A cavallo tra due diverse epoche, il duello tra Hamilton e Schumacher per i record della F1 continua a dividere gli appassionati.
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ToggleDa una parte Hamilton, dall’altra Schumacher. Nel mezzo, la F1. Nello scorso GP dell’Eifel sul circuito del Nurburgring, l’asso britannico ha raggiunto il record di 91 vittorie del Kaiser. Ciò che occupa la mente dei tifosi però è che Lewis pare non avere alcuna intenzione di ritirarsi, rendendo di fatto possibile battere Michael ovunque a livello di statistiche. Il pilota di Stevenage dunque potrebbe diventare il più vincente di sempre. Ma ciò basta per definirlo il migliore di tutti i tempi?
Hamilton vs Schumacher in F1, situazioni differenti
Quando si parla di questi due campioni, non si può fare altro se non dire che sono stati dominanti nel loro tempo. Schumacher lo è stato certamente con la Ferrari, Hamilton lo è con la Mercedes. Entrambi hanno vinto con monoposto estremamente competitive, come spesso succede in F1, ma allora come mai i due non godono dello stesso livello di considerazione? Il motivo è semplice: stiamo parlando di due espressioni diametralmente opposte di Formula 1.
Mika Häkkinen / Michael Schumacher / GP Suzuka 2000.#F1 pic.twitter.com/mcfTdQlULR
— Legendary F1 🏁 (@LegendarysF1) April 21, 2020
La F1 di Schumacher faceva rumore, i protagonisti erano alcune tra le più grandi figure del motorsport mondiale, i team privati erano all’ordine del giorno, i motori ancora si rompevano. Lo scenario in cui vive Hamilton invece si ciba di programmazione: basta un errore di progettazione ed ecco che il miglior pilota del momento si trasforma in uno mediocre (a voi la soluzione dell’enigma). In questo ambiente la Mercedes ha avuto l’enorme merito di ingaggiare un grande talento come Hamilton ed averlo messo, non senza difficoltà iniziali, su un’astronave. Il tutto condito da una concorrenza che solo nel 2017 e nel 2018 ha fatto la voce grossa. E da compagni di squadra che compiono errori, come Bottas domenica scorsa. Ora potreste dire: Rosberg nel 2016 dove lo mettiamo? Meglio non parlarne, direbbe Lewis.
Vittorie emotive
Sia chiaro, senza mezzo non si vince. Ma una volta che la monoposto ti permette di trionfare, entrano in gioco le emozioni che riesci a trasmettere. Pole positions, vittorie e giri veloci contano zero se non le si mettono in rapporto agli avversari. Hamilton in Mercedes ha dovuto lottare con Rosberg e Vettel. Schumacher in Ferrari con Damon Hill, Hakkinen e Raikkonen, dopo aver precedentemente sfidato pure Senna e Mansell. Personaggi che sono andati oltre la semplice competizione in pista, e dai quali Michael ha preso i migliori aspetti, anche quelli emozionali.
I remember watching Michael as a kid, winning all those races and I was just dreaming of being there myself. It shows dreams really can come true. A big, big thank you to @SchumacherMick, this was truly a surreal moment. One that i’ll remember forever. 🙏🏾 #91 pic.twitter.com/LUzfSz79HB
— Lewis Hamilton (@LewisHamilton) October 11, 2020
Proprio questi ultimi rendono le sue imprese ancora più vivide nella mente degli appassionati, che esse siano positive o negative. Abbiamo visto l’eccesso di foga a Jerez nel ’97, la rabbia cieca a Spa nel ’98, l’esplosiva gioia a Suzuka nel 2000 e la più o meno veritiera vergogna al GP d’Austria del 2002. Tutti momenti che hanno fatto la storia della Formula 1 e che hanno contribuito ad aumentare il prestigio del Kaiser, già enorme grazie alle sue numerose vittorie. Da ciò deriva la grande considerazione di cui gode Schumacher, suggellata dal dono, da parte del figlio Mick, del vecchio casco del campione tedesco a Hamilton. Un sentimento con cui Lewis dovrà, per forza di cose, fare sempre i conti.