Il secondo gran premio in terra austriaca ha confermato i valori visti la settimana precedente: Mercedes di un altro pianeta, Ferrari in piena crisi
Nessuno si aspettava miracoli dai primi aggiornamenti della Ferrari, certo è che neanche nel team hanno capito se funzionano e quanto funzionano. Leclerc l’ha combinata proprio grossa a questo giro. Era importantissimo raccogliere dati domenica e macinare quanti più chilometri possibili, molto più importante di raccogliere punti ed invece sappiamo tutti come è andata.
Ora si va a Budapest con un punto interrogativo grande come l’intero mito del “Cavallino Rampante”. Questa SF1000 potrà migliorare o l’intero progetto è da cestinare? Se così fosse sarebbe un grosso problema dal momento che questa monoposto dovrebbe essere in pista anche nel 2021 senza la possibilità di fare troppe modifiche. La Ferrari potrebbe trovarsi davanti ad un bivio: credere nel proprio operato e continuare ad investire su questa vettura oppure rivedere quella dello scorso anno, ma con il motore aggiornato dal patto con la Fia, quindi meno potente? Un dilemma machiavellico in cui a mio parere un lieto fine non può esserci.
Il divario dalle Mercedes è ormai abissale, in Stiria Hamilton (soprattutto) e Bottas hanno dimostrato di avere un pacchetto di un altro pianeta. L’unico tentativo di resistenza lo ha lanciato Max Verstappen con la Red Bull, ma anche qui molto è dipeso più dalla tenacia dell’olandese che dalla velocità della sua RB16.
Il caos in casa Ferrari è ormai a livelli imbarazzanti, sia sul piano tecnico che su quello umano. Salteranno sicuramente nuove teste, senza avere la minima idea di come rimpiazzarle.
Le facce sono già tirate e l’aria si taglia col coltello. E siamo solo alla seconda gara!