Nonostante un derby perso malamente, si intravede una piccola luce in attacco
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ToggleIl Milan si lecca le ferite in seguito alla sconfitta nel derby giocato sabato sera in cui ha esordito dal primo minuto Rafael Leao. La partita ha mostrato che l’Inter è oggi una squadra più in forma, più organizzata e, appunto, più “squadra” rispetto ai cugini rossoneri. Ma non è tutto da buttare. Durante il match infatti si è intravisto qualche lampo interessante di Rafael Leao, schierato titolare a sorpresa da Giampaolo. Scopriamo insieme qualcosa in più su questo giovane attaccante.
Carriera di Rafael Leao
Rafael Leao è un attaccante portoghese, di origini angolane, classe ’99. Viene lanciato nel 2017 dallo Sporting Lisbona, squadra in cui ha passato tutte le categorie giovanili fin dall’età di 9 anni. Dopo qualche buona apparizione con il club portoghese viene notato dal Lille, che lo acquista a titolo definitivo nell’agosto 2018. Nella stagione 2018/2019 inizia a farsi conoscere a livello europeo chiudendo il campionato francese con 24 presenze e 8 gol. Il Lille in questa stagione chiude secondo guidato dalla stella Nicolas Pépé, ceduto poi all’Arsenal per 80 milioni.
Nell’estate del 2019 Rafael Leao si trasferisce a Milano dove firma un contratto quinquennale da 2 milioni di euro annui più bonus (fino a 2,5/2,7 milioni). Per il suo cartellino, il Milan ha speso una cifra attorno ai 30 milioni di euro.
Caratteristiche tecniche
Il neoacquisto rossonero è un attaccante, nella sua prima e unica stagione ad alti livelli con il Lille ha giocato prevalentemente come terminale offensivo in un 4-2-3-1. È quindi probabile che nel Milan giocherà nel tandem composto da lui e Piatek. Può anche giocare come ala sinistra, ruolo che valorizza la sua velocità e gli permette di rientrare e calciare con il suo piede preferito, il destro. In qualche occasione, è stato impiegato come seconda punta.
Si tratta di un attaccante completo: rapido e veloce nonostante una stazza fisica non indifferente. È alto 188 cm e bravo nel gioco aereo. Ha un buon dribbling e, a giudicare dalla passata stagione, un buon fiuto del gol (anche se il campione di analisi è ridotto a 26 partite).
Rafael Leao come Aubameyang?
Per le sue caratteristiche è stato paragonato ad Aubameyang, che, tra l’altro, è passato dalla primavera del Milan, senza fare troppo rumore, quando aveva un anno in meno di Leao.
Jorge Jesus, allenatore che ha lanciato Rafael Leao nello Sporting, è sicuro: «Sarà un grande calciatore. Prima di una gara gli dissi: “Guarda Rafael, qui ci saranno 50.000 persone, non 2.000 come sei abituato te”; ma lui non fece una piega. Questo ragazzo sa solo cosa sia il pallone e questo è positivo, perché riesce ad astrarsi da tutto il resto. Gli piace partire da sinistra per finalizzare con il piede destro che è il suo piede».
Oscurato, in patria dal super talento di Joao Felix e al Lille dall’esplosione di Nicolas Pépé, speriamo che il Milan sia un terreno fertile in cui possa mostrare tutto il proprio potenziale.
Sempre secondo il suo ex allenatore, il neo acquisto rossonero vive per il pallone, non conoscendo altro vizio o altra distrazione all’infuori del calcio. Ovviamente è una cosa positiva, di “talentini” amanti della bella vita sappiamo ce ne sono molti. Ecco, speriamo di non essere incappati in uno di questi. Numeri e persone che sono state a tu per tu col giovane calciatore ci dicono, però, l’esatto contrario. Ora non ci resta che ammirarlo sul campo, sperando che l’ambientamento sia il più veloce possibile.
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Rafael Leao e Ibrahimovic: è amore a prima vista
Con il ritorno di Zlatan Ibrahimovic in rossonero, Leao ha scalato le gerarchie in campo.
Da punto interrogativo è passato a certezza del presente con ottimi prospetti per il futuro. Non a caso è arrivato anche un’ ottima prestazione contro il Cagliari, dopo una buona contro la Sampdoria, condita anche da una rete preziosissima.
Girando per Milanello si vedono i due sempre insieme, sia durante gli allenamenti, che fuori dal campo. Ibra lo ha preso sotto la sua ala protettiva, le caratteristiche per sfondare, Leao, le ha tutte. Quello che gli manca è una guida, una persona di cui si possa fidare e che stimi profondamente, per trovare la giusta cattiveria in campo e la necessaria lucidità sia sottoporta, che durante le singole azioni.
Un miglioramento così rapido era inaspettato, anche Pioli, infatti, non ci ha pensato due volte a modificare il modulo passando ad un 4-4-2 decisamente più adatto alla coesistenza dei due giocatori. Questo sacrificando un Piatek ombra di sè stesso e, finalmente, un Suso in modalità “zombie” che indispettirebbe anche padre Pio.
Le prossime partite saranno decisive, ma la crescita di questo ragazzo è iniziata nel migliore dei modi e con il miglior mentore possibile: Ibra, uno che di carattere e dominio in campo se ne intende eccome. Vedremo fino a che punto questa coppia riuscirà a crescere e stupirci!