Milan: con Pioli buon gioco e finalmente i primi risultati

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Il Milan di Pioli esprime un buon gioco e inizia a correre. Ora serve costanza

Tifare Milan negli anni ’10 non è stato bello. Tanti (troppi) risultati deludenti si susseguono dal 2012 ad oggi. Scrivere e tifare Milan negli anni ’10 è stato forse peggio. Quest’anno non è un’eccezione: è da inizio campionato che le frasi attribuibili alle prestazioni dei rossoneri viaggiano tra “molto male”, “il cambio di guida non ha portato i frutti sperati” “buona partita ma i risultati non arrivano”, “finalmente una vittoria risicata” e via discorrendo. Ecco perché trovarmi a scrivere un articolo dopo due partite in cui il Milan vince e convince (soprattutto nell’ultima uscita con il Bologna) ha un dolce sapore di novità. Chiariamoci, il percorso per la risalita è ancora lungo e se si vuole davvero puntare ad un posto in Europa, due vittorie consecutive contro Bologna e Parma non possono di certo essere un punto d’arrivo. Però la strada imboccata sembra quella giusta.

Pioli il “normalizzatore”

Il buon gioco del Milan espresso nelle ultime uscite è il risultato del processo di normalizzazione iniziato con l’arrivo di Pioli. L’allenatore ex Fiorentina era stato infatti acquistato con l’intento di portare semplicità e ordine in una squadra andata in tilt. Qualcosa finalmente inizia a vedersi dopo un inizio difficile. The normal one (così si riferiscono a lui diversi giornalisti sportivi), ha portato da subito il suo solito 433, uno dei moduli più utilizzati e più facilmente interpretabili dalle squadre. La semplicità delle scelte di Pioli si è fatta apprezzare soprattutto per la sua capacità di mettere ogni giocatore al posto giusto, ovvero nel ruolo che sa meglio interpretare: basta trequartisti forzati, punte che non sono punte e centrocampisti improvvisati. Nello specifico ha rimesso, ad esempio, Suso nel suo unico vero ruolo, quello di ala destra; e si affida a una vera punta come Piatek (con i suoi alti e bassi) e non a Castillejo, che rende meglio da esterno.

Pioli sembra avere costruito un buon gioco struttura di base che possa continuare nel tempo senza quindi fare stravolgimenti sostanziali nelle formazioni di partenza. Gli 11 del 433 di Pioli nella partita contro il Bologna sono stati: Donnarumma, Conti, Musacchio, Romagnoli, Theo Rodriguez, Kessie, Bennacer, Bonaventura, Suso, Piatek e Calhanoglu. Questi potrebbero essere i giocatori che vedremo maggiormente in campo da qui fino alla fine della stagione (infortuni e mercato permettendo). Resta da capire se Paqueta riuscirà a strappare un posto da titolare o verrà utilizzato maggiormente a gara in corso.

Il Milan di Pioli ha ancora una media punti bassa (1,38 punti a partita) nonostante le ultime due vittorie. I risultati sono arrivati soltanto nelle più recenti uscite stagionali ma lo stesso non si può dire del gioco che esprime. Chiariamoci, niente “calcio Champagne”, ma in ogni partita, anche con la Juve, abbiamo dato la sensazione di giocarcela almeno alla pari. Nessuno può sapere se il Milan di Giampaolo con il tempo avrebbe iniziato ad assorbire il suo gioco, ma per quanto abbiamo visto, che il Milan di Pioli giochi meglio di quello del tecnico ex Samp è un dato di fatto.

Da Biglia a Bennacer

Il cambiamento più sostanziale con la nuova guida tecnica è stato in cabina di regia con la sostituzione di Bennacer ai danni di Biglia. Nelle prime partite, Pioli ha insistito sull’argentino ma, dati i risultati piuttosto negativi, lo ha presto sostituito con Bennacer. L’algerino sta migliorando di partita in partita dimostrando un ottimo dinamismo e una buona gestione del pallone. A volte l’esperienza paga, ma altre è più opportuno dare fiducia alle nuove leve: una ventata di aria fresca e giovane non ha fatto certamente male in questo caso.

Bonaventura e Theo Hernandez: le nuove armi

Se vogliamo proprio trovare un alibi per la gestione Giampaolo, potrebbe essere quella di non avere avuto a completa disposizione Bonaventura e Theo Hernandez, i giocatori che stanno facendo la differenza nelle ultime partite. Il primo era ancora in fase di recupero in seguito al lungo infortunio. Theo ha accusato un problema alla caviglia che l’ha tenuto fuori nelle prime giornate.

Se devo essere onesto, per Jack ho sempre avuto un debole: è un giocatore dall’intelligenza tattica straordinaria. Mai un pallone buttato via, gestione della palla sempre ottima. A questo abbina una costanza di rendimento, interrotta solo dai recenti infortuni, e una versatilità sempre apprezzata dagli allenatori. Di lui non si è mai parlato a sufficienza. Infatti, molti giornalisti ed esperti lo consideravano una seconda scelta, soprattutto nelle stagioni in cui il Milan spendeva molto per la campagna acquisti (vedi quella targata Fassone Mirabelli). Ma poi, la realtà ha dimostrato che quando sta bene Jack gioca, indipendentemente dall’allenatore e dai compagni.

Per quanto riguarda Theo Hernandez si è già detto molto. È sicuramente la sorpresa di questo Milan e uno dei giocatori rivelazione del campionato. Pioli crede molto in lui e ha impostato la squadra in modo che possa sfruttare meglio l’arma dello spagnolo: le sue sgroppate palla al piede. Come abbiamo visto fare da molti tecnici, l’allenatore ex Lazio tende a costruire una squadra più sbilanciata verso una delle due fasce (in questo caso quella di Theo) e a dare mansioni differenti ai due terzini: Hernandez libero di spingere e Conti con compiti più difensivi.

Conti e Piatek: giocatori ritrovati?

Un’altra novità delle ultime uscite stagionali del Milan è il livello delle prestazioni di Conti. Il terzino ex Atalanta sembra aver finalmente lasciato gli infortuni alle spalle. Le sue ultime partite sono state convincenti anche dal punto di vista della fase difensiva, spesso non impeccabile da quando è al Milan. Conti e Calabria avevano iniziato male la stagione al punto che, secondo molti, il Milan sarebbe intervenuto sul mercato per prendere un nuovo terzino destro. Ora, almeno il primo sembra aver iniziato a fare sul serio, conquistandosi il posto da titolare che insegue da molto tempo.

Per quanto riguarda Piatek è ancora presto per trarre conclusioni. Il polacco arriva da un periodo opaco ma nell’ultimo match col Bologna è stato forse il migliore in campo. Ha conquistato e trasformato un rigore dopo pochi minuti, ha lottato e gestito ottimamente i palloni che hanno permesso alla squadra di salire. Ancora fermo per quanto riguarda i gol su azione ma se l’atteggiamento è quello dell’ultima partita non tarderanno ad arrivare.

ACMilan