L’Inter è la nostra Fede, San Siro il nostro Tempio
Di partite belle ed emozionanti San Siro ne ha vissute tante. Tra rimonte rocambolesche e vittorie storiche, ecco una breve carrellata dei più bei trionfi casalinghi della nostra Inter. Buona lettura.
La notte magica per eccellenza: Inter-Barcellona 3-1
Indice dei contenuti
Toggle- La notte magica per eccellenza: Inter-Barcellona 3-1
- Parola d’ordine: Rimonta! Le più emozionanti rimonte nel nostro campionato
- Sotto il segno della rimonta: ricordiamoci di Inter-Siena 4-3 e Inter-Palermo 3-2
- Tutte le sfide più belle dell’Inter Anni Ottanta e Novanta
- Inter-Aston Villa: 3-0
- Inter-Tottenham 2-1 in Champions
Ho deciso di iniziare da una partita che è divenuta simbolo per noi tifosi nerazzurri.
L’andata della semifinale di Champions League contro gli alieni provenienti dalla Catalogna.
Una squadra assurda. Piena zeppa di FENOMENI. Super fortissima assai.
Un gruppo capace di dettare legge in Europa per anni. Difficile da battere. Difficile, ma non impossibile. Appunto.
Quella “notte” San Siro era uno spettacolo. Il vero dodicesimo uomo in campo, quell’uomo in più capace di spingere quei ragazzi verso la realizzazione del nostro sogno. Era indescrivibilmente carico. Una vera e propria bolgia.
Uno scenario degno di una sfida del genere, con davanti un avversario di tutto rispetto. Loro era sì più forti, ma potevamo giocarcela alla pari. Eravamo arrivati fino a lì e non dovevamo mollare proprio adesso. Non potevamo farci impressionare dalla “grandezza” dell’avversario.
Si sa, tutto ha un inizio e una fine, e il ciclo vincente del Barcellona doveva arrestarsi lì, quella sera, proprio contro di noi.
Tra noi e quella Finale – tanto desiderata – c’era di mezzo la squadra più rognosa del Mondo. Roba di poco conto…
L’ansia era palpabile. L’agitazione pervadeva ognuno di noi.
Quei novanta e più minuti sono stati vissuti da tutti allo stesso modo. Col cuore in gola fino alla fine e una quantità disumana di lacrime pronte a venire fuori al termine della gara. Ovviamente, lacrime di gioia!
Io ricordo di aver seguito la partita in silenzio tombale. Era troppa la “paura”. Sì, “paura” di svegliarmi da quel maledetto sogno, diventato, a quel punto, ossessione. Di dover tornare a fare i conti con una realtà che sarebbe stata “crudele”. No, io volevo rimanere ancorato a quei novanta minuti.
Quella Finale era lì, ad un passo. Gli ultimi centottanta minuti prima di poter staccare un ambitissimo biglietto per Madrid.
Una sfida dai mille significati e un unico sogno: il nostro
Avevamo tanto da perdere e altrettanto da guadagnare. Avevamo l’Europa a portata di mano. Potevamo zittire tutti. Oppure, potevamo affondare. Cadere. Crollare sotto i colpi degli avversari e gli sfottò di coloro che speravano in una nostra debacle. Fuori il Barca saremmo stati noi la squadra da battere. I favoriti. Lo sapevamo. Lo sapevano tutti.
Quella partita fu, per molti significati, “speciale”, come tutta quella stagione, come quella squadra, come colui che avevamo in panchina. Lo SpecialOne.
Quella partita rese speciale anche noi tifosi interisti, in una notte assolutamente “magica” e da non poter mai dimenticare.
Ammettiamolo. Il gol di Pedro dopo appena venti minuti di gioco gelò il cuore a molti di noi.
Fino a quel momento ce la stavamo giocando a viso aperto. Messi e Ibra erano ben marcati, mentre Eto’o e Milito stavano facendo venire il mal di testa alla retroguardia in maglia arancio.
Ma ecco che Maxwell sguscia come un’anguilla sulla sinistra, va verso il fondo e quasi dalla linea mette un pallone in mezzo all’area di rigore.
All’apparenza quella palla sembra innocua, supera Zlatan, ma arriva precisa sui piedi di Pedro, abile a battere di sinistro Julio Cesar.
Peggio di un cazzotto che ti arriva alla sprovvista. Un colpo brutale. Da rimanerci quasi secco. Ma per fortuna nostra così non fu.
La nostra Amata reagisce subito. Il Barca viene messo alle corde dai nostri paladini in maglia nerazzurra, ma quella palla non vuol saperne di superare la porta difesa da Victor Valdes.
Il gol di Sneijder e l’inizio dell’arrembaggio nerazzurro
Alla mezz’ora l’Inter confeziona il gol del pareggio. Dopo i tanti tentativi andati a vuoto, Eto’o riesce a pescare dalla destra il Principe all’interno l’area di rigore.
Il numero 22 nerazzurro è, però, spalle alla porta, ma ecco alla sua destra un liberissimo Wesley Sneijder, l’argentino lo vede e lo serve, la palla giunge al folletto olandese che prende la mira e supera l’estremo difensore blaugrana.
San Siro esplode. Il pubblico riprende coraggio e da questo momento in poi in campo si vedrà soltanto una squadra. La nostra.
Al gol di Maicon, giunto al minuto quarant’otto, lo stadio può finalmente esplodere di gioia. Milito è una furia ed è impossibile marcarlo. Il Principe prende palla, si allarga e mette in mezzo un pallone al bacio per il Colosso che batte per la seconda volta Victor Valdes. Che giubilo, anche se la vera apoteosi la si raggiungerà al minuto sessantuno, quando, cioè, il Principe Milito siglerà il tris nerazzurro, togliendosi la soddisfazione del gol, in una sfida in cui è stato, ancora una volta, maestoso.
Gli ultimi minuti di quella partita saranno il preludio di ciò che ci aspetterà qualche settimana dopo al Camp Nou. Minuti di sofferenza, ma che ci regaleranno la gioia più grande della nostra Storia. Poi sappiamo tutti come sia andata. Grazie Signore grazie!
Parola d’ordine: Rimonta! Le più emozionanti rimonte nel nostro campionato
Prendiamo tre differenti parole e mescoliamole insieme: rimonta, Serie A e Inter.
La primissima cosa che ci viene in mente è legata alla partita più “pazza” giocata dai nerazzurri in casa. La partita sulla bocca di ogni tifoso nerazzurro (et non solo!).
Stagione 2004/2005. Era l’Inter di Mancini. Era una Inter capace di grandi “imprese”. L’avversaria di turno è la Sampdoria di Walter Novellino, in vantaggio di due gol e già pronta a tagliare il traguardo del novantesimo con i tre punti in tasca. Dopo il gol di Kutuzov, che spegneva di fatto ogni speranza di rimonta, la gente cominciò ad abbandonare gli spalti. Consuetudine a San Siro. C’è chi lo fa per evitare le code ai parcheggi, chi, invece, per il troppo dolore accumulato durante quei minuti sugli spalti.
Sta’ di fatto che, per quanto mi riguarda, non bisogna mai lasciare il proprio posto a sedere prima della fine della partita. Non bisogna mai abbandonare la nave prima che sia del tutto affondata. Soprattutto se tifi per l’Inter.
Quel pomeriggio accadde qualcosa di epico. Una rimonta incredibile, inaspettata.
A due minuti dallo scadere del termine regolamentare Oba Oba Martins trova il gol che accorcia le distanze. Sembrerebbe il classico gol della “bandiera”, ma quella rete suona la carica e dà coraggio alla formazione di casa.
Fa tutto alla grande il giovane attaccante nigeriano. Prima si libera della marcatura dei due centrali doriani, poi d’esterno trova il palo basso, con il più classico colpo di biliardo.
Ma non è finita qui. Pochi istanti dopo arriva anche il gol del pareggio, siglato da Vieri, su assist di Martins, che è abile a trovare lo spazio per servire in mezzo all’area il numero 32 nerazzurro.
A suggellare quei minuti incredibili, il sinistro a filo d’erba del Chino Recoba che da fuori area trova l’angolino basso alla desta per portiere ospite e regala una vittoria tanto incredibile, quanto inaspettata.
Sotto il segno della rimonta: ricordiamoci di Inter-Siena 4-3 e Inter-Palermo 3-2
Quando il Siena venne a fare visita alla formazione allenata da José Mourinho, tra le due squadre c’era un abisso. La formazione nerazzurra poteva godersi lo spettacolo della classifica guardando tutti dall’alto verso il basso, mentre il Siena era con un piede e mezzo in Serie B.
Sembrava una partita dal risultato scontato. Una di quelle sfide in cui la prima della classe deve mettere in scena una prestazione ordinaria per agguantare vittoria e tre punti.
Invece l’Inter si ritrova a dover rincorrere la formazione toscana che trova la via del gol con Maccarone con un tiro all’incrocio da 25 metri.
Dopo solo diciotto minuti, il Siena, incredibilmente, passa in vantaggio a San Siro.
I bianconeri, allora allenati da Malesani, subiscono la reazione dei nerazzurri, ma riescono a palesarsi dalle parti di Julio Cesar, creando alla difesa nerazzurra più di un grattacapo.
A rimettere le cose sui binari della “normalità” ci pensa il “solito” Milito, con un “gol dei suoi”.
Trova campo libero davanti a sé, prende il tempo al diretto marcatore, dribbling a rientrare al centro e palla sul palo più lontano. Siamo al minuto ventitré e il Principe regala il gol del pari all’Inter.
Dieci minuti dopo i padroni di casa annullano del tutto il vantaggio iniziale degli ospiti, trovando il gol del 2-1 con Sneijder su calcio da fermo. La gioia dei tifosi nerazzurri però dura pochissimo. Sul rovesciamento di fronte il Siena trova il gol del pari con Ekdal, abile a battere Julio Cesar quasi a ridosso dell’area piccola. Grandissimo il lavoro di Reginaldo che permette al compagno di concludere a rete indisturbato.
Nella ripresa, altra doccia fredda per i tifosi dell’Inter. Ancora una volta Maccarone e ancora una volta Reginaldo. Il primo trova l’angolino in basso a destra dal limite dell’area di rigore, il secondo sembra una furia e serve a bigMac questo delizioso passaggio.
Mentre tutto lascia presagire una nottata nefasta, l’Inter pesca il jolly grazie ad una punizione dai 30 metri di Sneijder che batte Curci sul suo stesso palo.
A tre minuti dal termine i padroni di casa trovano il gol del pari, ma spingono alla ricerca della rete della vittoria. Mou chiede a tutti i suoi effettivi di portarsi in avanti e al minuto quarantasette è Walter Samuel che ben imbeccato, mette alle spalle di Curci la palla del definitivo 4-3. Via ai caroselli nerazzurri.
Inter-Palermo 3-2: gennaio 2011
Gennaio 2011. L’Inter ha appena prelevato Pazzini dalla Sampdoria. Il neo attaccante nerazzurro si accomoda in panchina e assiste al primo tempo da semplice spettatore, ma ci sarà occasione per lui di entrare e “presentarsi” ai suoi nuovi tifosi.
Il Palermo arriva a Milano nella sua migliore versione. Al quinto, approfittando di uno svarione difensivo, Miccoli trova la rete del vantaggio, mettendo alle spalle di Julio Cesar un ottimo pallone servito da Cassani.
L’Inter prova a scuotere il match con i suoi campioni, ma un grande Sirigu nega, occasione dopo occasione, la gioia del gol ai padroni di casa.
E mentre l’Inter ci prova senza riuscirci è nuovamente il Palermo a trovare il gol. Ancora Cassani dalla destra, la palla arriva sui piedi di Nocerino che, saltato Maicon, beffa per la seconda volta l’estremo difensore nerazzurro.
Incredibilmente padroni di casa sotto per 0-2 alla fine del primo tempo, con Pastore che proco prima dell’intervallo coglie anche il palo alla sinistra di Julio Cesar e rischia di siglare un inaspettato 0-3.
Nella ripresa si vede in campo il Pazzo. Oltre a Milito ed Eto’o in campo anche l’ex doriano.
Sarà lui l’arma vincente.
In ventotto minuti cambia l’inerzia dell’incontro, trovando da bomber di razza il gol utile ad accorciare le distanze.
È il minuto cinquantacinque. Palla in area. Pazzini tiene a distanza il diretto marcatore e con la torsione del corpo mette la sfera alle spalle di un Sirigu fino a quel momento imperforabile.
Il gol dei nerazzurri non demoralizza gli avversari, che provano a colpire alla ricerca del terzo gol.
Prima Julio Cesar salva su un corner battuto da Miccoli e deviato da un suo compagno di squadra e poi, miracolosamente, dice no a Pastore, parando un rigore che il direttore di gara aveva assegnato agli ospiti per un fallo su Kasami.
Poteva essere la fine, ma l’acchiappasogni nerazzurro intuisce l’angolo e mantiene la porta inviolata.
Il pericolo scampato carica ancor di più i padroni di casa che provano a cercare il gol con maggiore insistenza. Fa tutto il Pazzo in pochi minuti.
Bastano due minuti al numero 7 nerazzurro per ribaltare il risultato e regalarsi la prima vera gioia in maglia nerazzurra.
Al minuto settantatré sceglie ottimamente il tempo per l’incornare un delizioso cross di Maicon. Palla in rete e gol del pari. Al settantacinquesimo minuto – invece – si procura un calcio di rigore, che verrà trasformato, freddamente, da Samuel Eto’o.
C’è ancora tempo per un ultimo sussulto. Balzaretti prova a botta sicura, ma l’Inter si salva e conserva vittoria e tre punti.
Tutte le sfide più belle dell’Inter Anni Ottanta e Novanta
Anche in Europa la Beneamata ha regalato ai propri tifosi momenti di puro spettacolo. Abbiamo già parlato della sfida più importante della nostra storia. Della sfida delle sfide che ha reso San Siro una bolgia infernale.
Ma l’Inter è stata capace di regalarsi e regalare ai suoi tifosi gol ed emozioni uniche.
Anni Ottanta. Più precisamente la sera del 24 ottobre 1984. L’Inter ospita a San Siro gli scozzesi del Rangers Glasgow.
Si gioca l’andata dei sedicesimi di finale di Coppa Uefa, una competizione tanto cara ai nostri colori. La formazione di casa si sbarazza facilmente degli avversari. Una partita mai in discussione, con i nerazzurri che si imposero con un secco 3-0.
Ma perché questa sfida è così tanto importante per noi tifosi?
In tanti la ricordano come la “partita del gol capolavoro annullato a Rummenigge”.
Sì, è vero, Kalle siglò il gol che chiuse il contenzioso (dopo Sabato e Causio), ma nella mente dei tifosi più “attempati” quella magia è ancora viva. Come una cartolina. Una emozione difficile da cancellare. Una scelta scellerata da parte del direttore di gara di quella sera, una decisione che ancora oggi, per quel suo gesto atletico meraviglioso, grida vendetta: Cross di Altobelli e lui, spalle alla palla, si avvita in acrobazia e anticipa di netto il difensore mandando la palla alle spalle del portiere.
Il direttore di gara, inspiegabilmente, annulla per gioco pericoloso.
L’arbitro sbagliò clamorosamente, togliendo a Kalle e all’Inter la possibilità di poter gioire per un gol che non era assolutamente da annullare, ma il torto più grande lo fece al gioco del calcio, non permettendo a questo gesto di essere riconosciuto ufficialmente, anche se, alla fine, è entrato lo stesso nella storia.
In quella stagione San Siro continuò ad essere un’arma in più per gli uomini allenati da Castagner, capaci di approdare in semifinale e battere con un rotondo 2-0 il Real Madrid. La gara di ritorno, poi, non premiò i nerazzurri, che, in casa dei Blancos, furono rimontati ed eliminati dalla competizione ad un passo dalla finale.
Inter-Aston Villa: 3-0
Stagione 1990/1991, l’Inter si trova a dover affrontare l’Aston Villa in casa, dopo aver perso in Inghilterra per 2-0. Una sfida complicata, ma si sa che in casa l’impresa può essere più semplice da realizzare.
I nerazzurri partono subito alla grande e con Klinsmann trovano il gol del vantaggio dopo appena sette minuti di gioco.
La squadra crede nell’impresa e il pubblico inizia a spingere sempre più i calciatori in campo.
Sono i due idoli di quegli anni a chiudere i conti e regalare la qualificazione alla Beneamata. Dapprima Nicolino Berti trova l’angolo alla sinistra dell’estremo difensore inglese, poi Bianchi chiude le ostilità mettendo il sigillo ad una qualificazione che sembrava difficile da raggiungere.
Diversi anni dopo eccoci di fronte all’ennesima impresa.
Inter-Strasburgo 1996-97
Stagione 1996/1997, nella sfida di andata degli ottavi di finale di Coppa Uefa l’Inter perde in casa dello Strasburgo. Proprio come con l’Aston Villa i nerazzurri hanno la necessità di recuperare due gol di svantaggio.
Era l’Inter di Ronaldo, la stessa squadra che quell’anno avrebbe alzato al cielo quel trofeo. Il primo dell’era Moratti figlio, il primo importante riconoscimento europeo per mister Simoni.
Si inizia subito forte. Djorkaeff viene atterrato in area dal portiere avversario. Il direttore concede la massima punizione.
Sono passati appena dodici minuti e l’Inter ha la possibilità di cominciare la propria rimonta. Sul dischetto si presenta Ronaldo. Sembra già una sentenza scritta. San Siro è pronto ad esplodere, ma… il Fenomeno sbaglia.
Tiro non troppo angolato, il portiere intuisce e devia sul palo, per poi ricacciare tra le proprie braccia quel pallone così bollente.
Niente da fare. Nulla era cambiato.
L’impresa sembrava ancor più ardua. L’errore dagli undici metri del Campione brasiliano avrebbe potuto togliere motivazioni e lucidità ai nostri ragazzi, ma l’Inter non si sfalda ed è proprio lui, Ronnie, a spezzare gli equilibri e portare i nerazzurri in vantaggio.
Segna nel modo più difficile.
Dai venti metri. Su un calcio di punizione toccato da Djorkaeff, il Fenomeno brasiliano fa qualche passo in avanti e scaglia una bordata alle spalle dell’estremo difensore avversario. Giocatore più unico che raro!
Dopo pochi minuti dall’avvio del secondo tempo è Zanetti a realizzare il gol del raddoppio. Il sigillo dal limite diventerà un marchio di fabbrica del nostro Javier. Botta dal limite e palla in rete.
Il gol del 3-0 è opera del Cholo Simeone.
Riceve palla da Djorkaeff, controlla di petto, entra in aera e da posizione defilata trova l’angolo più lontano.
I nerazzurri potrebbero addirittura dilagare, ma trovano in Vencel, portiere avversario, un baluardo insuperabile. Protagonista di quella sera.
Inter-Tottenham 2-1 in Champions
Gli Spurs sono per noi un ricordo agrodolce. Un po’ amaro, indigesto per diversi motivi.
Contro gli inglesi abbiamo vissuto l’ultima grande gioia europea, in termini di pathos e risultato a favore. Abbiamo gioito come quell’Inter-Sampdoria per una vittoria che sembrava ormai lontana. Impossibile da raggiungere.
Era la prima giornata della scorsa Champions League.
Il grido “The Champioooooooons” fece letteralmente tremare San Siro prima del fischio iniziale del direttore di gara.
Eravamo lì. Eravamo tornati protagonisti nella massima competizione europea, dopo anni di latitanza e difficoltà. Ci eravamo lasciati alle spalle un anno non facile, una stagione di sacrifici, con quella qualificazione strappata all’ultima giornata in casa della Lazio. Che ricordi!
Avevamo aspettato quel momento da anni.
Eravamo tornati. Questo era ciò che importava e che bella aria si respirava quel pomeriggio.
L’avvio di gara, però, fu un po’ balbettante.
Inostri ragazzi non sembravano così carichi come lo eravamo noi sugli spalti. La squadra non riusciva a “brillare” ed ecco arrivare anche la mazzata.
Nella ripresa Eriksen approfitta di una carambola fortunosa e porta in vantaggio gli Spurs.
L’Inter è imprecisa e parecchio pasticciona. Il primo tiro arriva dopo il vantaggio degli ospiti, con un colpo di testa di Perisic, ma sono proprio gli inglesi ad andare più volte vicino al raddoppio.
Quando tutto sembra essere finito. Quando San Siro iniziava a svuotarsi, ecco arrivare il momento della svolta.
I nerazzurri si distendono per bene, occupando in maniera egregia gli spazi, Asamoah dalla sinistra pesca al limite Mauro Icardi che, senza pensarci due volte, calcia e trafigge Worm. È il minuto ottantacinque. Rimonta?
L’Inter adesso ci crede. Il pubblico è in delirio. E i nerazzurri sono pronti ad affondare gli aculei. Ed ecco al minuto novantadue l’apoteosi.
Candreva batte in area un calcio d’angolo. Palla ad uscire. La sfera giunge nei pressi di De Vrji che la rimanda in area, sulla sfera si fionda Vecino che da pochi metri di testa anticipa tutti e batte ancora una volta il portiere dei londinesi. Puro SPETTACOLO. Una notte da DELIRIO!!!
Altro giro, altra corsa, ma soprattutto altra Inter: Inter-Tottenham 4-1
Era la sera del 14 marzo 2013. L’Inter di Stramaccioni, in assoluta emergenza, affrontava nella sfida di ritorno degli ottavi di Europa League gli Spurs.
L’andata era stata una vera mattanza per i nerazzurri, capaci di prendere 3 reti senza riuscirne a segnare nemmeno uno.
La sfida di quella sera sembrava davvero proibitiva, ma questa squadra ci ha mostrato di riuscire a dare il meglio nelle situazioni più complicate. Più “impossibili”.
Per ribaltare un risultato così pesante sarebbe stata necessaria una prestazione impeccabile. Senza fronzoli e sbavature. La prestazione P-E-R-F-E-T-T-A!
Quella sera, ricordo, fu una vera tortura. La squadra mise tutto ciò che aveva in corpo e oltre. Mise in campo l’anima. Chi giocò quella sera non sfigurò assolutamente, anzi… con Cassano che fu il vero mattatore di quella serata.
FantAntonio vestì i panni del supereroe e dopo venti minuti illuminava col suo genio San Siro battendo, di testa, il portiere ospite.
Il gol dà coraggio ai nostri ragazzi, che adesso credono nell’impresa.
Palacio poco dopo sciupa il gol del raddoppio, spedendo la palla sulla traversa, ma l’argentino si rifarà nel secondo tempo.
Ben imbeccato da Cambiasso sul filo del fuorigioco il Trenza si ripresenta a tu per tu con Friedel, ma questa volta riesce a freddarlo in uscita.
San Siro diventa incontenibile quando, al minuto settantacinque, Gallas, su un calcio punizione battuto da Cassano, devia nella propria rete la palla del 3-0.
Il vantaggio dei londinesi era stato azzerato. Adesso era tutto in equilibrio. Si ripartiva nuovamente dallo 0-0. Impresa pazzesca. Ma non è tutto. L’Inter non è doma e insiste, cercando più volte il gol della qualificazione e andandoci, oltretutto, vicina in alcune circostanze. L’occasione più clamorosa capita sui piedi di Cambiasso al minuto novantadue, ma l’argentino non è lucido e non riesce a battere Friedel. Sarebbe stato tutto così perfetto. Invece no. Bisogna soffrire ancora. Si va ai supplementari. Altri minuti di agonia.
Ma come dice il detto “era tutto troppo bello per poter sembrare vero”. I londinesi si fanno coraggio e alla prima vera occasione da gol trovano il “golletto” che ci taglia le gambe e ci spedisce, improvvisamente, all’Inferno: Adebayor, fino a quel momento inesistente, in spaccata mette in rete un pallone respinto corto da Handanovic.
Una doccia gelata per la formazione di casa. Il primo errore della partita della difesa è costato carissimo ai nerazzurri e a niente servirà il successivo gol di Ricky Alvarez, utile a fissare il risultato sul definitivo 4-1. Una vittoria strameritata. Una beffa bella e buona e se ripenso ancora a quella sera… mi viene ancora voglia di spaccare tutto.
San Siro custodisce tutto questo. I nostri ricordi più belli, ma anche le delusioni. La rabbia. I pianti.
Abbiamo gioito. Urlato fino a perdere la voce. Ci siamo abbracciati ad ogni gol. O ogni volta che sembrava esserlo. L’Inter è la nostra fede. San Siro in nostro Tempio.