La società calcistica friulana compirà 100 anni il prossimo 1 ottobre. Ma ai festeggiamenti per il primo secolo della propria storia, se ne potrebbe aggiungere un altro ben più importante.
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TogglePordenone Calcio 100 – I Neroverdi infatti hanno in messo in cassaforte la partecipazione ai play-off della Serie B 2019/20 ed ora l’obiettivo da raggiungere è ben più grande. Però, prima di scoprire quale sarà il prossimo futuro dei Ramarri, andiamo a snocciolare il passato del calcio pordenonese.
Dalla fondazione alla prima esperienza in Serie C
Il Pordenone Calcio nasce il 1 ottobre del 1920 sulla scia del rapido ritorno alla normalità dopo le difficoltà della guerra. Tuttavia già 7 anni prima, nel 1913, vi era una sezione calcistica attiva all’interno dell’Unione Sportiva, società polisportiva della cittadina friulana. Però solo nel dopoguerra partì un lento allontanamento del calcio dall’iniziale origine comune, sancita definitivamente nel 1921 con l’adozione del nome Football Club Pordenone.
Come campionato d’esordio, la scelta cadde sulla Terza Divisione, allora al quarto livello del calcio italiano e già suddiviso regionalmente. In questi primi anni il Pordenone dimostrò un buon livello di competitività e nel giro di breve tempo riuscì a salire in Seconda Divisione, ovvero la categoria superiore. La stagione 1926/27 si concluse con un settimo posto finale, con il quale i Neroverdi acquisirono la salvezza. Tuttavia per l’anno successivo la società decise di non iscriversi.
Negli anni seguenti i Ramarri continuarono la loro attività agonistica passando dalla Terza alla Seconda Divisione e viceversa. La FIGC però aveva iniziato una riforma dei campionati già nel 1929 e per la stagione 1935/36 ci fu il debutto nella nuova Serie C. Il Pordenone riuscì a partecipare alla categoria tra il 1939 ed il 1940, grazie alla vittoria della Coppa Venezia Giulia. Fu un passo di troppo: la formazione neroverde non era all’altezza, e retrocesse nello stesso anno.
L’obiettivo però era quello di tornare in Serie C il più presto possibile.
Alti e bassi per restare tra i professionisti
Furono solo altre 3 le occasioni in cui il Pordenone partecipò alla Serie C tra gli anni ‘40 e ‘50. A parte l’annata 1945/46, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, l’esito fu la retrocessione. In questo periodo piuttosto lungo la rosa venne per lo più messa nelle mani di giovani calciatori e i risultati faticarono ad arrivare. Sul finire degli anni ’50 la situazione cambiò, grazie all’acquisto della società da parte di Silvio Cirielli, all’epoca direttore del laboratorio ricerche cliniche dell’ospedale cittadino.
Con lui l’allora Associazione Calcio Pordenone riuscì a vestire di verdenero Omero Tognon, bandiera del Milan negli anni ’50 e vincitore di due scudetti con i Rossoneri. Il padovano svolse il ruolo di giocatore e allenatore allo stesso tempo. L’anno seguente, data la partecipazione della squadra alla Serie C 1958/59, si decise di mettere sulla panchina Renato Cesarini, giunto da Torino sponda Juventus. In questi anni infatti il Pordenone divenne società satellite dei Bianconeri.
Durante gli anni ’60, a partire dal 1965 fino al 1978/79, il Pordenone rimase invece costantemente in Serie D. Fu un periodo di grande difficoltà che termino solamente dopo 15 anni di lotta: i Ramarri riuscirono così a qualificarsi per la nuova Serie C2, nata ovviamente dalla divisione della Serie C originaria.
Toccato il fondo, si inizia a risalire
L’aprirsi degli anni ’80 fu davvero funesto. La società versava in una crisi finanziaria che costrinse alla vendita l’allora proprietario Ugo Caon. La squadra rimase però in C2 per 10 anni sino alla stagione 1988/89, nel segno dell’addio momentaneo al professionismo. A poco valse l’aiuto dell’ex Inter Evaristo Beccalossi, che poco riuscì a fare negli anni seguenti. Il Pordenone si trovò nel giro di 3 anni addirittura in Prima Categoria.
Una serie di risultati così devastanti però vennero controbilanciati da un lento percorso di miglioramento. Tra il 1992 ed il 1993 i Neroverdi strapparono il passaggio in Promozione, mentre nel ’96 venne centrato il ritorno in Serie D. Trascorsero 6 anni nel semi-professionismo prima che si riaprissero le porte della Serie C. Il tutto sembrò finire nel 2004, quando a causa delle difficoltà economiche societarie avvenne la retrocessione in Promozione dopo quella in Eccellenza dell’anno prima.
Fortuna volle che la Salesiana Don Bosco, club concittadino militante in Promozione cedette il titolo sportivo al Pordenone, aiutando così la società a rinascere. Nel 2007/08 i Neroverdi tornarono in Serie D, dopo un anno di purgatorio, per rimanerci fino al 2014, nel quale il Pordenone Calcio strappò il pass per la Lega Pro e conquistò lo scudetto dilettanti.
Gli anni in Lega Pro sono stati molto interessanti per i friulani. Oltre a questo però il Pordenone si contraddistinse anche in Coppa Italia nel 2017/18. Ai sedicesimi di finale i Ramarri riescono a sconfiggere il Cagliari e agli ottavi perdono solamente ai calci di rigore con l’Inter. Quello fu un bel trampolino di lancio per la stagione successiva che portò i Neroverdi al primo storico passaggio in Serie B. Passato poco più di un anno, ora il club di Pordenone si giocherà l’accesso alla Serie A, passando attraverso i play-off.
Proprio 100 anni dopo la fondazione.
Ma d’altronde questa è una squadra abituata a sognare.