Calciomercato Bologna: da dove inizia la “rivoluzione”?
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ToggleAmmetto il mio scetticismo quando, all’inizio della passata stagione, a fronte di un calciomercato Bologna che mi convinceva solo in parte, mi si continuava a raccontare che il Bologna aveva l’ Europa come obiettivo stabile.
Ricordavo le parole del presidente quando, appena rilevata la società che stava per fallire, disse che con quel mercato di gennaio l’ avrebbe rinforzata per salire immediatamente in serie A e poi avrebbe investito per mantenere la categoria.
Effettivamente lo fece: guadagnammo la massima serie e facemmo un mercato adatto alla categoria. Adatto a una tranquilla salvezza, con qualche buon giocatore futuribile individuato dal fu d.s. Pantaleo Corvino.
Dopo di questo, però, 2 anni grigi fatti di uno spettacolo poco edificante e di posizionamenti e punteggi inferiori di anno in anno.
Fino alla passata stagione, appunto, dove viene allestita una squadra poco più che modesta, affidata a un allenatore praticamente esordiente, che ci porto’ dritti dritti a un passo dal burrone.
È febbraio ed abbiamo appena incassato uno 0-4 al cospetto dell’ ultima in classifica Frosinone.
No, caro Bologna, così non va
Salta il tappo. Salta la piazza. Salta la squadra. Salta un mister Inzaghi dimostratosi inadatto al ruolo affidatogli.
In città molti pensano che ora Saputo, dopo aver speso fior fior di denari tra centro tecnico, pagamento di debiti e le varie sessioni di mercato, si sia rotto i maroni e con una scusa saluti.
E invece no: chiamato a rendere conto nel dopo-partita, si presenta in mezzo ai tifosi e dice ” non sono contento. Abbiate pazienza, le cose cambieranno.”
Oh, cavolo, se sono cambiate:
Pronti via si prendono Sansone e Soriano, uno con obbligo di riscatto, l’ altro col diritto. 2 giocatori fermi, da rilanciare, ma 2 giocatori veri e forti. Si convoca Sinisa Mihajlovic e lo si convince a mettersi al timone di un progetto tecnico che sarà in crescendo e si provvede a portare, seppur in prestito, 2 giocatori che lo stesso tecnico richiede: Lyanco ed Edera dal Torino.
Ci si salva giocando un calcio arrembante e a tratti entusiasmante. La piazza si ricompatta, i risultati arrivano, il presidente continua a garantire un futuro luminoso , i giocatori rendono oltre i loro limiti e l’ allenatore è uno spettacolo. Un vero “guru”.
Finisce il campionato, arriviamo incredibilmente decimi ebbri di entusiasmo e con una compattezza società-allenatore-squadra-piazza come non si vedeva da decenni.
E Saputo che fa? Saputo prende il miglior manager possibile sulla piazza, quell’ istrionico Walter Sabatini di cui da qualche tempo si vociferava temendo fossero.le solite voci tanto per dire, comincia a parlare di collaborazioni tra Bologna e Montreal e per rendere meglio l’idea acquista il giovane finlandese Lappalainen( già nazionale) e lo piazza in Canada a vedere se potrà venire buono alla causa rossoblu’ e in 3 ore e mezza riscatta Sansone, Soriano e sgancia 15 milioni a trattenere Orsolini, rivelatosi nel post Inzaghi una vera e propria forza della natura.
Avete capito, Saputo?
Dice che la fase di consolidamento come calciomercato Bologna è finita. Dice che ora è la fase degli investimenti. E per rafforzare la tesi, una volta appurato che le mani su Lyanco non si possono mettere, acquista Denswill, centrale con svariate presenze europee e il nipponico Tomiyasu spendendo una cospicua sommetta a rifare il reparto nuovo di zecca. Aggiungendo anche Mattia Bani.
E visto che Pulgar e la sua “clausoletta” ci salutano, prendiamo il Pitbull Medel, ma soprattutto chiudiamo un ventunenne argentino già convocato in nazionale. Dominguez, firmato e nostro a tutti gli effetti, rimarrà al Velez sicuramente fino a gennaio. Ma è nostro.
Aggiungiamo il colpo Skov Olsen, ragazzino danese da 26 gol da passata stagione e corteggiato da mezza Europa, tra cui, su tutti, un certo Bayern Monaco, e traiamo noi stessi le conclusioni.
Le conclusioni sono di un mercato da circa 65 mln spesi e circa 30 incassati. A proposito di incassati: se per Helander abbiamo incassato 5 mln , qua deve esserci qualcuno davvero bravo.
E ora?
E ora abbiamo un gruppo consolidato con una batteria di ragazzini molto molto interessanti. Un mister con un brutto problema di salute a cui tutti vogliono sinceramente bene e una compattezza ambientale invidiabile.
Se ne sono accorti anche a livello nazionale di quanto questo Bologna faccia sul serio; costretti addirittura a 16 pagine sulla Gazzetta, dopo anni e anni e ancora anni a ignorarci.
E ora?
E ora niente. Ora si gioca. E che sia dodicesimo, decimo, sesto, conta, si, ma quel che conta è un presidente che ha lavorato, lavora e lavorerà per il bene di questa società, e se anche non dovesse essere questo l’anno delle grandi soddisfazioni, chissenefrega, il futuro è tracciato. Stiamo arrivando. Arrendetevi.