Al “Misano World Circuit Marco Simoncelli” si corre il GP di San Marino!
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ToggleIl tredicesimo appuntamento di un campionato che vive più sulle vicissitudini dei giovani leoni che si sono appena affacciati sul campionato del mondo della classe regina e sulla stagione incolore di Valentino Rossi, dal momento che la vittoria del titolo da parte di Marquez non sembra essere messo in dubbio da Dovizioso ed una Ducati che non riesce ad essere competitiva su tutti i circuiti, come invece succede ad Honda.
Gp San marino: uno sguardo al circuito
Il Circuito di Misano è un circuito molto difficile soprattutto per l’impianto frenante che qui viene sottoposto ad un lavoro molto duro. E’ un tracciato abbastanza complesso dove il disegno della pista non permette altissime velocità, non si raggiungono nemmeno i 300 km/h, ma ci sono 5 curve che vengono affrontate ad 80/90 km/h che fanno capire che ci sono delle decelerazioni comunque importanti.questo sta a significare che gli impianti frenanti sono sottoposti ad un superlavoro e quindi si pone il problema del raffreddamento dei freni. Se poi, come prevedibile, il tempo sarà bello e la temperatura dell’asfalto potrà facilmente andare oltre i 42/43 gradi, il problema “impianti frenanti” va ad occupare sicuramente una delle prime posizioni nella classifica delle ansie che non fanno dormire le squadre.
Soprattutto la frenata alla Quercia (curva 8) è molto probabilmente la più difficile della pista, dove le moto passano da velocità di poco superiori ai 290 km/h a circa 80 km/h in meno di 5 secondi durante i quali percorrono un paio di centinaia di metri con il pilota attaccato ai freni come un ossesso.
A Misano la sesta si mette soltanto prima della curva della Quercia e poi nel tratto del curvone del Tramonto, quelle tre curve che quando si girava in senso antiorario si chiamavano CarroI, II e III.
Il Curvone è una curva bellissima e difficilissima, perchè inizia con un angolo molto ampio che invita a scaricare le marce, per poi però chiudere progressivamente obbligando ad attaccarsi ai freni mentre contemporaneamente si butta giù la moto.
GP San Marino: ci vuole una moto molto equilibrata
La moto deve essere stabile in staccata ed il pilota deve fare il Curvone in un’unica linea. Questo mette sotto test rapporto tra setting del forcellone posteriore e setting delle forcelle anteriori, che se troppo a vantaggio (rigido) del posteriore ti spara all’esterno costringendoti a correggere la traiettoria con lo stringere dell’angolo di curva, mentre se troppo a vantaggio (morbido) dell’anteriore la moto si imbarca e comincia ad ondeggiare facendoti diventare i capelli bianchi perchè comunque a un terzo della curva, mentre metti il ginocchio a terra, sei sempre attorno ai 230 km/h.
Come vedete è una pista lenta per la MotoGP, che ci ha abituati a velocità di punta “siderali”, con una rapportatura, a dire dei tecnici di Honda, Yamaha e Suzuki, non troppo differente da quella utilizzata al Saschsenring.
E’ facile immaginare che a Misano l’elettronica per il controllo della potenza intervenga spesso e immaginiamo che soprattutto Ducati presti moltissima attenzione a questo aspetto. Una buona capacità di controllo dello scarico a terra dei cavalli preserva la salute della gomma e a Misano, in particolare, è facile “brasare” le gomme soprattutto sul lato destro, chè di curve a destra ce ne sono 10 su 16 complessive. Oltre tutto la pista ha un grip inferiore rispetto all’anno passato, perchè l’asfalto ha subito un trattamento per essere più sicuro con il bagnato.
A fine agosto la MotoGP ha fatto i test programmati proprio qui a Misano e questo ha portato le scuderie a partire con un lavoro già molto avanzato, dando già, dopo la FP1, alcune indicazioni interessanti.
Yamaha: il solito Quartararo
Fabio Quartararo si dimostra il rookie dell’anno. Infatti è stato il più veloce Come nei test, il più veloce è stato Fabio Quartararo. Il ragazzo ha preso un’imbarcata terrificante sul curvone che ha saputo gestire un po’ di bravura ed un po’ di fortuna. Comunque nessun danno e solo un po’ di paura. La Yamaha, in genere, è sempre veloce su questo circuito, come il suo gioiellino francese e come Maverick Vinales, che ha ottenuto il terzo tempo con un ottimo passo. Morbidelli settimo ed il solito Valentino Rossi nono (a 1”029). Rossi, oltre ad uno scarico sdoppiato provato nei test, ha usato anche un forcellone in carbonio e la nuova appendice aerodinamica sul disco anteriore. Però non ci sembra che queste modifiche abbiano portato grandi vantaggi.
L’impressione è sempre la stessa: in yamaha la coperta sembra molto corta. Si mette a posto la moto per le qualifiche, ma quel setting significherebbe distruggere le gomme in gara, mentre un setting che permetta di arrivare “decentemente” a fine gara di solito pregiudica le prestazioni in qualifica.
Capita spesso che Quartararo e Vinales in qualifica siano dei missili e in gara il primo affondi dopo una decina di giri ed il secondo resuscita a 7/8 giri dalla fine, sufficienti per ottenre un podio od un onorevole quarto posto. Rossi si sa che in qualifica arranca, ma poi in gara sta davanti alle altre yamaha, nonostante tutto. insomma, a Iwata non riescono a risolvere i problemi della M1. Eppure solo la settimana scorsa sembrava che ci fossero delle novità interessanti.
Honda: basta Marquez
Honda è solo Marquez, secondo a 0”376, ma senza aver montato la morbida nel finale. Marquez va fortissimo, come al solito, gli altri piloti Honda invece no: Cal Crutchlow e Nakagami sono “lost in the fifth dimention” e Jorge Lorenzo insiste ad andare in moto, nonostante abbia terminato la carriera.
Ducati: Bene Pirro, male la moto
Quando si deve commentare una grande prestazione di Michele Pirro, quarto a 0”551, che è il quarto collaudatore della rossa, vuol dire che non ci siamo. Pirro Misano la conosce bene ed infatti la differenza l’ha fatta lui, perchè la Ducati con i piloti ufficiali non fatica, arranca proprio, come si era per altro già visto nei test della settimana scorsa. Petrucci ottavo e Dovizioso undicesimo a 1”121 fanno tristezza. E le novità aerodinamiche montate sulla moto di Pirro hanno un’incidenza veramente minima sulla prestazione del pilota italiano.
Suzuki: poca gioia
Non c’è molto da dire sulla Suzuki, se non che Joan Mir riprende dopo l’incidente di Brno. Alex Rins, reduce dal auccesso del GP di Silverstone, si ferma al dodicesimo posto. Mir al quattordicesimo. Vediamo nei test di sabato se sapranno migliorarsi.
Aprilia: piano piano, ma sempre progredendo
Il debutto di Fabrizio Cecchini nel ruolo di coordinatore tecnico per tutto il team Aprilia è stato di buon auspicio e alla fine del FP1 è quinta davanti alla KTM con Aleix Espargaro che precede il fratello Pol. Deludente Iannone 19esimo e lontanissimo, anche lui mestamente sul viale del tramonto.