La crisi di gioco del Napoli parte da lontano e ha radici abbastanza profonde
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ToggleL’anno scorso è stato il primo dell’era Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo, senza chiedere particolari sforzi economici alla società, ha disposto la squadra con un classico 4-4-2, cercando di adattare i giocatori, che avevano ereditato il “modus” di giocare e di stare in campo di Maurizio Sarri.
Ancelotti ha provato a plasmare la squadra secondo le sue idee. Inizialmente, ci era anche riuscito, complice il suo adattamento al gioco di Sarri.
La crisi di gioco del Napoli e la confusione tattica
In ritiro, a Dimaro, dopo la partenza di Albiol e con l’arrivo di Manolas a sostituire lo spagnolo, e senza ulteriori grossi stravolgimenti in mezzo al campo (Diawara ceduto alla Roma nell’affare Manolas non era praticamente mai visto da Ancelotti), il tecnico emiliano ha lavorato sul 4-2-3-1 per due mesi. Questa nuova impostazione tattica, squisitamente offensiva (in game diventava sostanzialmente un 2-2-6) provocava grande squilibrio in mezzo al campo.
Ancelotti, però, dal canto suo, aveva chiesto dei rinforzi specifici (James Rodriguez su tutti). Il presidente De Laurentiis, voleva cercare, a tutti i costi, di prendere il suo pupillo Icardi.
Non arrivando nessuno dei due, Ancelotti ha provato a cucire addosso ai giocatori a sua disposizione il 4-2-3-1. L’esperimento, però, non ha avuto l’esito sperato. Infatti a Fabiàn Ruiz era stato assegnato l’ingrato compito di prendere il posto (in mezzo al campo) di James Rodriguez. Lo spagnolo doveva fungere da raccordo tra centrocampo ed attacco. Purtroppo l’ex Siviglia non ha reso come ci si auspicava. Dopo la rocambolesca disfatta di Torino, Ancelotti ha accantonato il 4-2-3-1 per tornare al “vecchio” 4-4-2.
Tornando al modulo originario, però, c’è stato il malcontento di Insigne che ha dovuto agire da esterno alto, largo a destra, di centrocampo. Il capitano azzurro non ha reso al meglio delle sue potenzialità e delle aspettative del tecnico. Per questo motivo, allora, Ancelotti è dovuto passare, per forza di cose, al 4-3-3. Facendo l’ennesimo cambio di modulo, i giocatori hanno avuto difficoltà di adattamento e hanno difficoltà a mantenere le posizioni loro affidategli. Con una conseguente crisi di gioco e di risultati.
Ancelotti: deve finire gli esperimenti tattici
A questo punto, Ancelotti, deve accantonare gli esperimenti e mettere una squadra in campo che possa avere una sola identità di gioco, a prescindere dagli interpreti che vanno in campo. Solo così si può pensare di tenere testa alla corazzata bianconera e alle altre squadre, Inter su tutte, che, con campagne acquisti faraoniche, si sono rinforzare in maniera esemplare per contendere lo scudetto alla Juventus.