestati, ma la vera svolta arrivò nella stagione 1976-77 quando Il Nottingham si piazzò terzo in Second Division, venendo promossa in First Division.
La stagione seguente fu quella del capolavoro. Nessuno considerava il Nottingham Forest un candidato al titolo e, anzi, parecchi davano la squadra di Clough per spacciata. Contro ogni pronostico, alla nona giornata il Forest prese la vetta della classifica dando avvio alla fuga, inseguito dal Liverpool e dall’Everton.
L’Everton fu la squadra che provò con maggior convinzione a impensierire la squadra fino ad arrivare a 1 punto di distanza alla trentacinquesima giornata, ma con quattro partite in più rispetto agli uomini di Clough. Questi ultimi mantennero la solita andatura e arrivarono a due giornate dalla fine (con altre due partite da recuperare) con sei punti di vantaggio sull’Everton, assicurandosi il titolo nazionale. La squadra chiuse con 64 punti con 25 successi, 14 pareggi e 3 sconfitte con un vantaggio di 7 punti sul Liverpool (che alla fine scavalcò l’Everton) e la miglior difesa del torneo con 24 gol incassati.
La formazione tipo di quella squadra vedeva Shilton tra i pali difeso da una linea difensiva a 4 composta da Anderson, Lloyd, Burns e Clark in difesa. A centrocampo vi erano Francis, McGovern, Bowyer e Robertson mentre la coppia d’attacco era composta da Birtles e Woodcock.
Quel successo fu l’inizio di un’epopea che nel giro dei successivi due anni portò due Coppe Campioni, una Supercoppa Europea, una Charity Shields e due Coppe di Lega.
La storia di Clugh con il Nottingham Forest si concluse nel maggio del 1993, quando la squadra retrocedette dalla nuova Premier League, dopo ben 16 stagioni nella massima serie. Nel corso di questi anni, il Nottingham ottenne altre due Coppe di Lega, ma quei tre anni tra il 1978 e il 1980 rimangono i più iconici per il club.
Un’impresa irripetibile
Nottingham è da sempre famosa come la terra di Robin Hood. Come il famoso ladro che derubava i ricchi per donare ai poveri, il Nottingham Forest per due anni si issò sulla cima d’Europa in barba ai potenti. La squadra vinse per due volte la Coppa Campioni sconfiggendo in finale prima il Malmo (1-0) nella finale del 1979 e poi l’Amburgo, l’anno successivo.
Brian Clough, l’allenatore che firmò quella leggendaria impresa, è ancora oggi ricordato con una statua di bronzo fuori allo stadio. Denominato Football Genius, Clough è stato un allenatore dal carattere scostante e irritabile, ma ancora oggi è considerato uno dei più grandi innovatori della storia del calcio. Sulla panchina del Nottingham Forest, Clough ha disputato 967 incontri con un bilancio di 446 vittorie, 262 pareggi e 259 sconfitte. A tutt’oggi è il secondo allenatore inglese della storia per numeri di Coppe Campioni vinte, preceduto solo da Bob Paisley che ne alzò tre al cielo.
Quella del Nottingham Forest rimane un’impresa che nel calcio moderno, dominata dal denaro e da giocatori super pagati, non è ripetibile. Per questo, la squadra di Robin Hood è ancora oggi una delle più iconiche della storia del calcio. Curiosamente il Nottingham è anche legato all’Italia. Infatti, i suoi colori sociali si devono a…Giuseppe Garibaldi. Infatti, nel 1864, Giuseppe Garibaldi sbarcò in Inghilterra e ovunque fu accolto e acclamato da folle costituite dalla piccola e media borghesia inglese, che si riconoscevano negli ideali. Tra questi sostenitori vi erano anche i futuri padri fondatori del Nottingham che decisero che le maglie del club dovessero essere “rosso Garibaldi”. A Garibaldi è dedicata anche la sala conferenze (Garibaldi Room) del club.
Questa è l’ennesima dimostrazione di come il Nottingham Forest sia, più che un club di calcio, una leggenda sportiva che travalica il tifo e i confini.