La conferenza stampa di presentazione di Maurizio Sarri, nuovo allenatore della Juventus, ha mostrato un tecnico preparato, motivato e professionale. Che sembra avere già chiare le idee sulla nuova Juventus.
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ToggleUn Maurizio Sarri lontano dallo stereotipo visto a Napoli. Forse maturato nella sua esperienza inglese, ma sempre pronto alla battuta e deciso nelle sue idee. Questa la figura del nuovo tecnico bianconero che ci restituisce la lunga conferenza stampa di presentazione tenutasi giovedì 20 giugno nella sala stampa delle grandi occasioni, la Sala “Gianni e Umberto Agnelli” dello Juventus Stadium. Toni pacati, risposte precise, senza evitare di affrontare il passato, ma con la mente concentrata sul presente e sul futuro, che si chiama Juventus. Il coronamento dei una lunghissima carriera per Sarri, protagonista di una salita vertiginosa. Un percorso cominciato sui campi polverosi della seconda categoria nel 1990 con lo Stia prima e la Faellese poi. E culminato con la stagione scorsa in Premier League e con la vittoria dell’Europa League. Esame finale per essere considerato all’altezza della Juventus.
Questioni tattiche: modulo e talento
Il modulo
Sarri ha respinto l’etichetta di “integralista” con dei semplici dati di fatto. Lui che è passato dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2 ad Empoli, al 4-3-3 a Napoli, al 4-4-2 “mascherato” del Chelsea. “Non si parte dal modulo. Si deve capire quali giocatori sono adatti, conoscerli, parlarci e intorno ai giocatori più qualitativi costruire intorno il modulo. Ho fatto il 4-3-3, il 4-2-3-1, il 4-3-2-1. Al Chelsea avevo un 4-3-3 diverso da quello del Napoli, dovevo accompagnare le caratteristiche di Hazard. Parliamo dai giocatori che possono fare la differenza, accompagnamoli e cerchiamo di sfruttarli al meglio. Il modulo sarà una conseguenza.”, le dichiarazioni del Mister. Parlerà con i suoi campioni, soprattutto i più rappresentativi, per cercare di metterli nelle condizioni di fare del loro meglio.
La centralità del talento
Sarri nomina alcuni giocatori che saranno cardine del suo nuovo progetto. Non può mancare il più forte giocatore del mondo, CR7. Sarri riferendosi ad Higuain dice di aver avuto il giocatore che ha fatto il record di gol in Serie A e che gli piacerebbe averne due. Un CR7 a cui Sarri spera “di far battere qualche record”.
Ma c’è spazio per tutti i giocatori di talento nella mente del nuovo allenatore bianconero “negli ultimi 30 metri di campo ci sono giocatori capaci di fare la differenza e giocatori bravi ma meno capaci di fare la differenza. Bisognerà partire dai talentuosi, CR7, Dybala, Duoglas Costa è un potenziale top player ancora non esploso con continuità, ma bisogna partire da questi giocatori di grande talento e vedere cosa costruirgli intorno. E loro possono darci tanto in fase offensiva e dovremo adeguare la fase difensiva su quello che loro ci daranno. I giocatori che fanno la differenza sono i talentuosi e bisogna partire da loro.”
Le chiavi di centrocampo: Pjanic e Berna
Maurizio non dimentica Pjanic “Se chiedete il mio parere vorrei vedere Pjanic toccare 150 palloni a partita, ma bisogna vedere se si può mettere in condizione di farlo”. Ancora una menzione speciale per Bernardeschi: “Berna mi piace, spesi parole belle per lui anche in Fiorentina-Napoli. Ha una qualità tipica dei grandi giocatori: la coordinazione. Mi piace molto, gli manca un po’ di continuità perché lo vedo fare grandi partite e altre in cui può fare qualcosa di più. Secondo me è il momento della sua carriera in cui deve essere specializzato e iniziare a giocare in continuità in un solo ruolo”. Insomma in Sarri che esprime la sua filosofia calcistica secondo la quale la squadra deve mettersi a disposizione dei calciatori di talento. La nuova Juventus vuole ripartire dalla fantasia e dal bel gioco, per raggiungere i propri obiettivi.
Sarri -Juve: fra presente e passato
La Juve che è stata
Durante la presentazione Sarri spende belle parole per il suo predecessore. Allegri gli lascia “Un’eredità pesante perché sappiamo che vincere quello che ha vinto lui non sarà semplice. Ha fatto un percorso straordinario, mi piacerebbe vedere nella squadra quello che Massimiliano gli ha dato, magari anche restare mezz’ora in difficoltà e poi in dieci minuti triturare la partita. A me è successo raramente ed è una gran cosa. Forse è conseguenza del modo di giocare perché senza possesso una squadra abituata ad averlo senza il possesso può andare in difficoltà. Invece con le squadre di Massimiliano anche se le stavi schiacciando avevi il retropensiero che tanto alla fine si perdeva. Quindi era diffiicle da affrontare.”
La Juve che sarà
Della sua nuova società lo ha colpito la serietà, la determinazione, l’organizzazione. Tutto ciò che ha fatto e che fa della Juventus il club più importante della Serie A e tra i più importanti in Europa e nel Mondo. Adesso starà a lui seguire la linea della società, per la quale “vincere è l’unica cosa che conta”, ma farlo a modo suo. Con una squadra organizzata e che gioca un bel calcio. D’altra parte il bel gioco, per quanto importante e affascinante per i tifosi, aspetto che genera attenzione da parte degli sponsor, anche internazionali, rimane sempre un mezzo per raggiungere il risultato, mai il fine. Alla domanda su come superare lo scetticismo dei tifosi juventini ha risposto: “..conosco un solo modo per togliere lo scetticismo: vincere e convincere. Andare in campo, fare risultato e divertire, non vedo altre strade sinceramente.“
Le storie di accesa rivalità sono già il passato. Sarri si è già scusato per alcuni eccessi ed ha ammesso che il suo comportamento e le sue parole sono state figlie del fatto che ha dato il “110%” per la società in cui lavorava. Come darà il “110%” per la Juventus. Calandosi già in una realtà in cui lo Scudetto è l’obiettivo minimo, e il successo europeo “è un sogno, un obiettivo da perseguire in ogni modo, ma con un coefficiente di difficoltà mostruoso“. Parla spesso, Sarri, di determinazione feroce nel raggiungere gli obiettivi, quello che deve animare la sua nuova Juve.
Fonte delle foto: www.juventus.com