Un’altra brutta batosta in Champions League per la nostra Dea, contro uno degli avversari favoriti per la vittoria finale del torneo.
Ieri serviva un’impresa: battere una delle squadre più forti al mondo nel loro stadio. Impresa che non è avvenuta, anzi, tutt’altro. Il risultato è di quelli pesanti, 5-1, anche se forse un filino troppo pesante per quello che si è visto nei 90 minuti, soprattutto se si pensa che è stata la Dea a passare in vantaggio con la rete di Malinovski su calcio di rigore per fallo su Ilicic. 6 minuti dopo, il pareggio del City. Ecco, fino all’1-1 dei padroni di casa, partita in equilibrio, con un City logicamente più bello da vedere e spumeggiante, ma con un’Atalanta propositiva che ha tenuto testa alla compagine di Guardiola. Atalanta che ha provato subito a reagire al gol subito, ma al primo contropiede avversario, Masiello affonda Sterling: Rigore per il City, che Aguero trasforma. E’ l’episodio che indirizza la partita: da questo momento, fino al 5-1, match a senso unico.
All’intervallo Gasperini toglie Gomez (non al meglio per problemi fisici, come conferma Gasp a fine partita) e Masiello (in super difficoltà, e già ammonito) , ed inserisce Muriel e Pasalic, arretrando De Roon tra i centrali di difesa. Oramai conveniva tentare il tutto per tutto, data la precaria situazione di classifica dell’Atalanta nel girone. Purtroppo, l’esito è stato l’opposto. Una carneficine. Troppi spazi per il City, e se si lasciano spazi ad una squadra del genere, si è spacciati. Un gol dietro l’altro, fino a farne 5, con uno scatenato Sterling (tripletta per lui). Addirittura, il giovane inglese si divora un facile gol che sarebbe valso il poker personale e il sesto per il club di Manchester. Solo nel finale, sussulti dell’Atalanta che va qualche volta vicino al secondo gol, che forse avremmo meritato.
C’è poco da dire: troppo City per la Dea. Certo, perdere così non va mai bene, e non è nemmeno troppo giustificabile. Bisogna tuttavia riconoscere, con molta umiltà, la grandezza dell’avversario. Non è certo quella di ieri la partita che ha segnato il cammino dell’Atalanta in Champions League, piuttosto le prime due, con zero punti raccolti tra Dinamo e Shakhtar. Erano quelle le partite in cui bisognava raccogliere qualcosa in più, per forza.
Ora la situazione è, sportivamente parlando, tragica. Bisognerebbe vincere tutte e 3 le partite rimanenti, cosa, stando realisti, molto vicina ad un autentico miracolo. E ora, anche il terzo posto, che permetterebbe l’accesso ai sedicesimi di Europa League, diventa un traguardo molto difficile da raggiungere. Tuttavia, 3 partite non sono poche, e bisogna onorarle per cercare di ottenere qualcosa di buono.