Lo sfogo personale successivo alla bandiera a scacchi rappresenta una tappa obbligata nel percorso di crescita del ferrarista. Andiamo a capire insieme le potenzialità del campioncino del Principato…
Leclerc: sono un coglione
Sì ha proprio detto così: sono un co******ne!
La gara di Charles Leclerc ad Istanbul verrà ricordata soprattutto per l’imprecazione verso sé stesso. Il 23enne monegasco, scattato 14° (poi 12° per effetto delle penalizzazioni comminate alle due McLaren) è riuscito a concludere 4° dopo una rimonta convincente, con la possibilità a due curve dalla fine di terminare addirittura 2°.
Ma, alla penultima curva è andato lungo per resistere al tentativo di controsorpasso di Perez, lasciando così la porta aperta, nella quale si è infilato anche Sebastian Vettel; al suo primo podio stagionale.
Il podio svanito in quel modo è stata evidentemente una delusione troppo forte per il pilota monegasco, se è vero che nel team radio si è definito eufemisticamente uno stupido per l’errore. A nulla sono valsi i tentativi di confortarlo da parte di Binotto (collegato da Maranello) e anzi, Leclerc era talmente arrabbiato con sé stesso che nelle interviste non riusciva a mantenere la lucidità, ribadendo il concetto espresso via radio, ancorché riconosceva la bontà delle prestazioni offerte in gara dalla SF1000, oltre a fare i complimenti al suo team mate.
Non è la prima volta che Charles si prende la colpa per un suo errore.
Errore Leclerc: Azerbaigian
Già lo scorso anno in Azerbaigian, a Montecarlo e in Germania aveva fatto mea culpa: anche in questo campionato, al catastrofico Gran Premio di Stiria il pilota monegasco non esitò a ricollegare la causa del contatto tra lui e Vettel alla sua eccessiva irruenza. Domenica scorsa Leclerc ha fatto autocritica, forse eccessivamente questa volta vista la posizione di partenza: la sua rabbia sembrava infatti quella di un pilota che partito dalla pole ha poi tagliato il traguardo a centro classifica.
Ammissioni di errori aventi come comune denominatore la volontà di riportare la Ferrari in lotta per il titolo mondiale. Sin dal suo arrivo a Maranello, infatti, molte sono le aspettative e le speranze su di lui (proveniente della Ferrari Driver Academy), dato il suo talento. La Ferrari ha fatto un investimento su di lui, prolungandogli al termine della scorsa stagione il contratto fino al 2024: quasi un premio viste le buone prestazioni ottenute al volante della SF90.
Anche in questo strano mondiale, pur con una macchina nettamente più lenta rispetto a Mercedes e Red Bull sta mostrando le sue qualità tenendo a galla la Rossa nella partita tra i team di metà schieramento, mostrando una migliore capacità di massimizzare il (poco) potenziale della vettura; su tutte la gestione delle gomme in gara.
In questo aspetto, è evidente come Leclerc sia migliorato rispetto allo scorso anno, frutto certamente di un diverso approccio ma anche, e soprattutto, delle lezioni imparate.
Del resto, anche i più grandi hanno dovuto affrontare una fisiologica curva di apprendimento prima di diventare leggende della F1, lo stesso Hamilton prima di diventare invincibile ha vissuto momenti delicati come il ferrarista.
Charles Leclerc è destinato ad entrare nell’Olimpo dei più grandi se continuerà a trasformare le sconfitte (anche umane) in occasioni di riscatto e di crescita. D’altronde, se uno è predestinato, i successi personali e le vittorie presuppongono sempre incidenti di percorso come quello sul circuito del Bosforo.
A cura di Francesco Lenti