Sarri via subito: via al toto nomi
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ToggleNemmeno il tempo della famosa e tanto ventilata analisi a freddo. Nemmeno quello. Maurizio Sarri è già un ex allenatore della Juventus. E’ già ufficiale! Anzi si è subito scatenato il toto-nomi.
Juve: chi dopo Sarri
Salutando in anticipo il tecnico di Bagnoli, la Juventus apre la pista al toto-nomi dell’estate.
Le ipotesi concrete sono quattro, ma i colpi di scena sono dietro l’angolo. Andiamo con calma e per gradi.
Il ritorno di Massimiliano Allegri
La prima idea è sistemare un po’ la rosa, cambiare poco e ridare il timone a Massimiliano Allegri (5 scudetti, 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe nazionali), che ha tutte le capacità da gestore di arrivare alla decima stella e ridare vigore al carisma internazionale di una squadra, che dopo ieri ha perso appeal internazionale.
Max è un gran tecnico, non tanto per il gioco scintillante, quanto per la solidità difensiva, la continuità dei risultati, dei trofei e per la qualità di sapere tener unito lo spogliatoio, fra campioni e campioncini. Inoltre ormai conosce bene l’ambiente Juventus e sa dare stimoli a una squadra disorientata.
Zinedine Zidane: il sogno
Zidane, eroe incommensurabile a Torino, è il sogno! Ex juventino, conosce anche lui bene l’ambiente bianconero e ha un curriculum internazionale di tutto riguardo: tre Champions League, 2 Supercoppe europee e 2 Mondiali per Club più 2 Liga in Spagna e 2 Supercoppe spagnole). Il suo Real, peraltro guidato da Cristiano Ronaldo, ha battuto record su record e ha espresso un calcio godevole e vincente.
Ha, però, appena firmato un contratto recente con il Real Madrid, con cui ha vinto l’ultima Liga.
Simone Inzaghi: l’astro emergente
Terzo nome è quello di Simone Inzaghi, tecnico della Lazio, con cui ha vinto 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane. Attualmente il fratello di Filippo, ha ancora un anno di contratto con la Lazio. Non sarà facile toglierlo dal progetto di Lotito-Tare.
Di lui piacciono la concretezza nei risultati, grinta e le idee tattiche. Un gioco veloce ed essenziale, molto rapido e intenso.
Mauricio Pochettino: per la panchina Juventus
Quarto nome è quello dell’ex tecnico Tottenham. Da giocatore era un ottimo difensore che ha vinto 2 campionati argentini, 2 Coppe di Spagna e una Coppa Intertoto.
Di lui piacciono lo stile fuori dal campo e la capacità di aver portato un club come il Tottenham a una finale di Champions.
Come allenatore non ha vinto nulla.
Clamoroso ritorno di Marcello Lippi?
E infine l’ultima indiscrezione parlerebbe di un’ipotesi inverosimile: il ritorno dell’unico che ha vinto la Coppa dei Campioni con la Juventus negli ultimi trentanni. Parliamo ovviamente dell’eroe nazionale: Marcello Lippi.
Conosce tutto l’ambiente Juve, ha la stima di tifosi e giocatori. Ha un curriculum che parla da solo e potrebbe avviare un progetto per traghettatore per preparare l’arrivo di Andrea Pirlo in prima squadra.
Sarri-post Lione
Nella stagione del nono tricolore consecutivo, sono più le incertezze che le gioie a turbare il futuro della Vecchia Signora. Juventus-Lione sembra essere stata la goccia che abbia fatto traboccare il vaso, tra un allenatore mai amato dal pubblico e l’intera piazza bianconera.
Le prime avvisaglie si erano già avvertite al suo arrivo. Le dichiarazioni al veleno contro la Juve rilasciate durante la permanenza a Napoli e il dito medio rivolto ai tifosi piemontesi sul pullman, che portava i partenopei allo stadio prima dello scontro diretto allo Juventus Stadium, nel non troppo lontano 22 aprile 2018 è una ferita ancora troppa aperta per essere dimenticata.
Il bel calcio espresso sotto il Vesuvio o la praticità vista nel Regno Unito con il Chelsea, sotto la Mole non sono è mai concretizzate. Sicuramente per il tecnico napoletano questo era l’anno zero, difficile per tutti basta vedere anche Conte a Milano, però la Juve in questa stagione sul piano del gioco ha fortemente deluso. Non si è mai vista una squadra cinica e cattiva che vincesse per 1-0 nelle giornate storte o una compagine spumeggiante che cavalca il suo momento migliore demolendo l’avversario di turno, Allegri docet.
Gli uomini di Sarri hanno sempre sofferto, aggrappandosi ai singoli. Sua maestà Ronaldo in primis, che contro i transalpini ha praticamente giocato da solo o Dybalarientrato dal post Covid in un ottimo stato di forma andando a segno per 4 giornate consecutive. Non si è riusciti ad esprimere quella manovra corale marchio di fabbrica a Torino da diversi anni. Tolto Bentancur (in ombra ieri sera) che ha avuto una forte crescita esponenziale, per il resto poca roba: con la bocciatura di Pjanic uno dei migliori nel suo ruolo e ormai volato a Barcellona, i mancati inserimenti di Ramsey e Danilo, l’involuzione di Alex Sandro inesistente sulla fascia sinistra o le incertezze difensive di Bonucci. Li davanti alle bizze di Douglas Costa si è aggiunto il mancato salto di qualità di Bernardeschi e il rilancio di un ormai compassato Higuain, da sempre pupillo del tecnico.
Sarri post partita Juventus-Atalanta
Il primo campanello d’allarme era già scattato la sera del 11 luglio nel 2-2 contro l’Atalanta, anche se quella partita ha in parte sancito lo scudetto a Vinovo. Al di là del rigore giusto o sbagliato che sia, si è assistito dopo tanto tempo ad una squadra più forte delle zebre sul piano atletico e tecnico/tattico, gap colmato solo con lo strapotere del portoghese. Gli uomini di Sarri da quel pareggio sembrano aver subito un contraccolpo psicologico che esclusa la comoda vittoria contro un’accomodante Sampdoria e uno striminzito 2-1 con una Lazio in forte crisi di risultati, abbiamo assistito a prove sconcertanti, sconfitte inaspettate come quelle di Cagliari e Udine o il pirotecnico 3-3 di Reggio Emilia, da partita di calcetto invece 1-3 subito dalla balbettante Roma, che hanno fatto chiudere il campionato a -1 dal Inter.
Performance che non rientrano nello stile Juve, nonostante come già detto in precedenza lo scudetto dopo gli orobici fosse stato già messo in cassaforte, ma sicuramente l’atteggiamento non piaciuto alla società. Dopo la prova nulla contro i transalpini, match senz’altro condizionato da errori arbitrali, la fiducia verso Sarri comincia a traballare basti pensare a cosa sarebbe la Juventus oggi senza il suo Cr7. L’ideaAntonio Conte in rotta di collisione ad Appiano Gentile sembra essere molo più di un’affascinante suggestione.