Marco Mancosu: solo dentro lo stadio
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ToggleIl senso dell’essere capitano. Quel ritrovarsi accovacciato a testa in giù, lì nel mezzo del campo. A piangere i cocci di una stagione che non meritava la retrocessione. Chiedersi se quell’occasione, a lui capitata sotto porta, fosse da concludere meglio. Oppure se a Bologna si fosse potuta evitare la sconfitta. O se proprio la sfortuna, con quel rimpallo maledetto sulla schiena di Gabriel, avesse già deciso contro il Genoa tutto.
Resta il fatto che come raccontato da calciolecce.it il capitano a un’ora di distanza dal fischio finale è ritornato sul luogo del misfatto. E in un momento di magra consolazione e autocolpevolezza si è lasciato andare allo sfogo.
Solo l’arrivo della moglie e del figlio l’hanno convinto a tornare a casa.
Al di là della retorica legata alle bandiere di un tempo, c’è da evidenziare come il gesto sia l’istinto adrenalinico di un ragazzo che ha dato anima e corpo per questi colori. Uno che ha portato il Lecce dalla Lega Pro alla A a suon di prodezze, come le tante che ha messo in mostra quest’anno.
E stiamo parlando di un giocatore che nella serie maggiore potrebbe anche restarci, perché con quel tiro lì e con quella tecnica balistica qualche club di A può già averci fatto un pensiero.
Ma a lui, giunto a un passo, dal record di goal come centrocampista in Europa, il mercato futuro non interessa ancora. Perché ha dovuto arrendersi alla malasorte e accettare che il Lecce tornasse in B.
Chissà se avesse segnato quella rete sotto porta, infrangendo il record stagionale, come sarebbero andate le cose.
Marco Mancosu: la rivelazione dell’anno 2019-20
Ogni anno c’è un giocatore nelle piccole piazze che si distingue dagli altri. L’anno scorso è stata la volta di Ciccio Caputo, chiamato a ripercorrere le orme dei suoi antenati come “cyborg Hubner” e Igor Protti. Quest’ultimo diventò capocannoniere nonostante la retrocessione del suo Bari.
La stagione in corso invece ha messo in luce un centrocampista: Marco Mancosu.
Mancosu: carriera e statistiche
Il trentaduenne nato a Cagliari, si era già affacciato nella massima serie agli inizi della sua carriera proprio con la maglia del Casteddu. Esordisce nel 2007 al Del Duca di Ascoli appena diciottenne nei rossoblù guidati da Giampaolo e segna subito alla sua prima apparizione. Da lì in poi inizia un girovagare per l’Italia: Benevento (storia della promozione in A) e Casertana tra gli altri fino ad arrivare nel 2016 in Salento nella terza divisione.
Qual è l’idolo di Mancosu?
Mezzala di qualità o trequartista, ha come idolo Kakà, può essere schierato anche da “falso nove”, bravo negli inserimenti e nei calci piazzati (rigorista della squadra) che lo portano spesso a rete.
Vita tranquilla la sua, alle feste in discoteca preferisce gli amici del bar. Alla casa in centro e tra i negozi, il silenzio di un quartiere più periferico.
Marco Mancosu: statistiche
In campo, però, prende sempre il centro della scena. Maglia numero 8, capitano dei giallorossi con 129 presenze e 40 goal, grazie allo spirito di sacrificio, professionalità e dedizione che mostra ogni qual volta che viene chiamato in causa. Ha preso per mano il Lecce targato Fabio Liverani ed insieme hanno fatto il triplo salto dalla C alla A.
Marco Mancosu: biografia
Se Marco secondo di tre figli è il più noto dei Mancosu, il calcio nella sua famiglia scorre dentro le vene. Il papà Mimmo è stato un discreto centrocampista a livello amatoriale. Marcello il più piccolo dopo un passato con Gubbio e Catanzaro, ha militato come ala destra nel Sestri Levante in serie D, per poi concentrarsi su altro.
Matteo il maggiore è una seconda punta abile nei movimenti e negli inserimenti che gioca nella Virtus Entella, dopo un esperienza nel Montreal al fianco di Didier Drogba.
La favola del centrocampista dell’Ogliastra era già scritta nei suoi geni. Ad oggi ha sempre dichiarato: “Cagliari è come una mamma, Lecce è mia moglie” e per il momento le voci di mercato non prevedono amanti.
Marco Mancosu: record di goal a centrocampo
Domenica prossima 02 agosto giornata particolare per Marco Mancosu. Il suo Lecce ha bisogno dei tre punti contro il Parma e sperare che il Genoa non vinca con il Verona per restare in serie A, mentre lui è a caccia di un record tutto personale.
Con i suoi 14 goal è a solo due reti a superare Raul Garcia dell’Atletico Bilbao fermo a 15, per diventare il centrocampista più prolifico d’Europa nella stagione 2019/20. Dietro di lui ci sono giocatori dal calibro di De Bruyne, Havertz, Vidal e Reus.
A simboleggiare l’impegno di un ragazzo che butta il cuore oltre l’ostacolo ogni qual volta che lo vede protagonista nel rettangolo verde.