Ante Rebic ha trovato la quadra. Pioli e Ibra i principali fautori di questo cambio di rotta
Indice dei contenuti
ToggleRebic è ormai diventato un giocatore fondamentale per il Milan. Da gennaio in poi si è completamente trasformato, diventando a tratti insostituibile e pedina importantissima per lo scacchiere di Mister Pioli.
In doppia cifra per quanto riguarda i gol e prezioso assist man. Anche il carattere ne ha tratto giovamento, ora è sempre sorridente e sereno in campo. Per non parlare del legame fortissimo che si sta instaurando con tutto il gruppo e con Ibra in particolare.
La cosa che comunque mi ha colpito maggiormente è il carattere di questo ragazzo. Di ferro. Seguito da un temperamento che spesso lo ha quasi fatto finire nella lista dei Bad Boys, venendo però scambiata con il furore agonistico di cui, questo ragazzo, è pieno fin sopra la testa. Lotta su ogni pallone, si fa trovare sempre libero o quasi grazie a movimenti continui, tagli e dribbling che quasi sempre gli riescono.
A livello fisico è straripante. Veloce, potente e preciso. Sapete chi mi ricorda in certe movenze a testa bassa e spalle in avanti? Bobo Vieri e, a quanto pare, non sono l’unico che se ne è accorto.
Ecco infatti le parole di Matri, suo compagno ai tempi della Viola:
Somiglia a Bobo Vieri, glielo dico dai tempi di Firenze. ora sta facendo bene come esterno, ma può giocare anche come prima punta
Vorrei ricordare pochi numeri, ma eclatanti riguardo l’esplosione del giocatore. Haaland e Lewandowski sono al livello del nostro Rebic. Nell’anno solare 2020, infatti, il nostro top player è sotto solo di due gol rispetto al gioiellino del Borussia e di uno rispetto al polacco. In pratica 11 reti su 23 partite. Niente male, per uno bollato come cavallo pazzo, poco prolifico e per nulla adatto a un gruppo. Per il momento godiamocelo, può ancora migliorare tantissimo, peccato, però, non averlo a disposizione per i preliminari ormai certi di Europa League.
Ante Rebic: il croato non trova spazio, perché?
Il rischio concreto è che insieme a Leao e Bennacer sia un flop del mercato estivo, gestito da Boban e Maldini. Antè Rebic, 26 ani all’anagrafe, non ha segnato un goal, ha giocato poco e convinto ancor meno. E non si tratta di problema dall’allenatore, perché sia Giampaolo che Pioli l’hanno avuto in gestione. Problema caratteriale? No, di certo, a lui non manca, anzi a volte è troppo aggressivo in campo.
Potrebbe trattarsi anche di un problema di ruolo tattico. Finora nel Milan non è stato provato come seconda punta (o gli hanno preferito Leao o Suso nella posizione esterna) come gioca in Nazionale, ma come esterno alto. Il croato, però, non è propriamente adatto a quel ruolo.
Infatti, come spiegato in questo articolo, la sua posizione in campo è quella di seconda punta, che necessita di spazio e che sa giostrare bene negli ultimi 40 metri di fronte alla porta. Ma non necessariamente è adatto a creare superiorità numerica sfruttando l’inserimento dalle fasce o sovrapponendosi ai terzini. Così nelle sue apparizioni ha messo in mostra un grinta, a volte anche esagerata, e anche una buona propensione al pressing offensivo, ma non ha mai potuto giocare nella posizione a lui più congeniale. In questo, diciamo che, Pioli sta tentando una mutazione stile Calhanoglu. Ma non sempre tutte le cose così avventate, funzionano. Con Rebic per ora non ha funzionato.
Ante Rebic con Giampaolo
Il Milan si prepara alla trasferta del Ferraris di sabato sera: in questo match potrebbe giocare Rebic che finora non ha trovato molto spazio. Difficile vederlo dal primo minuto date le buone prestazioni di Leao e l’intoccabilità di Suso e Piatek, ma è probabile che entri a gara in corso.
I rossoneri stanno attraversando uno dei momenti più complicati della propria storia recente: 4 sconfitte su 6 match di campionato e sedicesimo posto in classifica. Sei punti, gli stessi del Lecce. La classifica piange e il gioco pure. Mister Giampaolo non è ancora riuscito a dare alla squadra la propria impronta. Finora si è vista soltanto molta confusione, giocatori utilizzati in un ruolo diverso da quello naturale e una notevole sterilità offensiva: Piatek segna solo su rigore e le occasioni create, così come le reti, sono poche. Dati i pessimi risultati, Giampaolo potrebbe decidere di cambiare nuovamente, magari dando più spazio a Rebic che finora ha utilizzato poco. Vediamo quindi le caratteristiche del nuovo attaccante serbo.
La carriera di Ante: dall’RNK Spalato alla finale dei mondiali
L’attaccante rossonero è una vecchia conoscenza del campionato italiano, ha infatti già militato nel Verona e nella Fiorentina senza lasciare troppe tracce di sé. Ma andiamo con ordine.
Rebic inizia la carriera in patria con l’RNK Spalato dove colleziona 54 presenze e 16 reti, di cui 10 nella seconda e ultima stagione. Nel 2013 viene acquistato a titolo definitivo dalla Fiorentina dove, ancora giovane, non riesce a trovare molto spazio. Tanto è vero che i dati statistici sono impietosi: 5 presenze fra Coppa e Serie A con un un due goal, un giallo e un’ammonizione.
Rebic parastinchi
Pochi mesi eppure Firenze è rimasta nel cuore del croato, se è vero che l’anno successivo s’è presentato agli allenamenti con i tedeschi, indossando dei para stinchi con il simbolo Giglio della Viola.
Rebic carriera: le stagioni fra Germania e Italia
L’anno successivo viene mandato in prestito al Lipsia (10 presenze in Bundesliga senza reti) per poi ritornare a Firenze a stagione conclusa. Torna nell’estate del 2015 in Italia e a Firenze segna un goal in 4 presenze. Così a gennaio 2016 si trasferisce all’Hellas Verona. Nel club veneto gioca, ma non riesce ad incidere. L’Hellas arriva all’ultimo posto e retrocede in serie B.
Nella sessione di mercato estiva viene acquistato dall’Eintracht Francoforte. Nel club tedesco passa tre stagioni condite da molte prestazioni positive. Nella prima stagione colleziona 24 presenze con 2 goal, 2 assist e soprattutto 10 ammonizioni. Nella stagione 2017/2018, la seconda in Germania, realizza 9 gol e fornisce 4 assist formando un tandem d’attacco invidiabile insieme al compagno Jovic. Lo stesso anno mette a segno una doppietta decisiva in finale di Coppa di Germania contro il Bayern Monaco che consente all’Eintracht di sollevare uno storico trofeo.
Nella stagione 2018/2019, l’ultima prima di passare al Milan, registra 13 gol, con 6 assist e pari numero di ammonizioni.
Nel 2018 partecipa ai mondiali in Russia, dove aiuta la Croazia a raggiungere la strepitosa finale poi persa per 4 a 2 contro la Francia. Segna un gol contro l’Argentina di Messi, il terzo complessivo in nazionale.
Le caratteristiche tecniche di Ante Rebic
Rebic è un attaccante croato di 26 anni (classe ’93). È un giocatore duttile. Gioca prevalentemente come ala sinistra, ruolo che gli permette di sfruttare le sue ottime doti atletiche. In questa posizione lo abbiamo visto nelle prime esperienze poco fortunate in Italia, ma anche durante la spedizione russa del 2018 con la nazionale. Gioca molto bene anche come punta in un attacco a due, come ha dimostrato durante l’esperienza positiva in Germania con l’Eintracht Francoforte. Nel club tedesco agiva a fianco del compagno di reparto Jovic. In alcune occasioni anche alle sue spalle: può dunque adattarsi anche a fare la seconda punta o il trequartista.
Ante Rebic non è quel tipo di attaccante da 20 gol a stagione, anche perché spesso viene impiegato in ruoli più lontani dalla porta avversaria. Oltre che per la sua duttilità, viene apprezzato dagli allenatori per essere un giocatore esplosivo: è molto veloce e potente fisicamente (altezza 185 cm). È dotato di grande aggressività calcistica e abituato ai ripiegamenti difensivi, in perfetto stile Croazia (si pensi a Mario Mandzukic…).
Le prime apparizioni con il Milan
Il contesto in cui si trova Rebic attualmente non è di certo tra i più favorevoli. La pessima forma del Milan ha influenzato anche le sue prestazioni personali che, a dire la verità, non sono state molte. L’attaccante rossonero ha infatti giocato soltanto tre match, entrando in tutti a partita in corso. Ha esordito contro la sua ex squadra, L’Hellas Verona, senza riuscire a creare memorabili iniziative personali. È entrato nei minuti finali delle brutte sconfitte contro Inter e Torino. In questo caso, i minuti concessogli sono stati troppo pochi per formulare un giudizio sulla prestazione.
Il Milan non riesce a trovare una formula che porti a dei buoni risultati. Pertanto, non esiste ancora una formazione-tipo. In questa fase di sperimentazione potrebbe presto arrivare il momento di Rebic, magari anche dal primo minuto!