Dal 2013 ad oggi Marc Marquez è stato il mattatore della classe regina delle due ruote. Molti piloti hanno cercato di spezzare il dominio del centauro di Cervera, ma l’unico che ci è riuscito è stato Jorge Lorenzo nel 2015. In tutte le altre stagioni molti hanno tentato di ripetere quanto fatto dal maiorchino, ma tutti hanno costantemente fallito.
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ToggleMotoGP GP Australia 2019 Oltre a Rossi e sopratutto Dovizioso, tra i piloti che stanno cercando di mettersi davanti al campione del ‘93 troviamo Maverick Viñales. Il compagno del Dottore ha infatti condotto una gara all’attacco nel GP di Phillip Island fino all’ultimo giro, nel quale ha dovuto alzare bandiera bianca nei confronti di Re Marquez. Bisogna però dire che El Cabroncito ha giocato con il connazionale per diversi giri prima di affondare l’attacco decisivo.
MotoGP GP Australia 2019 – Tira e molla
In gara la differenza tra le due moto era ben visibile. Se nel misto la Yamaha sembrava piuttosto simile alla Honda (Marquez però gli è stato costantemente sugli scarichi), sul dritto la moto della casa dell’Ala Dorata pareva un missile. La situazione cambiava molto quando entrambi i piloti inserivano l’ultima marcia, la sesta. In allungo quindi la Honda volava. Però la grande spinta del motore nipponico ha solo giocato la parte dello strumento per garantire a Marquez di non perdere terreno su Viñales.
Come al solito dunque l’otto volte campione del mondo ha voluto giocare con l’avversario, mentre quest’ultimo cercava di spingere il più possibile. Era comunque palese che Marquez stava gestendo la corsa. E questo non per schernire i rivali: semplicemente la differenza prestazionale tra Yamaha e Honda è netta. Detto questo, il classe ‘93 ha a suo favore un talento eccezionale. Quando si trova a gestire la corsa, è davvero mostruoso. Infatti subìto il sorpasso Viñales non è riuscito a rimettersi davanti. Lo sforzo fatto per tentare l’impresa gli è costato una caduta.
MotoGP GP Australia 2019 – Pochi posti per troppe persone
Mentre Marquez e Viñales si contendevano la vittoria, alle loro spalle la lotta per il podio era davvero intensa. Crutchlow, Miller, Bagnaia, Rossi, Dovizioso e Rins si trovavano in un gruppo davvero denso di ottimi piloti nel gioco di chi riusciva a stare davanti più a lungo. Partiamo dal Dottore, che per gran parte della corsa è rimasto al quarto posto. Per il 46 sembrava la gara della rinascita: riuscire a tenere dietro moto e piloti molto forti pareva potesse dare un respiro di sollievo a Rossi.
Purtroppo nel momento in cui le gomme morbide hanno iniziato a perdere grip e a scivolare, Rossi non è più stato in grado di controbattere allo strapotere dei rivali sul dritto. Verso gli ultimi giri è scivolato indietro, chiudendo all’ottavo posto. Chi ha approfittato della situazione è stato Jack Miller, il quale ha però dovuto vedersela con Francesco Bagnaia. Pecco aveva un buon passo, anche più veloce dell’australiano. Alla fine è comunque prevalsa la maggiore esperienza, precludendo così la possibilità del podio all’italiano del team Pramac.