Dopo il teatrino Conte Agnelli che ha tenuto banco per tutta la settimana, questa domenica l’Oscar della stupidità va a Sinisa Mihajlovic e alla sua banda.
A scatenare le polemiche è un video finito in rete, girato sul pullman del Bologna durante il suo arrivo al Dall’Ara per la partita con il Benevento. Dalle immagini si sente l’allenatore Serbo e alcuni membri del suo staff prendere in giro i circa 100 tifosi rossoblu giunti nei pressi dello stadio per caricare la squadra con fumogeni e cori. Con parole di scherno verso i supporters : “Guarda questo, avrà novant’anni, il capo dei tifosi; Quello si è tatuato tutta la faccia”, “Sembra che dobbiamo giocare per vincere campionato”, il tutto contornato dalle ilarità di alcuni dei componenti.
A nulla è valso il comunicato di scuse della società che ha tentato di rimediare ringraziando i propri sostenitori che nonostante il freddo hanno fatto sentire il proprio calore verso la maglia. La protesta è montata in particolare verso il tecnico per un comportamento che ha lasciato di sgomento tutto l’ambiente sotto le due torri.
Bologna non merita questo. Nonostante la squadra stia disputando un campionato opaco, la parte più calda della tifoseria ha voluto far sentire la propria voce sfidando freddo, restrizioni e trattandosi di giorno lavorativo per molti anche qualche sacrificio in termini di orario pur di esserci. Ma oggi nel calcio come già più volte detto e ripetuto le bandiere sono state tutte ammainate. Il pallone è solo business: atleti, uomini, professionisti legati alla maglia e alla città che rappresentano si contano ormai sulle dita delle mani.
In particolare Sinisa Mihajlovic alla luce dei suoi fatti personali, ha avuto un intero popolo quello rossoblu al suo fianco che non l’ha mai abbandonato dando tutto il suo sostegno. Il comportamento avuto merita delle scuse e visto che gli piace sempre metterci la faccia vediamo se ora lo farà, per tentare di ricucire un rapporto con il capoluogo bolognese che sembrava andare d’amore e d’accordo ed invece giunto ormai ai minimi termini.