Avellino Calcio: ufficiale D’Agostino
Indice dei contenuti
Toggle- Avellino Calcio: ufficiale D’Agostino
- Avellino calcio: De cesare e la Sidigas a breve cedono la società, ma vanno ripianati i debiti
- Anni Settanta – Ottanta: promozioni e i grandi dieci anni in A
- La retrocessione e i primi anni Duemila
- Unione Sportiva Avellino Calcio: il fallimento definitivo e il sequestro del logo
- 2018: la nuova società Calcio Avellino S.S.D.
Dopo mesi di incertezza e paure, finalmente l’Avellino Calcio ha di nuovo un nuovo presidente. Si chiama Angelo D’Agostino e dal 2 marzo è ormai ufficialmente il nuovo propietario. L’imprenditore è di Montefalcone e agirà in cooperazione con Andrea Riccio di Innovation Football, quale socio di minoranza. C’è poi da tener conto della partecipazione (per ora in disparte) di Cosmopol, società di vigilanza dei Matarrazzo, che potrebbero entrare in società.
Ad ogni modo, pur con un percorso, che fra l’altro prevede anche la costruzione di uno stadio nuovo, la società irpina può finalmente ripartire.
Avellino calcio: De cesare e la Sidigas a breve cedono la società, ma vanno ripianati i debiti
Secondo le ultime informazioni, Sidigas e De Cesare cederanno presto la società irpina alla cordata Martone-Circelli-Izzo, per la quale c’è l’accordo con il tribunale. Ma la squadra campana ha un altro problema: lo stadio. Infatti entro la fine dell’anno l’attuale proprietario della società deve fornire i 76.000 euro necessari per liberare dalla messa in mora il Partenio. E inoltre prima di Natale dovrà pagare i dipendenti e i tesserati che non hanno percepito i contributi di settembre e ottobre. Il debito è pari a 350.000 euro. Ecco perché l’offerta di 1,3 miliardi di euro della cordata di acquirenti potrebbe avere esito positivo. Il nuovo eventuale presidente ha anche in mente un nuovo palcoscenico per gli storici lupi campani.
E così come fatto per il Sudtirol andiamo a riscoprire le vicende di questo storico club.
Avellino la storia: dalle origini agli anni 1960
La squadra di Avellino o dal nome completo Unione Sportiva Avellino è nata nel dicembre del 1912. Sin dalla nascita partecipa immediatamente ai campionati regionali campani. Il colore sociale bianco e verde verrà deciso più avanti.
In dieci anni circa passa dalla Terza alla Seconda Divisione Campana e da questa alla Prima Divisione, fino a un’accelerata che la porta in serie C. Nel biennio 1945-47 gli irpini se la cavano e restano nella categoria, ma la riforma successiva della serie C rischia di respingere i campani nella D. Precisamente vengono ridotti i gironi da 18 a 4.
Tuttavia la retrocessione del Napoli, a causa della sfida alla Lega, fa si che l’Avellino resti in C. Nel frattempo il 23 febbraio 1947 esordisce la nuova maglia bianco e verde. La squadra entra nella Lega Calcio, si rinforza e si contende la B con il Catania. Vince lo spareggio, ma gli viene negata la B per un sospetto di corruzione. Anzi viene rispedito in Promozione. Nel 1950 poi un’amnistia, comporterà il ripescaggio.
Anni Settanta – Ottanta: promozioni e i grandi dieci anni in A
Fine anni Settanta la squadra avellinese passa da S.r.l. a S.p.a.: il 5 luglio 1968.
La promozione in B arriva nella sfida contro il Lecce nel 1972-73. Presidente A. Sibilia e allenatore A. Gianmarinaro. Fu un Avellino dei record con 62 punti raggiunti (record di punti in campionato), 64 goal fatti, 18 goal subiti. E ancora 10 vittorie in trasferta e nessuna sconfitta in casa.
Arrivati in B, gli irpini restano per cinque anni e poi nel 1977/78 giungono alla A. Stavolta il presidente è Iapicca e il tecnico dell’impresa: Paolo Carosi.
La squadra bianco-verde permane in A per dieci anni, raggiungendo come miglior piazzamento l’ottavo posto. Nella serie maggiore gli irpini non sfigurano per nulla e anzi stupiscono tutti. Anzi resterà negli annali la famosa Legge del Partenio.
In serie A l’anno più difficile è quello del 1980-81 a causa dei 5 punti di penalizzazione per il calcio scommesse dell’estate dell’Ottanta.
Due mesi dopo la situazione in A fu complicata dalla tremenda tragedia sismica del 23 novembre 1980.
Gli irpini lasciano la serie A nel 1987/88 quando arrivano penultimi e vengono retrocessi insieme all’Empoli.
La retrocessione e i primi anni Duemila
La retrocessione costa cara ai bianco-verdi. Infatti ne seguono guai societari. Addirittura rischia di non iscriversi alla B ed evita il fallimento per l’acquisto da parte della Bonatti della società. Il presidente diventa Pierpaolo Marino.
Le stagioni successive in B sono durissime e l’Avellino lotta e si salva fino alla retrocessione con Graziani nel 1992. Il presidente passa da Marino a Gaetano Tedeschi.
Nel 1994 la famiglia Sibilia si riprende la società e la riporta in B. La permanenza dura un anno. Poi da quel momento per sette stagioni i bianco-verdi restano in C, che oggi è la Lega Pro.Il nuovo millennio si apre con un’altra cessione societaria. Dai Sibilia si passa al duo Massimo Pugliese e Aniello Aliberti. e quindi la acquisisce Pasquale Casillo, ex patron del Foggia di Zeman. Nella stagione 2002/03 l’Avellino torna in B con il record di punti di sempre: 69 punti realizzati. Il mister della promozione è Salvatore Vullo.
2005/2008: Zeman, Sarri e Vavassori
Casillo, attuale proprietario viene invischiato in vicende giudiziarie. Il club rischia un altro fallimento. E’ Zeman l’uomo che fa retrocedere gli irpini in Lega Pro. Nell’estate del 2004 cambia ancora proprietà. La società è acquistata dai fratelli Pugliese e in panchina Antonello Cuccureddu, sostituito poi da Francesco Oddo. L’ex rossonero realizza il miracolo della promozione in B, battendosela ai play-off contro il Napoli nel 2005.
L’anno dopo per meriti sportivi si assiste a un’altra retrocessione. Stavolta la sconfitta è contro l’Albinoleffe nel doppio scontro. Il ritorno in C dura poco, perché il club subito riconquista la B alla guida di Vavassori.
L’anno dopo Vavassori dura poco, segue Maurizio Sarri, attuale tecnico della Juve, resta poche giornate sulla panchina e la guida va a Guido Carboni. A lui segue Calori. A nulla vale il quarto allenatore: arriva un’altra retrocessione. Subito evitata, perché il Messina non riesce a iscriversi alla B. L’anno dopo l’Avellino parte con la penalizzazione di 3 punti in classifica (diventeranno 2 punti dopo alcuni ricorsi). Ma la retrocessione arriva per lo spareggio perso contro il Modena.
Unione Sportiva Avellino Calcio: il fallimento definitivo e il sequestro del logo
Il 2 giugno 2009 per tramite del sito societario Massimo Pugliese, a.d. della società, comunica la vendita a titolo gratuito della società, la cui pendenza debitoria è di 12.000.000 di euro. La squadra non riesce, pur senza fallire, a iscriversi al campionato di Lega Pro e il 9 luglio dello stesso anno si ufficializza la fine della società irpina.
Il 23 luglio dello stesso anno la squadra irpina viene iscritta alla Lega Nazionale Dilettanti e l’acquista il biologo Taccone. Il nome cambia in Avellino Calcio 12 S.D.D.
Il 29 maggio dell’anno dopo il logo viene pignorato da Equitalia. La società fallisce ufficialmente l’11 febbraio 2011 per la Federcalcio. Mentre il tribunale già la considerava tale tempo prima. Il logo fu acquistato a sorpresa da un ultras storico del’Avellino.
2013/14 La prima Supercoppa Lega Pro e il ritorno in B
A seguito dell’esclusione di 21 società calcistiche italiane, l’Avellino, tramite ricorso, riesce a iscriversi al campionato di Lega Pro Seconda Divisione. I play-off non portano la promozione, ma un’altra domanda accolta con favore dalla FIGC fa in modo che il ripescaggio posizioni l’Avellino in Lega Pro Prima Divisione. La squadra fra alti e bassi arriva a una salvezza discreta e l’anno dopo il mister è Massimo Rastelli. Proprio lui grazie a nomi nuovi come Zigoni e Castaldo conquista la promozione in serie B nel 2013/14. E non solo. pochi giorni dopo vince la sua prima Supecoppa Lega Pro Prima Divisione contro il Trapani.
Nel biennio dopo i lupi colgono sia la salvezza che l’obiettivo play-off e ben figurano in Tim Cup, arrivando anche a giocarsi la partita contro la Juventus (persa per 3-0). Il 5 marzo 2015 l’Avellino rileva il vecchio logo e si appresta ai play-off. Ma contro il Bologna si fermano le speranze del ritorno in A. Gli ultimi anni in B con gli avvicendamenti Tesser, Novellino , Foscarini gli irpini si salvano e restano in serie B.
Ma nel 2018, precisamente, il 20 luglio il parere negativo della Covisoc (Commissione vigilanza sulle società di calcio professionistiche) esclude l’Avellino dalla B per la mancata fideiussione. Altro fallimento.
2018: la nuova società Calcio Avellino S.S.D.
Nell’agosto di quell’anno nasce la Calcio Avellino S.S.D. affidata ad Andrea De Cesare.La squadra si deve iscrivere nuovamente in D. Ancora una volta il nome e il logo non possono essere utilizzati per volontà burocratiche. La squadra affidata a Archimede Graziani passa dopo alcuni momenti negativi a Giovanni Bucaro, ex giocatore irpino. Dopo una grande rincorsa, i biancoverdi vincono lo spareggio contro il Lanusei e tornano in Lega Pro. Subito dopo la squadra vince il suo primo scudetto in serie D e torna a chiamarsi nuovamente Unione Sportiva Avellino 1912.
Avellino classifica
Oggi si trova nella zona bassa della classifica del girone C di Lega Pro con 14 punti, in 15 goal fatti e 26 subiti. Il cannoniere è Gabriel Charpentier con 5 reti.