Così recitava il telecronista in occasione di Chievo-Bologna del 17 aprile 2011, dopo la rete da 40 metri di Marcolini, oggi nominato (finalmente) nuovo tecnico clivense.
Un legame mai rotto
Quando nel 2006 sbarcò a Veronello, Marcolini era in procinto di vivere una seconda giovinezza in casacca gialloblu, ma non tutto filò per il verso giusto.
A fine stagione il Chievo retrocede, ma il 31enne di Savona decide di rimanere anche in cadetteria, scegliendo il 7 come numero di maglia, perchè “due anni fa ho conquistato la promozione con l’Atalanta con questo numero sulle spalle” affermava.
La storia sembra vivere un deja-vu: il Chievo dodici anni dopo retrocede per la seconda volta nella sua storia e a guidare la ri-fondazione di questa realtà c’è proprio colui che aveva giurato amore dopo l’infausto esito di Bologna del 2007.
Cinque anni a calcare i campi da calciatore guadagnandosi gara dopo gara l’affetto e la stima dell’ambiente, una regista mascherato da mezzala con un sinistro che faceva sognare.
Il destino ha scelto lui, perchè il rapporto con il Chievo non si è mai rotto, vista la permanenza di Michele nelle zone e la decisione di iniziare i figli al mondo del pallone proprio nelle giovanili gialloblu.
Tanta gavetta, ora la meritata chance
43 anni, ma alle spalle tanta esperienza nelle serie minori, con l’ottenimento di ottimi risultati per la categoria.
Tra i traguardi più significativi si segnalano un settimo posto con il Real Vicenza, un quarto con l’Alessandria, con cui ha vinto anche la Coppa Italia Serie C, e una salvezza che aveva del miracoloso con l’Albinoleffe nella scorsa stagione.
Il suo calcio è frutto di tanti insegnamenti arrivati dagli allenatori che avuto da calciatore, e il suo 4 3 3 ricorda vagamente quello di Iachini che portò il Chievo all’immediato ritorno in A.
Ma col tempo ha sperimentato anche la difesa a 3 con quattro centrocampisti davanti e tre uomini offensivi vicino alla porta.
Insomma, ci sono tutti i presupposti per fare bene, la chance nella serie cadetta l’aveva già avuta all’inizio della passata annata, ma a causa del fallimento dell’Avellino ha dovuto ritardare di 365 giorni.
Ora è la sua occasione, in un luogo familiare, che farà di tutto per dargli la massima serenità.
In bocca al lupo mister!